OLTRE LE APPARENZE
KATHERINE FOX
LEGGEREDITORE
373 pagine
10.00 euro
PAPAERBACK
Sito dell'autrice
Trama:
Rapine, detenzione di stupefacenti, stupri di gruppo ai danni di giovani vittime, due sorelle aggredite nella loro stessa casa di cui solo una riesce a salvarsi... sembra proprio che i capi d'accusa che pendono sulle teste dei fratelli Harbourn siano sufficienti per rinchiuderli in cella a vita, ma in qualche modo riescono sempre a eludere la legge. Anya Crichton, patologa che presta anche servizio nel centro antistupro di un ospedale, collabora con la giustizia nel tentativo di catturare i colpevoli. La dottoressa ha già avuto modo di conoscere gli Harbourn, e sa bene quale nemico ha di fronte. Ma non avrebbe mai immaginato che il prezzo da pagare per tutelare Sophie - la caparbia quattordicenne salva per miracolo - e le altre vittime sarebbe stato rischiare la sua stessa vita e quella di collaboratori e testimoni. Mantenere la calma di fronte all'incubo e alle efferatezze incalzanti che emergono dalle azioni degli Harbourn diventerà sempre più difficile, ma la patologa non è disposta a lasciarsi sopraffare dalla paura, anche se è chiaro che la famiglia Harbourn è disposta a tutto pur di sottrarsi alla legge...
Commento personale:
***ATTENZIONE SPOILER***
Lo hanno definito thriller adrenalinico, incalzante , psicadelico.
Attirata da così tanti commenti positivi mi sono decisa a comprarlo Come avrete sicuramente capito, io non lo definirei così anzi!Infatti non l’ho trovato nè adrenalinico, né psicadelico ne tanto meno incalzante.
Premetto che il thriller non è in assoluto il mio genere preferito, e perciò non ne ho letti moltissimi, ma credo che uno dei tratti fondamentali di un buon giallo sia la suspance e il convolgimento. Quando intendo coinvolgimento intendo il non riuscire a staccarsi dal libro, la voglia compulsiva di sapere come finirà.
In realtà Oltre le apparenze mi è sembrato sostanzialmente un romanzo confuso e noioso, se escludiamo le ultime 150 pagine.
Parte bene ma poi ristagna per tutta la parte centrale, che non mi ha coinvolta per niente: bene o male si sanno i colpevoli e quello che manca sono i moventi(che poi per me si sono rivelati abbastanza futili). Comunque …. Alcuni acclamati colpi di scena mi hanno lasciato indifferente- parola brutta da usare per un libro credo, soprattutto per un thriller- insomma, per esempio, che il poliziotto della omicidi fosse coinvolto in qualche modo, si capiva fin dall’inizio: su ogni scena del delitto l’autrice descriveva sempre lui, cosa faceva, come si comportava ecc tralasciando le circa altre 50 persone che giravano li intorno!!
Il colpo più riuscito è stato quello della scoperta del padre assassino/ vedicatore.
In generale, mi è sembrato che sono stati tirati in ballo tanti personaggi e tanti fatti, usati solamente per raggingere un certo scopo e poi fatti morire o tralasciati; le vicende si intrecciano, ma io continuo a pensare in modo molto banale e alla fine abbastanza inconcludente.
A tutto ciò va poi ad aggiungersi un fattore che a me capita di rado, ovvero l’antipatia per la protagonista. Davvero mi succede raramente ma Anya Crichton proprio non l’ho mandata giu!! Insomma, si inerpica sulle sue difese morali e solo quando l’amica viene uccisa, decide di fare un po di casino e a prendere la situazione davvero sul serio,cominciando a rilasciare le sue testimonianze, senza ,ripeto, mai contravvenire ai suoi principi morali, per poi aiutare un misogino nel momento in cui reo confesso, viene ferito per una più che giusta(ndr) causa, al grido de "la salute prima di tutto!!!!” vabbeh….
Un ‘altra cosa, poi che non mi è piaciuta, è stato il ruolo delegato alla medicina legale, non so, forse ero io che ero partita con troppe aspettative ( e sicuramente non sapevo di questo aspetto) ma mi aspettavo più indagini, diciamo operative, forse più autopsie, mentre invece i fatti vengono presentati uno dopo l’altro, cosa che non mi ha permesso di entrare completamente nel romanzo e di lasciarmi trasportare dalla storia
Le idee buone poi ci sono, per carità, però secondo me non sono state sfruttate bene dall’autrice. Tanti buoni appigli lasciati inutilizzati.
In conclusione leggibile a tratti, con buone idee, ma, ripeto, sfruttate male.Peccato
GIUDIZIO: 3/4
Della stessa autrice:
L'incantatore, Edizione Sozogno
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