Visualizzazione post con etichetta Marie Lu. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Marie Lu. Mostra tutti i post

martedì 20 maggio 2014

Due recensioni di metà Maggio

Buondì cari Lettori,
oggi nuovo appuntamento con le recensioni cumulate delle letture che ho affrontato nell'ultimo periodo. Come sempre spero che possiate trovare interessanti i miei pensieri e, mi raccomando, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate o se avete letto qualcuno di questi libri!


Il primo libro di cui vi parlo è la conclusione di una delle trilogia ya maggiormente apprezzate di questi ultimi tempi, uscita dalla penna e dalla mente di Marie Lu e approdata anche in Italia grazie alla Piemme Freeway:  ovviamente sto parlando della serie di Legend di cui Champion è per l'appunto il capitolo conclusivo (qui da noi però è purtroppo ancora inedito).
Se scorrete a ritroso le recensioni o se avete una memoria formidabile, troverete che i precedenti due libri mi erano piaciuti moltissimo, sopratutto Prodigy era stata una lettura davvero unica e perfetta, con un ritmo incalzante e denso di avvenimenti ben calibrati all'interno della vicenda, per non parlare del finale e dell'incredibile cliffhanger che chiudeva il libro: una vera genialata, si può dire? 
Champion, in confronto, parte decisamente in sordina, con una prima metà molto più lenta e meno ritmata rispetto al suo predecessore e che in più ripresenta scene e situazioni già lette e viste nel corso della serie. La musica cambia decisamente però nella seconda metà, dove finalmente troviamo un po' più di azione, sentimenti e dramma. Ebbene sì, se vi sembra strano preparatevi perché  il dramma è una costante in Champion, che fin dalle prime pagine vi accompagnerà per poi culminare sul finale in cui si sprecheranno montagne di Kleenex, garantito! Ammetto che la seconda parte ha di parecchio risollevato le sorti del libro, ma non posso comunque non tenere conto di alcuni elementi che non mi sono proprio piaciuti. Un esempio per tutti sono i personaggi secondari, cattivi e non, che qui ho trovato davvero mal tratteggiati e molto stereotipati. Non li ho amati affatto né li ho percepiti come ben integrati all'interno della vicenda. Mi sono sembrate simpatiche macchiette, imprevisti sulla strada dei protagonisti che bisognava assolutamente mettere per dovere di narrazione (per quanto riguarda gli antagonisti), ma che non sono mai stati mai più di questo. Insomma i villain sono ben altro e tutti gli altri perdono decisamente lo smalto che li contraddistingueva in passato.
Si salvano però fortunatamente da tutto questo June e Day!! Loro mi sono piaciuti e sopratutto ho trovato che sono stati mantenuti abbastanza coerenti con i libri precedenti, senza troppi sconvolgimenti o stravolgimenti vari, che ultimamente sembrano essere una costante nei finali di serie. Certo, qualche parte drammatica particolarmente marcata ed enfatizzata, forse un po' troppo, c'è ma assolutamente nulla di insostenibile a mio parere e sopratutto nulla in confronto alla mal gestione dei personaggi secondari.
Per finire vorrei poi spendere due parole sul finale che è qualcosa che ancora non ho metabolizzato, lo confesso. Avevo sentito critiche positive in giro, ma onestamente sono rimasta piuttosto interdetta. A mia discolpa posso dire che non amo particolarmente i finali aperti, e questo non fa eccezione: pieno di speranza e di bei sentimenti, certo, ma accidenti! dieci anni sono sempre dieci anni! Le aspettative sono buone e il finale è naturalmente un happy ending pieno di buoni propositi per il futuro dei due protagonisti, ma per me è davvero troppo aperto nonostante tutto. Ammetto che questa conclusione così dolce amara non me la sarei mai aspettata, neppure nei miei sogni più fantasiosi.
In conclusione comunque ho trovato Champion una buona conclusione di saga. A mio parere si sarebbe potuto fare un pizzico di più su determinati fronti, ma questo non pregiudica né i punti di forza del romanzo che comunque ci sono, né la godibilità di una buona trama tutto sommato ben intrecciata. Di certo leggerò altro dell' autrice.

Coinvolgimento: 4/5
Stile: 5/5
Personaggi: 3/5
Vicenda: 4/5

Giudizio: 4/5



Il secondo romanzo di cui vi parlo invece è di un genere completamente diverso e di un autore capace di scatenare critiche ed apprezzamenti in ugual misura. Naturalmente parlo di di Dan Brown e della sua ultima fatica Inferno, che è stata anche una delle mie ultime letture. Personalmente, come accennavo qualche post fa, Dan Brown è un autore che a piccole dosi (il che equivale a un suo romanzo ogni due/tre anni circa) mi soddisfa a pieno. Intendiamoci, lo trovo molto cinematografico e visivo, esagerato e sopra le righe in parecchi punti e con uno stile piuttosto discutibile, ma per un'evasione di tanto in tanto è più che perfetto. Inferno naturalmente non fa eccezione e, come i libri precedenti dedicati alle avventure del professore Robert Langdon, provetto storico e simbolista di fama mondiale, assomiglia molto più a un copione cinematografico che a un romanzo vero e proprio, nonostante vada detto che in questo caso particolare è evidente lo sforzo dell'autore nel cercare di evitare dinamiche già lette e già presentate in passato. 
Inferno è senz'altro un romanzo molto dinamico, ricco di colpi di scena (più o meno intuibili) e piuttosto imprevedibile per la maggior parte della sua lunghezza. Ha i suoi difetti intrinseci naturalmente: dialoghi e descrizioni che lasciano un po' a desiderare, approfondimenti e caratterizzazioni dei personaggi piuttosto labili e un fondo di esagerazione che, davvero, in certi punti credo riesca a far storcere il naso anche ai lettori più fantasiosi. Ma tutto funziona, almeno per me. Avendo rispettato le dosi autoimposte mi sono infatti potuta godere il libro di Brown, sopratutto per le tematiche morali affrontate e l'originalità della mescolanza tra Dante e scienza che lo contraddistinguono.
E in generale posso dunque dire che sì, l'ultimo lavoro dell'autore mi è piaciuto, mi ha intrattenuto e distratta, catapultandomi nel suo mondo iperbolico che però mi ha conquistato. Ho apprezzato il tentativo di uscire dagli schemi, di introdurre novità persino sul finale e di regalare al lettore qualcosa di nuovo ma che contemporaneamente mantenesse un tratto inconfondibile dello stile di Dan Brown. Non sarà il miglior romanzo mai letto quest'anno e non sarà neppure un libro ricoperto di lodi e premi, ma è stata sicuramente una valida lettura e una conferma del fatto che sì, nonostante tutto, a me Dan Brown piace! :)

Coinvolgimento: 5/5
Stile: 3/5
Personaggi: 3/5
Vicenda: 5/5

Giudizio: 4/5




giovedì 15 agosto 2013

Quattro Letture Estive

Cari Lettori,
come promessovi eccomi con la mia opinione su quattro letture che ho affrontato durante questo periodo di latitanza  e frequenza sporadica della blogosfera :)



Dopo mesi di letture molto leggere a causa di impegni  che mi hanno tenuto occupata la mente ho avuto una specie di rigetto fisiologico per il genere YA e company e mi sono dunque direttamente buttata sui thriller/gialli senza esitare un attimo di più! Il primo che ho preso in mano è stato La verità sul caso Harry Quebert del giovane e talentuoso Joel Dicker, pubblicato in Italia dalla Bompiani allo stratosferico prezzo di 19,90 € per 774 pagine. Ho puntato il romanzo fin dalla sua uscita in libreria e dal momento stesso in cui sono riuscita a metterci le mie manine sopra non vedevo l'ora di iniziarne la lettura, che mi sembrava estremamente promettente e decisamente in linea con i miei gusti. Purtroppo ho dovuto aspettare di avere sufficiente tempo libero per dedicarmici completamente e l'inizio delle vacanze mi è stato in effetti il momento migliore per iniziarne la lettura. Sono partita con aspettative altissime e quasi impossibili da soddisfare, ma tutto sommato La verità sul caso Harry Quebert è stato in grado si colmarle praticamente tutte. Joel Dicker ha uno stile davvero fantastico, ti scivola addosso senza mai risultare pesante o noioso o pedante. E credetemi se vi dico che mai, nemmeno una volta, in più di settecentocinquanta pagine la lettura è stata un peso! La narrazione è magnificamente gestita, perfetta nella sua coralità e ottima in relazione agli eventi raccontati. Non si disdegnano colpi di scena ben costruiti, sopratutto nella parte finale del libro, e diverse svolte narrative disseminate per tutta la lunghezza del romanzo. L'autore ha fatto un lavoro minuzioso, certosino e davvero lodevole creando una storia altamente godibile, infarcita di deliziose massime strettamente legate a doppio nodo con il mondo dei libri (davvero una chicca, credetemi!). Anche  i personaggi  non sono da meno:  risultano tutti fantastici e tutti quanti godono della stessa accuratezza usata dall'autore per la vicenda. A modo loro sono tutti un po' i protagonisti di questa tortuosa e letale - è il caso di dirlo- storia, e Dicker è stato veramente geniale nel creare i loro personali drammi e mischiarli adeguatamente con l'intreccio centrale del romanzo. Ottima anche la scelta stilistica di usare più pov e calare così il lettore direttamente nella testa del personaggio di turno.
C'è comunque un però che nonostante tutto mi sento di sottolineare: il ritmo narrativo. Mi sono infatti resa conto a lettura inoltrata che il libro può facilmente essere classificato come noir/giallo piuttosto che come thriller e questa differenza di velocità narrativa è stato davvero l'unico neo che non mi ha convinto completamente; anche se alla fin fine si tratta più di gusti personali che di altro. Nonostante la storia rimanga infatti godibile per tutta la durata del libro, alcune parti le ho trovate però decisamente più veloci di altre, nelle quali Dicker si è "perso" in dettagli tutto sommato inutili alla fine della risoluzione (ma non invece alla contestualizzazione) e allo stesso modo questi passaggi sono risultati più incisivi degli altri, almeno per quanto mi riguarda. Non mi lamento comunque più di tanto perchè il romanzo rimane in ogni caso altamente godibile anche in questo modo, anche se probabilmente  uno ritmo da thriller sarebbe stato più in linea con i miei gusti.
La verità sul caso Harry Quebert rimane in ogni caso un romanzo di altro pregio, caldamente raccomandato se volte leggere un bella storia oltre che un ottimo noir.

Giudizio: 4.75/5 



Non paga di emozioni forti mi sono buttata subito dopo su un thriller con la T maiuscola. Uno di quei libri che ti inchioda letteralmente alla sedia e alle pagine,  un romanzo che è stato impossibile mettere giù prima di aver girato l'ultima pagina e anche allora mi ha lasciato un brivido lungo la schiena con il suo finale a dir poco incredibile. Una delle più belle e al contempo terribili letture dell'anno e perfetto- non trovo altro aggettivo per definirlo- per i giorni di calura estiva in cui l'ho letto. Un libro che dovete tassativamente leggere se amate il genere e che presto diventerà anche un film. L'amore bugiardo, pubblicato dalla Rizzoli al prezzo di 18,00 € per 460 pagineè un libro fantastico, un thriller mozzafiato, un page turner incredibile che sa mischiare in maniera eccellente il realismo alla finzione. Non mi dilungherò troppo sulla genialità dell'intreccio e su quanto intelligentemente sia stato portato avanti dell'autrice, nè su quanto i colpi di scena siano stati davvero fantastici e traumatizzanti per la sottoscritta (che non aveva assolutamente sospettato niente di tutto quello che accadeva!). Bello e perfetto dunque, sotto tutti i punti di vista: è così che scelgo di definire l'ultima fatica di Gillian Flynn che magistralmente ha gestito tutti i fili di una vicenda che ridefinisce a pieno il concetto di "matrimonio in crisi."
 Una sola ultima raccomandazione: non lasciatevelo sfuggire!

Giudizio: 5/5


Mentre mi davo ai thriller come se non ci fosse un domani, la mia mente da lettrice già si preparava alla prossima lettura, passando in rassegna i vari titoli della mia enorme TBR pile. C'è stato poco da fare, quando mi sono ricordata di avere in attesa l'ultimo libro della saga di Black Friars, ho immediatamente capito che sarebbe stata la mia prossima lettura. Subito dopo averlo iniziato tuttavia, ho pensato immediatamente di rimetterlo giù e rimandarne la lettura, perchè ero perfettamente consapevole delle conseguenze che la fine della serie avrebbe avuto sulla mia psiche. E così è stato. Leggere le cinquecento pagine de L'ordine della Croce è stato al contempo malinconico e gioioso. Sono state le cinquecento pagine più incredibili e dolce amare dell'anno perchè nonostante le divorassi, come accade per ogni cosa uscita dalla penna di Virginia, dall'altro lato sapevo che inesorabile mi trasportavano verso la fine, nella quale avrei dovuto tassativamente lasciare per sempre i personaggi  e il loro mondo che sin dall'inizio dell'avventura mi ha tenuto così tanta compagnia . E' difficile spiegarvi la simbiosi che si è creata in questi quattro anni tra me e i libri della De Winter: le mie estati non saranno più le stesse senza l'attesa per l'uscita di una nuova avventura nel magico mondo della Vecchia Capitale; mi mancheranno tutti i personaggi, anche se so che posso sempre darmi alla rilettura (cosa che ho assolutamente intenzione di fare!), e mi mancheranno in maniera altrettanto intensa i sospiri che solo la lettura di questa serie ha saputo regalarmi.
Non serve aggiungere molto altro, ormai credo si sia capito quanto abbia amato L'ordine della croce (edito Fazi, 18,00 € per 506 pagine) e tutta la serie in generale, quanto io sia irrimediabilmente innamorata dello stile e dei personaggi (Bryce in testa!) senza possibilità alcuna di ritorno. Se ancora non vi siete avvicinati a questa lettura, vi consiglio caldamente di farlo perchè non ne rimarrete delusi, ma attenzione: crea dipendenza!!!

Giudizio: 5/5


Infine, dopo aver superato il lutto per la fine della serie di Black Friars, mi sono data nuovamente al genere YA, ma questa volta in lingua. Da un po' di tempo infatti occhieggiavo con insistenza il secondo libro della serie Legend di Marie Lu: Prodigy. Legend era stato un buon distopico ma mancava di qualcosa, di una qualche scintilla che lo proiettasse in pieno tra i libri incredibili, quelli insomma che sanno rubarti un pezzettino del cuore. Al contrario invece, ho trovato Prodigy nettamente superiore al suo predecessore. Il secondo libro della serie parte esattamente dove Legend si era interrotto e da qui sale in un crescendo di emozioni davvero fantastiche e scene a dir poco epiche (e molto cinematografiche). La storia d'amore tra Day e June è messa ancora una volta alla prova dalle circostanze avverse, il dubbio mina costantemente il loro rapporto per gran parte del romanzo, sopratutto ora che per gran parte della vicenda sono divisi e impegnati a combattere la Repubblica ciascuno a modo loro; e non un triangolo ma un bel quadrato amoroso attende il povero lettore ignaro e i due protagonisti! Inoltre, colpi di scena a  più non posso e un finale strappalacrime per minimizzare condiscono il tutto, rendendo  Prodigy davvero un ottimo libro. Nonostante gli ottimi implementi raggiunti dall'autrice devo però confessare che mi aspettavo qualcosina in più in termini di approfondimenti per quanto riguarda la società distopica. Sopratutto per le Colonie, che in questo capitolo giocano un ruolo fondamentale, avrei decisamente preferito una maggior presenza di dettagli in merito alla loro organizzazione e magari anche alla loro storia. Buoni come sempre invece i personaggi e la loro caratterizzazione; stesso discorso  anche per quanto riguarda lo stile che trovo perfettamente in linea con il romanzo e molto incisivo per il tipo di scrittura.
E ora, dato il finale del libro, non posso far altro che contare i giorni che mi separano da Champion, il terzo e ultimo romanzo della serie!

Giudizio: 5/5



lunedì 13 maggio 2013

Recensione - Legend

Cari Lettori,
inauguro oggi quella che spero sia una lunga tornata di post futuri: le mie recensioni a libri ancora inediti in Italia e pertanto letti in lingua! Dico spero perchè mi conosco e so che non sempre sono costante nei miei propositi - anche se meritevoli, come in questo caso- Voi dunque incrociate le dita e, naturalmente, fatemi sapere se l'idea vi piace!
Il primo titolo che vi propongo fa parte dei miei acquisti londinesi (uno dei tanti :P)

LEGEND
MARIE LU
PENGUIN
295 PAGINE
£ 6,99
(# 1 Legend)



Legend avrà per sempre un posticino nel mio cuore! L'ho comprato in una libreria che fino a non molto tempo fa era considerata una della più grandi del Regno Unito: Foyles, cinque piani di libri. Il paradiso dei lettori. Ed è straordinario -ma anche un po' strano- pensare che tra le migliaia di titoli disponibili proprio questo mi sia saltato tra le mani, così, senza che io facessi chissà cosa per averlo. Di Legend in effetti non sapevo un granchè inizialmente- solo che fosse un distopico, e la cosa mi piaceva ovviamente- e che la sua cover aveva qualcosa di magnetico! Dire che ero curiosa di leggerlo è dire poco e così, appena ne ho avuto l'occasione, mi ci sono fiondata sopra. L'esordio di Marie Lu si è rivelato essere una piacevolissima sorpresa e ora, naturalmente, non vedo l'ora di calarmi nuovamente nel mondo che ha creato con il secondo volume, che naturalmente è già tra le mie manine!

Siamo in un futuro non meglio specificato. Gli Stati Uniti d'America, così come li conosciamo oggi, non esistono più, distrutti da calamità naturali e sconvolgimenti politici che ormai nessuno ricorda più. Quello che c'è al loro posto è la Repubblica da un lato - un insieme degli stati  dell'Ovest che va da Washington alla California, dal Nevada al Colorado arrivando fino al West Texas- e le Colonie d'America dall'altro - che comprendono tutti gli altri stati rimanenti e sono in mano ai Patrioti, ribelli organizzati che combattono lungo la linea di confine le truppe della Repubblica. Nel mezzo una massa informe e non organizzata di malviventi e fuorilegge non meglio disciplinati. All'interno della Repubblica però le cose non sono affatto democratiche, come era ovvio immaginare! La popolazione è nettamente divisa tra le classi molto abbienti, che vivono circondate dal lusso più sfrenato, e le classi più disagiate che vivono nei sobborghi delle grandi città in condizioni di estrema povertà, tra sporcizia e malattie infettive come la Peste che imperversa ciclicamente. La sicurezza e la giustizia sono in mano alla polizia, organizzata per gradi, i cui comandanti fanno capo direttamente all'Elettore Primo, l'uomo a capo della Repubblica. Ogni cittadino, quando compie dieci anni è sottoposto a una Prova, che consiste in test attitudinali atti a valutarne il proprio profilo intellettivo. A seconda del punteggio ottenuto si vieni destinati a una particolare "carriera" per il resto della propria vita, dopo aver frequentato una delle tre università della Repubblica. Chi ottiene un punteggio non sufficiente invece,viene immediatamente tolto da scuola e mandato nei campi di lavoro, in cui si svolgono i lavori manuali utili alla società. 
I due protagonisti della vicenda sono June Iparis, il Prodigio ovvero l'unica bambina che ha ottenuto il punteggio massimo di 1500 alla sua Prova, che fa parte della classe aristocratica e il cui fratello- Metias- è capitano di uno squadrone di polizia; e Day, la Leggenda, il più famoso fuorilegge di Los Angeles (luogo in cui è ambientata tutta la vicenda), responsabile di decine e decine di attacchi alle forze della Repubblica. June è orfana, vive insieme al fratello e grazie alla sua intelligenza smisurata sta per completare la sua formazione universitaria un anno primo del previsto, dopo l'attende l'entrata nelle forze di polizia e un futuro radioso. Day invece, ha due fratelli - John e Eden- ed è orfano di padre, perso in tenera età sul fronte di guerra. Sua madre e il suo fratellino più piccolo non sanno che è ancora vivo e che è lui il pericoloso criminale che tutta la città teme, credono che sia morto il giorno in cui ha fallito la sua Prova: solo John sa la verità sulla sua identità e accetta di mantenere il segreto in cambio dei soldi e dei beni di prima necessità che Day consegna regolarmente alla sua famiglia. Ma tutto sta per cambiare. Una nuova epidemia di Peste sta imperversando nel quartiere e quando Eden si ammala, Day è costretto a tentare il suo colpo più grosso: rubare le scorte di medicine direttamente dall'ospedale cittadino. E qui il destino decide di intrecciare le vite di Day e June. Durante quella terribile notte, in cui tutto va storto, Metias incrocia la strada con Day che per scappare e difendersi è costretto a pugnalarlo. Quando June scopre il cadavere di suo fratello giura vendetta e promette che - in un modo o nell'altro- troverà Day.
Quello che succede quando i due si troveranno faccia a faccia non ve lo dico, ovviamente!!!! Sappiate solo che non è affatto scontato e che la trama prende una piega molto interessante da lì in poi.

Leggere  Legend è stata quindi un'autentica sorpresa. Forse perchè non sapevo davvero cosa aspettarmi e non avevo nessun tipo di aspettativa al riguardo, ma mi sono trovata, a un certo punto, totalmente avvolta dalla storia e avvinta alla vicenda di June e Day, vittima delle parole di Marie Lu. Legend è un romanzo fortemente dinamico, ricco di azione e di scene molto movimentate: lotte, zuffe, inseguimenti e chi più ne ha, più ne metta. Di certo non c'è da annoiarsi ed è perfetto per gli amanti delle storie dense di avvenimenti. Buoni anche molti colpi di scena e cambi narrativi, sebbene- a volte- li abbia trovati leggermente prevedibili. Molto buona invece la società distopica creata dall'autrice, di cui spero di scoprire ancora più dettagli con il prossimo volume. Nel complesso posso dire che nonostante alcuni passaggi della vicenda siano risultati classici nella loro elaborazione e nel loro svolgimento, la storia è stata davvero molto godibile e veramente un piacere da leggere. Anche lo stile con cui è scritto contribuisce a fare di Legend un romanzo davvero interessante e facilmente fruibile: l'alternanza dei capitoli e dei POV - un capitolo per June e uno per Day- calano pienamente il lettore dentro la vicenda, ottenendo la sua più piena attenzione, costantemente. Ottima la caratterizzazione dei personaggi, che è stato probabilmente uno degli aspetti che mi ha sorpresa maggiormente e mi è piaciuto di più: Marie Lu è riuscita a tratteggiare due protagonisti praticamente perfetti e estremamente credibili, che è stato un vero piacere leggere e con cui vivere le avventure del romanzo.
In conclusione perciò, Legend è stato un ottimo esordio e naturalmente un ottimo distopico che consiglio caldamente a tutti gli amanti del genere, che sapranno certamente apprezzarlo a dovere! (Ma lo consiglio anche a chi vuole provarsi a cimentarsi con qualcosa di ancora inedito qui in Italia). Tuttavia, ho come l'impressione che Prodigy saprà regalarmi ancora più emozioni, i presupposti per qualcosa di davvero folgorante ci sono tutti, e sento che è esattamente quello che avverrà!

Giudizio: 4/5