lunedì 24 febbraio 2014

Due recensioni di fine Febbraio

Cari Lettori,
ritorna l'appuntamento con le recensioni cumulate del mese :)
Purtroppo il troppo poco tempo da dedicare al blog in questo periodo - ho iniziato a lavorare, finalmente- mi porta a dovermi arrangiarmi come meglio posso, perciò per tutti quei romanzi di cui ho poco da dire (per un motivo o per un altro, non necessariamente perché non mi sono piaciuti!) riassumo i miei pensieri in questo modo, che spero possa tornarvi utile almeno per farvi una vaga idea del romanzo. Pronti? :)

Il primo libro di cui vi parlo è una rilettura. Ebbene sì, l'avevo anticipato nei miei buoni propositi libreschi del nuovo anno e ora eccomi qui a parlarvi della prima rilettura dell'anno: Proibito, di Tabitha Suzuma. Un libro che ha conquistato praticamente tutti quelli che conosco, che ha raccolto plausi e consensi a destra e manca, dall'America fino all'Italia, accendendo forse anche qualche discussione.
Proibito, per chi ancora non lo conoscesse, è la storia di un amore proibito, la storia di un incesto tra fratello e sorella.
Personalmente ho acquistato e letto l'unico (per ora) romanzo della Suzuma tradotto da noi non appena arrivò in Italia; stiamo parlando quindi di una lettura che ho affrontato almeno tre anni fa circa e che ho voluto rileggere principalmente per due motivi. Innanzitutto  volevo vedere se effettivamente il mio precedente giudizio fosse autentico o se, al contrario, fosse stato influenzato dall'aura di entusiasmo e lodi sperticate che all'epoca circondava il romanzo. E poi perché, onestamente, ricordavo solo qualche scena della storia.
A distanza di anni posso dire di aver trovato Proibito un libro particolare, estremamente difficile da commentare e da inserire in una qualsiasi classifica o catalogazione. E' un romanzo che ha una grazie particolare, forse anche a causa dello stile dell'autrice, che punta moltissimo sui sentimenti del lettore e sull'introspezione psicologica dei personaggi che sono il fulcro di tutta la storia. Proprio per questo motivo perciò mi sento di inserire il libro della Suzuma nella lista dei miei preferiti, fra quei romanzi che ogni volta che rileggi  sai che inevitabilmente ti soffermerai a pensare riflettere.
Per quanto mi riguarda, quindi,  Proibito rimane promosso a pieni voti, esattamente come lo era stato all'epoca della prima lettura. Cinque stelle piene e meritatissime. Anche se c'è un "però" e il "però" in questione risponde al nome di Lochan.
Lochan, infatti, è stato per me un mistero durante questa rilettura, cosa invece che non mi era accaduta la prima volta. Se in alcuni passaggi ha avuto la mia piena comprensione nonché la mia più completa ammirazione, se in certi momenti mi ha addirittura mosso dei sentimenti potentissimi (la scena del pugno tirato alla parete è ancora impressa a fuoco nella mia memoria, così come quella del braccialetto), in altri è stato per me un dilemma insondabile e incomprensibile. La sua fragilità mi ha alternativamente commosso e fatto arrabbiare. Infine, la sua scelta finale mi ha scosso in profondità lasciandomi perplessa e dubbiosa se effettivamente sia stata la mossa migliore da compiere; il dubbio - che una soluzione si sarebbe trovata lo stesso - continua a macinarmi nella testa e penso che lo farò per il resto dei miei giorni! :)
Onestamente credo che questa alternanza di sentimenti sia quello che fa del libro il romanzo che è, credo che sia propria questa peculiarità nell'animare i sentimenti del lettore la particolarità e insieme la forza di Proibito: quello che su altri testi potrebbe essere percepito come un fattore magari negativo, qui assume una connotazione tutta particolare e assolutamente di spicco.
In conclusione, quindi, Proibito è stata quindi una lettura totalizzante e davvero bella che consiglio assolutamente di fare, prima o poi!

Coinvolgimento: 5/5
Stile: 5/5
Personaggi: 5/5
Vicenda: 5/5

Giudizio: 5/5



Sempre restando in tema di libri da leggere prima o poi nella vita non posso esimermi dal parlarvi di American Psycho; primo libro di Bret Easton Ellis che leggo e penso anche l'ultimo, almeno per un po' di tempo (finché non mi sarò emotivamente ripresa!). Descrivervi, parlarvi anche solo in qualche modo, di American Psycho è un'impresa al di là delle mie possibilità, ve lo dico già da ora. Onestamente è la prima volta che mi capita, ma riguardo a questo romanzo non so davvero da dove incominciare. Mi è piaciuto? Non lo so. Non mi è piaciuto? Non so nemmeno questo. A volerla dire tutta non so nemmeno se sia possibile  e corretto dire che un libro del genere piaccia, ma sorvoliamo. La verità è che American Psycho è un libro unico e particolarissimo che bisogna aver  tassativamente letto per poter almeno accennare qualche cosa a riguardo e, forse come accade a me in questo momento, nemmeno così si trovano le parole giuste. Vi parlerò perciò unicamente delle sensazioni che ho provato durante la lettura (molte e particolarmente intense in alcuni punti) e delle mie riflessioni in generale. Per quanto riguarda i personaggi, Pat Bateman, il protagonista, è uno dei personaggi più incredibili di cui io abbia mai letto e di gran lunga anche il più terrificante. Spero vivamente che Ellis non si sia neanche lontanamente ispirato a qualcuno di realmente esistente e che sia tutto un parto della sua mente perché, detto tra noi, la cosa mi terrorizza abbastanza! Tutto di lui è incredibile, sopratutto la sua tridimensionalità che uno dei punti di forza del libro. Attraverso le sue azioni, le descrizioni delle sue giornate tutte uguali, del vuoto che le caratterizza, dell'assenza di sentimento e di coinvolgimento in tutto quello che fa, veniamo a conoscenza del suo mondo, scandito sempre dagli stessi gesti, dagli stessi programmi tv, dalle stesse videocassette noleggiate, dalle stesse abitudini dove solo l'apparenza e la futilità contano. E tutto questo è reso benissimo dallo stile il quale, sebbene risulti senza ombra di dubbio anche pesante ed eccessivamente dispersivo, serve benissimo il suo scopo utilizzando una sintassi particolare ma funzionale con frasi senza senso, periodi lasciati a metà e assenza di punteggiatura in alcuni casi.  Il libro si svincola tra descrizioni su descrizioni di vestiti, meticolosamente riportate per ogni personaggio; interi capitoli dedicati ai gusti musicali di Pat; elenchi di ristoranti lussuosi, menù, accessori e negozi di alta moda; digressioni su quale sia il nodo più corretto per un determinato tipo di cravatta o su quanto risulti fashion portare le bretelle o meno, solo per citare qualche piccolo esempio. Senza contare le descrizioni delle notti di Patrick trascorse tra sesso estremo, masochismo, omicidio indiscriminato e follia pura che, in un crescendo sempre più senza speranza di ripresa, trascina il lettore in un vortice al limite dell'assurdo e della ragione stessa. E, a ben pensarci, questa è forse la cosa più sconvolgente di American Psycho: alla fine di tutto non c'è redenzione né cambiamento per Pat: la sua natura cattiva e perversa rimane, impunita e immutata. Non ci sono scuse, non c'è pentimento ma anzi, sul finale, in un (raro) momento di lucidità è lui stesso a rivelare la sua giustificazione per tutto:

"[...] c'è quest'idea di Patrick Bateman, una specie di astrazione, che tuttavia non ha nulla a che vedere con chi sono veramente, è solo un'entità, un qualcosa di illusorio, e anche se riesco a nascondere il mio sguardo freddo e potete stringermi la mano e sentire la mia carne che stringe la vostra e magari potete anche immaginare che il nostro stile di vita sia simile: io semplicemente sono altro. E' dura per me avere un senso, a qualsiasi livello. Io sono un prodotto, un'aberrazione. Sono un essere umano non accidentale. La mia personalità è abbozzata, informe, la mia crudeltà è radicata e persistente. La mia coscienza, la mia pietà, le mie speranze sono scomparse tanto tempo fa (probabilmente ad Harvard) ammesso che siano mai esistite. Non ci sono più barriere da superare. Non me ne importa nulla di tutto quello che ho in comune con i pazzi e i deliranti, con i perversi e i malvagi, sono oltre tutto il dolore che ho causato e anche oltre la totale indifferenza che ho provato. Ciò nonostante, mi tengo ancora saldo a un'unica, squallida verità: non si salva nessuno, non c'è redenzione per nessuno. Dunque non mi si può biasimare. Ogni modello di comportamento umano deve avere una sua validità. [...] In realtà desidero affliggere agli altri il mio dolore. Non voglio che nessuno mi sfugga. Ma anche dopo aver commesso tutto questo - e l'ho fatto innumerevoli volte, praticamente in ogni mia azione - e dopo essermi ritrovato faccia a faccia con queste verità, non c'è catarsi. Non ho acquisito alcuna conoscenza più approfondita di me stesso[...] Non c'è alcun motivo per cui vi raccontassi tutto questo. Questa mia confessione non significa niente..."

Questa è la scioccante verità, il nocciolo del romanzo, almeno secondo me. Tutto sommato quindi, capirete anche voi, come sia estremamente complicato dare un giudizio su questo romanzo. Lo consiglierei? Sì, decisamente sì, ma non prima di essermi raccomandata di essere pronti psicologicamente alla lettura. Mi è piaciuto? Sì, mi è piaciuto nonostante non possa dire di averlo trovato anche estremamente dispersivo, violento e scioccante. 
E questo è quanto: American Psycho non è un libro semplice da leggere e da capire. Non è un libro per tutti. E' un viaggio sul filo della follia che farete con gli occhi e le parole di Pat, dove la realtà e l'immaginazione si mescolano in maniera tanto inestricabile da risultare un tutt'uno senza possibilità alcuna di discernimento, ma che concorre a creare qualcosa di totalmente unico.
   
Coinvolgimento: 3/5
Stile: 3/5
Personaggi: 5/5
Vicenda: 4/5
Giudizio: 3.75/5




lunedì 17 febbraio 2014

Recensione - L'isola dell'amore proibito

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

L'ISOLA DELL'AMORE PROIBITO
TRACY GARVIS GRAVES
GARZANTI
317 PAGINE
GARZANTI



Trama
(dalla copertina)

L'acqua cristallina lambisce dolcemente i suoi piedi nudi. Anna apre gli occhi all'improvviso e davanti le si apre la distesa sconfinata di un mare dalle mille sfumature, dal turchese allo smeraldo più intenso. Intorno, una spiaggia di un bianco accecante, ombreggiata da palme frondose. Le dita della ragazza stringono ancora spasmodicamente la mano di TJ, disteso accanto a lei, esausto dopo averla trascinata fino alla riva. Anna non ricorda niente di quello che è successo, solo il viaggio in aereo, il fondale blu che si avvicina troppo velocemente e gli occhi impauriti di TJ, il ragazzo di sedici anni a cui dovrebbe dare ripetizioni per tutta l'estate. Un lavoro inaspettato, ma chi rifiuterebbe una vacanza retribuita alle Maldive? E poi Anna, insegnante trentenne, è partita per un disperato bisogno di fuga da una relazione che non sembra andare da nessuna parte. Ma adesso la loro vita passata non è più importante. Anna e TJ sono naufraghi e l'isola è deserta. La priorità è quella di sopravvivere fino ai soccorsi. I giorni diventano settimane, poi mesi e infine anni. L'isola sembra un paradiso, eppure è anche piena di pericoli. I due devono imparare a lottare insieme per la vita. Ma per Anna la sfida più grande è quella di vivere accanto a un ragazzo che sta diventando un uomo. Perché quella che all'inizio era solo un'amicizia innocente, attimo dopo attimo si trasforma in un'attrazione potente che li lega sempre più indissolubilmente.

Commento Personale

Febbraio si sa è il mese dell'amore o almeno così dicono. Perciò, complice anche l'atmosfera mielosa e romantica che si respira in giro ho deciso per questo periodo di darmi da fare con il romance, genere con il quale ho sempre avuto i miei alti e bassi. L'isola dell'amore proibito, traduzione infarcita e fantasiosa di On the island (a mio parere decisamente più conciso e pregnante) sembrava il titolo giusto con il quale proseguire questo mio intento iniziato niente di meno che con Proibito di Tabitha Suzuma, di cui vi parlerò più avanti. Il punteggio del libro su GoodReads è veramente alto e anche in Italia le recensione che ha collezionato non sono affatto negative, in più tutta la storia dell' "amore proibito" mi aveva creato una certa aspettativa che volevo venisse soddisfatta con la lettura. 
In realtà devo ammettere che la lettura del romanzo d'esordio di Tracy Garvis Graves si è rivelata profondamente diversa da quello che mi aspettavo. Non che non mi sia piaciuta, chiariamoci, ma senza ombra di dubbio posso dire che mi aspettavo un altro genere di storia. Innanzitutto il libro è nettamente diviso in due parti: quella dedicata al naufragio dei due protagonisti su un'isola deserta e quella riguardante il ritorno alla realtà e nel mondo civilizzato di Anna e T.J. Se di per sé questo fatto non è assolutamente negativo, devo però sottolineare che si sente un profondo stacco tra le due parti, che risultano abbastanza differenti e poco amalgamate tra di loro, e non solo per l'ambientazione in cui prendono luogo. Se la prima metà del libro si legge veramente tutta d'un fiato e in pochissime ore, la seconda risulta decisamente più lenta e articolata, molto più introspettiva e maggiormente incentrata sui pensieri dei due personaggi. Ripeto, non è un difetto ma, se ci fosse stata più "cornice" e più collegamento tra le due parti, lo avrei preferito.
 A ben vedere, comunque, questo discorso può benissimo essere esteso all'intero libro. In generale, infatti, L'isola dell'amore proibito è un romanzo che si legge velocemente e in maniera molto scorrevole però, a mio modesto parere, ha poca "ciccia", non so se ho reso l'idea! :) Si legge una scena e si vorrebbe di più: più dettagli, più particolari, più contestualizzazione, più sentimento. E non sto parlando solo delle scene d'amore, è un discorso più ampio che si estende all'intera gamma di emozioni che il libro tocca, questo va detto, ma quasi mai in maniera esaustiva. Per capirci: due persone normalissime naufragano su un' isola deserta e ci restano per quattro anni circa; riuscite a immaginare la complessità e l'enormità dei sentimenti che un evento del genere può suscitare nella psiche di una persona, anche senza contare la storia d'amore? Vi faccio un esempio. A un certo punto i due protagonisti decidono che è meglio non alimentare false speranze riguardo i soccorsi che dovrebbero trarli in salvo (giusto, pensiero verosimile e assolutamente legittimo!) Poco dopo però cominciano a pensare che se i soccorsi non si materializzano è perché li credono ormai morti (pensiero altrettanto giusto). La riflessione successiva è che a casa i loro parenti avranno già eseguito un funerale con le bare vuote. Il capitolo in questione finisce così e il successivo riprende raccontando avvenimenti di alcuni mesi dopo. Ora, è corretto che l'autrice abbia toccato una sequenza di pensieri così importanti e verosimili ma, a mio parere, non li ha approfonditi per bene. Personalmente se dovessi pensare che mentre sono spersa su un'isola deserta in mezzo all'oceano Indiano, viva e vegeta, i miei stanno celebrando il mio funerale dandomi per spacciata, diventerei letteralmente pazza. O no? Dunque perché non parlarne? Perché non continuare ad esplorare ancora un po' questi pensieri invece di interrompere il capitolo?  
Tutto questo mi porta a dover ammettere che, purtroppo, questo discorso si ripercuote moltissimo anche la storia d'amore e, dato che alla fine il romanzo è considerato romance, devo dire che questo mi è dispiaciuto parecchio. L'amore tra i due personaggi scoppia, come era logico pensare, anche se di proibito non c'è assolutamente nulla (stiamo parlando, in fin dei conti, di una storia d'amore in cui la donna è più grande dell'uomo). Sebbene infatti la parte romantica sia dolce e tenera al punto giusto, devo ammettere di averla trovata manchevole di pathos e tensione la cui presenza, al contrario, avrebbe decisamente giovato a una più completa caratterizzazione dei personaggi. Di nuovo, quindi, si legge ma si vorrebbe di più. E non lo dico riferendomi solo a scene di sesso, ma leggendo un romance in generale mi viene in mente di essere avvolta in un caldo abbraccio che si crea grazie a una serie di scene di tenerezza e amore che, davvero, non possono mancare in un libro del genere, almeno per quanto mi riguarda.
Altro aspetto un po' controverso per me sono una serie di cliché e facilitazioni (passatemi il termine) che l'autrice regala ai suoi protagonisti e che denotano come la Graves non si sia ancora smaliziata del tutto in termini letterari. Non entro nel merito della questione se sia umanamente possibile sopravvivere quattro anni bevendo latte di cocco e mangiando pesci ma, ecco, il fatto che Anna ritrovi la sua valigia con la crema depilatoria e i bagnoschiuma profumati mi ha fatto spuntare un sorriso sulle labbra. Mi prendo sempre come esempio (dato che alla fine il libro l'ho letto io), ma io se mi trovassi un'isola deserta l'idea di depilarmi le gambe sarebbe tra i miei ultimi pensieri, ve lo garantisco!!!
In conclusione, quindi, L'isola dell'amore proibito si è rivelato un romanzo particolare, un mix traballante in alcuni punti ma tutto sommato riuscito di storia d'amore e sopravvivenza. Un libro che ha delle buona fondamenta e su cui si sarebbe potuto osare di più, scrivendo e approfondendo di più in ogni direzione. 
Per me comunque la Graves rimane un'autrice da tenere sotto osservazione per il futuro: il potenziale c'è, bisogna solo adoperarlo correttamente!

Coinvolgimento

Buono. L'estrema scorrevolezza del romanzo è comunque un punto a favore da non dimenticare. Anche il fatto che importanti approfondimenti psicologici siano presenti, sebbene non troppo ampliati, è indice di un profondità da parte dell'autrice che merita di essere tenuta in conto. Nel complesso gli aspetti principali del romanzo mi sono piaciuti e dunque il mio coinvolgimento è stato buono 4/5

Stile

L'autrice ha dichiarato di aver scritto il libro tra le cinque e le sette di ogni mattina prima di andare a lavoro. Si vede. Nel senso che, stante questa dichiarazione, diventano comprensibili alcuni modi di scrivere scene e capitoli che ricorrono ampiamente nel  corso del libro. 
Lo stile comunque rimane buono ed estremamente scorrevole. Onestamente non sono riuscita a capire se l'uso alternato dei pov mi sia piaciuto o meno, ma nel complesso ho amato l'uso della prima persona. In ogni caso, rimango dell'idea che qualche descrizione in più, qualche approfondimento in più, non avrebbero guastato. 4/5

Personaggi

Ben delineati e approfonditi seppur con qualche mancanza qui e la, come dicevo prima. Nel complesso però mi sono piaciuti molto.  Purtroppo non posso dire lo stesso dei secondari  che ho trovato praticamente inesistenti o comunque troppo marginali. 4/5

Vicenda

L'isola dell'amore proibito è il romanzo d'esordio dell'autrice e in alcuni punti questo si percepisce davvero bene (forse un po' troppo). L'idea di fondo mi è piaciuta molto anche se, ripeto, l'avrei farcita un po' di più. La seconda parte del romanzo mi è piaciuta forse un pizzico di più rispetto alla precedente perché, nonostante la lentezza, si discosta un po' dai classici cliché del genere e gli attriti che si generano tra i due protagonisti li ben argomentati e sopratutto verosimili. Il finale mi ha leggermente deluso: ho trovato l'happy ending un po' troppo happy. Tutto sommato, però, una storia che merita di essere letta. 4/5

(Cover: La copertina italiana non è brutta anche se ammetto di preferire quella originale che trovo più sobria ma più appropriata 4/5)



Consigliato? Sì, consigliato a chi ama il genere e a chi cerca una lettura rilassante e veloce ma comunque interessante e piuttosto ben articolata.

Giudizio: 4/5



martedì 11 febbraio 2014

Quattro recensioni di inizio Febbraio

Cari Lettori,
oggi vi parlo un po' delle mie ultime letture tramite quattro brevi recensioni. Ho visto che i post di questo tipo vi piacciono molto perciò, dato che ben coniugano la mia disponibilità del momento con il vostro gradimento, ho pensato di riproporveli ancora :) Un po' ammetto che mi dispiace non avere tempo per scrivere le recensioni lunghe e articolate di un tempo, ma devo anche essere realista e ammettere che o per certi libri non ho poi molto da dire o comunque in questo periodo il mio tempo a disposizione è particolarmente poco e quindi, per non lasciarvi a secco di opinioni sulle letture (che in ogni caso proseguono), questo è un ottimo metodo, no?
Ok, bando alle ciance e partiamo!


Il primo libro che ho letto è Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro. Devo dire che onestamente questo romanzo non era assolutamente nei miei piani di lettura, anzi non lo possedevo nemmeno fisicamente. Poi però, come vi raccontavo un paio di post fa, sono andata a quel famoso bookclub e lì è scattata la scintilla! Me ne hanno parlato così bene e con una tale intensità che ho pensato che mi fossi persa il capolavoro del secolo; perciò appena uscita dal caffè mi sono fiondata in libreria a prendere il libro. Bè, non ho idea se si possa effettivamente definire come il capolavoro del secolo, di certo posso dire che è un libro meraviglioso e bellissimo, intenso e molto particolare, capace di scavare un buco ne cuore del lettore, di torcelo e appallottolarlo per poi ridurlo in mille pezzettini minuscoli. Un libro in grado di suscitare profondissime riflessioni, originale nella maniera più assoluta del termine, scritto con uno stile pacatissimo ma in grado di agitare sentimenti di una potenza incontrastabile. Ho pianto, mi sono arrabbiata, ho chiuso indignata il libro e poi l'ho riaperto con amore; ho pensato ai personaggi e alle loro storie, ho pregato per un finale che svelasse una bugia e ho ancora impressa nella memoria scene vividissime del romanzo che - persino adesso- riescono a gettare un'ombra sinistra e particolare sui miei pensieri. 
Insomma se ancora non si fosse capito, anche perché non è affatto facile parlare di un libro così, Non lasciarmi è stato un libro bellissimo, unico e forse irripetibile che assolutamente vi consiglio di leggere. Armatevi di pazienza e di fazzoletti (tanti) e lasciatevi trasportare via da questa potentissima storia d'amore e di vita.

Coinvolgimento: 5/5
Stile: 5/5
Personaggi: 5/5
Vicenda: 5/5

Giudizio: 5/5



Dopo Non lasciarmi non sapevo davvero più cosa leggere. Ero completamente svuotata ed ero
straconvinta che qualunque cosa avessi scelto non si sarebbe mai potuta rivelare all'altezza del romanzo di Ishiguro. E invece sbagliavo, perché il romanzo ya di Veronica Rossi mi ha dimostrato di saper essere competitivo quanto basta per poter tenere testa, sebbene su campi completamente opposti, a uno dei più bei romanzi di quest'anno. Through the ever night è il secondo volume della trilogia distopica dell'autrice. Qui in Italia la Sonzogno ha portato il primo volume e poi ha interrotto la serie perciò se volete continuare a leggere la storia di Aria e Perry dovrete obbligatoriamente rispolverare il vostro inglese. Through the ever night è stato- secondo me- un ottimo secondo libro, denso di azione nonstop, ben equilibrato e con una punta di drammaticità che mi ha sorpresa. Lo stile della Rossi mi è sempre piaciuto e qui non fa eccezione: ho adorato i pov alternati! Allo stesso modo ho amato moltissimo i personaggi che oltre a essere originali e carismatici sono stati descritti molto bene e approfonditi adeguatamente. Mi sono piaciuti i conflitti che l'autrice ha generato in loro perché li ho trovati verosimili e plausibili, il tocco drammatico di cui sopra poi, ha reso tutto più toccante e commovente. 
Perciò sì, la seconda prova dell'autrice per me è promossa a pieni voti per me! E ora non ci resta che aspettare Into the still blue!! :D

Coinvolgimento: 5/5
Stile: 5/5
Personaggi: 5/5
Vicenda: 4/5

Giudizio: 4.75/5


Uscita dal tunnel della distopia sono piombata in quello del thriller e così mi sono finalmente decisa a leggere qualcosa di John Grisham famossimo autore di legal thriller. Il re dei torti è stato il mio primo romanzo di questo genere e di questo autore che io abbia mai letto. Non avendo quindi termini di paragone con cui confrontarmi prendete il mio giudizio con le pinze. In generale devo dire di aver apprezzato il lavoro di Grisham.  Nel particolare, però devo dire di aver trovato alcuni aspetti che non mi hanno convinto. Lo stile, per esempio, non è stato dei migliori: l'ho trovato parecchio lineare e semplicistico. Inoltre, a mio modesto parere, su un romanzo del genere la prima persona sarebbe stata una scelta più che azzeccata, l'uso della terza persona da parte dell'autore ha avuto come conseguenza una sorta di presa di distanza dal lettore, impedendogli così una totale immedesimazione nel personaggio di Clay che era, invece, molto empatico e "disponibile" per ricoprire questo ruolo. I personaggi sono stati poi l'altro punto che mi ha convinto ma solo fino a un certo punto; sopratutto Max Pace che non sono riuscita a comprendere fino in fondo. O meglio, non sono riuscita a comprendere le scelte compiute dall'autore su di lui. Un personaggio così pieno di potenziale e di mistero e Grisham che fine gli fa fare? 
Infine il finale. Va bene l'happy ending ma questo l'ho trovato un po' troppo costruito e artificioso. In conclusione, quindi, posso dire di aver apprezzato l'idea di base del romanzo, ma tutti gli altri aspetti invece mi hanno lasciato un po' perplessa e forse riuscirò a comprenderli maggiormente leggendo altro dell'autore (cosa che ho tutta l'intenzione di fare!). Per ora una buona partenza ma data la fama di Grisham voglio di più la prossima volta!

Coinvolgimento: 4/5
Stile: 3/5
Personaggi: 4/5
Vicenda: 3/5

Giudizio: 3.75/5


Ultimo libro di cui vi parlo oggi è anche l'ultima lettura che ho concluso da pochissimo. Dopo innumerevoli anni di permanenza nella mia wl finalmente ho messo la mani su Shutter Island di Dennis Lehane autore che volevo leggere da sempre! L'isola della paura è stato un ottimo thriller, ben articolato su più livelli, che gioca altrettanto bene con la psiche dei personaggi e del lettore! Non posso davvero dire nulla di più per non rovinarvi il piacere di leggere questo bel thriller psicologico, ma se amate il genere è certamente una lettura (quasi) obbligata. Personalmente devo ammettere di essere rimasta piuttosto sorpresa dal finale ma sopratutto dalle battute finali che l'autore ha scelto di "dare" al protagonista e che segnano così, inesorabilmente, il suo destino. Ho apprezzato moltissimo il necessario approfondimento psicologico e la motivazione dietro ogni gesto che il protagonista compie che ho trovato insieme profondamente drammatico ma anche, a suo modo, romantico. Leggerò sicuramente altro dell'autore e molto probabilmente lo rileggerò per cogliere maggiormente tutti i dettagli; per ora Shutter Island si porta a casa il massimo dei voti!

Coinvolgimento: 5/5
Stile: 5/5
Personaggi: 5/5
Vicenda: 5/5

Giudizio: 5/5



sabato 8 febbraio 2014

In my mailbox - Gennaio



Cari Lettori,
oggi è tempo di una nuova puntata di In my Mailbox!

Ideata da The Story Siren, In my Mailbox è una rubrica in cui si presentano le nuove entrate che si sono aggiunte alla nostra libreria. Sarà a cadenza mensile.
E dunque, senza altri indugi, ecco qui quello su cui sono riuscita a mettere le manine! :D

A Gennaio ho comprato come se non ci fosse un domani! Durante il mese di Gennaio ho fatto spese folli! Ebbene sì, sarà stato lo shock di non aver ricevuto manco mezzo libro a Natale, ma tra i soldi accumulati durante le feste, le carte regalo e gli sconti ho dato fondo al portafoglio e appagato il mio impulso allo shopping libresco. Perciò preparatevi,  agguantate i pop corn, mettetetivi comodi sulla vostra sedia perché questa sarà una lunga, lunghissima, puntata! Via!


Partiamo dagli acquisti del mercatino! Tutto il ben di dio della foto per 20€! Immaginatevi la mia faccia!
Partendo dall'alto abbiamo:
- Shutter Island di Dennis Lehane, un thriller che volevo leggere da anni! Ora finalmente potrò anche vedermi il film che ho sempre rimandato perché volevo assolutamente leggere il libro prima.
- Il re dei torti di John Grisham, autore molto prolifico e apprezzato per i suoi legal thriller. Mi incuriosiste tantissimo.
- Casa di foglie di Mark Z. Danielewski. Libro introvabile, perché ormai fuori catalogo, se non nell'usato o, come in questo caso, nelle biblioteche.
- Fatherland  di Robert Harris, romanzo ucronico che mi ispira tantissimissimo! Non vedo l'ora di leggerlo!
-Legacy di Caila Kluver. Il mio peccato! Ammetto di averlo preso perché ha una cover bellissima.
- Sotto la pelle di Michel Faber. Un romanzo ambientato nelle Highlands scozzesi: non aggiungo altro.
- La mano sinistra di Dio di Paul Hoffman. Un fantasy controverso su cui ho sentito un po' di tutto, ma che sono ansiosa di leggere.
-La giuria di John Grisham. Stesso discorso per il libro precedentemente. Da questo romanzo, inoltre, è stato tratto anche un film che ovviamente non mancherò di vedere.
- La veggente di Kay Hooper. Ha la copertina verde lime!! Ha la copertina verde lime!!! E il punteggio di Goodreads è ridicolmente alto per un thriller. Perciò why not?!
- Timeline di Michael Crichton. Celeberrimo romanzo da cui è stato tratto anche un film, ho sempre voluto leggerlo e ora finalmente ho l'occasione!!


Proseguiamo con gli acquisti/regali:
- Il guardiano dei demoni di Peter V. Brett. Non vi annoio più con questo libro, tanto oramai sapete che cosa ne penso :)
-Un libro per Hannah di Mirjam Pressler gentilmente inviatomi dalla casa editrice.
- Il principe dei fulmini e Il re dei fulmini di Mark Lawrence rispettivamente il primo e il secondo libro della serie dark fantasy Prince of thorns. Bello il primo, devo ancora leggere il secondo
- Storia d'inverno di Mark Helprin il regalo di Federico per il nostro complimesse :)
- Dark Divine di Bree Despain un urban fantasy molto interessante e che mi ispira moltissimo!
- Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro. Il libro che ha ridotto il mio  cuoricino a una massa scomposta e dolorante. Leggetelo!
- American Psyco di Bret Easton Ellis. Libro che voglio leggere da una vita e chieho avuto finalmente in coraggio di comprare!


E terminiamo, infine, con gli acquisti in lingua (della serie non ci facciamo mancare proprio nulla!)
- The desert spear di Peter V. Brett. Il secondo volume della serie The demone cicld.
- Through the ever night di Veronica Rossi. Il secondo capitolo della serie Under the never sky. L'ho già letto ed è molto bello!
- Champion di Marie Lu. Il libro conclusivo della trilogia di Legend, libro a cui mi devo adeguatamente preparare prima di poterlo affrontare e se avete letto Prodigy sapete a cosa mi riferisco!!
-Just one year di Gayle Forman il seguito di Just one day.

E questo è tutto!! Dite che ho esagerato un po'?
Comunque sono curiosa, avete letto qualcuno di questi libri? Ne conoscete alcuni? Fatemi sapere cosa ne pensate!



martedì 4 febbraio 2014

Yes & No (24)




Cari Lettori,
come ogni fine mese eccoci arrivati a una nuova puntata di Yes & No, rubrica mensile del blog nella quale, facendo un bilancio delle mie letture, promuoverò il miglior e il peggiore libro del mese. Semplice no?
Partiamo subito allora...


Gennaio è stato un mese molto proficuo in termini di numeri di libri letti: ben 8! E tra questi ho trovato sicuramente alcune letture davvero magnifiche che, come al solito, mi hanno mandato in tilt quando si è trattato di scegliere quella migliore del mese! 
Ecco qui la lista:
  • Il principe - Cassandra Clare
  • Mezzanotte nel giardino del bene e del male - John Berendt
  • Il guardiano dei demoni - Peter V. Brett
  • Just one year - Gayle Forman
  • Il principe dei fulmini - Mark Lawrence
  • Non lasciarmi - Kazuo Ishiguro
  • Through the ever night - Veronica Rossi
  • Il re dei torti -John Grisham
Scegliere il libro Yes è stato come al solito un parto! Questo mese ben due libri si sono dati battaglia a colpi di emozioni: Il guardiano dei demoni e Non lasciarmi. Il primo mi ha stupito per il messaggio veicolato attraverso la narrazione fantastica e per la tridimensionalità del mondo evocato dall'autore; il secondo, invece, per la potenza dei sentimenti evocati e per le riflessioni suscitate durante la lettura. Come vedete, quindi non è stata affatto una scelta facile ma, dovendo necessariamente dare un titolo, direi *rullo di tamburi* Non lasciarmi di Ishiguro! Di cui, ovviamente, non ho ancora scritto la recensione! hehe (arriva presto, promesso!) Un libro bello, bello, bello!!! Leggetelo se non l'avete ancora fatto!


Per il libro Ni questo mese abbiamo un candidato ovvero Just one year della Forman. Un libro che avrebbe potuto dare molto, molto, di più ma che invece si è stabilizzato su un livello alquanto mediocre. Manchevole sotto diversi punti di vista mi ha lasciata con l'asciutto in bocca e un pensiero ricorrente: "Beh? Tutto qui?!"


Per Gennaio, invece, nessun candidato al titolo di libro No. Fortunatamente! :)

E questo è tutto! E voi, quali sono state le vostre letture yes&no del mese?


domenica 2 febbraio 2014

Aforismi e citazioni

Cari Lettori,
eccoci giunti con un nuovo appuntamento per la frase librosa del mese.
Per il mese di Febbraio ho scelto...

"I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale." -Amos Oz

Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate e se siete d'accordo con la frase. Personalmente la trovo una verità inappellabile e profondamente vera, sopratutto se penso ai molti volumi che ancora mi attendono impolverandosi :)

A presto!

sabato 1 febbraio 2014

Made in Italy

Cari Lettori,
oggi è tempo di un nuovo appuntamento con Made in Italy, lo spazio in cui vi presento le opere di autori esordienti italiani.Per questa nuova puntata ho il piacere di parlarvi dell'opera prima di una giovane autrice appartenente al genere fantasy!

L’Ombra del Mondo: la profezia dimenticata
Vittoria Sacco
De Ferrari
254 pagine
16,00 € versione cartacea
7,00 € versione ebook


Il Mondo Parallelo è riemerso portando con sé un talismano legato ad una profezia e venti di guerra. Le Quattro Terre dovranno scindersi tra l’Alleanza del Mondo Parallelo, capeggiata dai quattro saggi e incentrata sul culto delle Arti Antiche e la sua antitesi, l’Impalpabile, sorretta dai maghi e dalle arti alchemiche. I due enti tenteranno una corsa sfrenata per avere dalla loro parte la detentrice del talismano che appartiene alla rara stirpe dei bambini prodigio, esseri con poteri sovrannaturali ed eredi degli Antichi Avi, fondatori delle Quattro Terre. I due eserciti si scontreranno innumerevoli volte incrociando la vita di diversi personaggi, tra agguati, storie d’amore e ricerche sulla prorpia identità. In uno scenario apocalittico e remoto che può sembrare tuttavia attualissimo, dove distinguere il bene dal male non sarà sempre così semplice, riuscirà la prescelta a lasciarsi guidare da sentimenti nobili e dal suo istinto per riportare le Terre in equilibrio?

L’Ombra del Mondo: il doppio pesce
Vittoria Sacco
De Ferrari
272 Pagine
16,00 € versione cartacea
7,00 € versione ebook


Attraversando le profondità della Vera Fonte, Dunvel toccherà tutti i suoi demoni per affrontare l'ardua prova dell'investitura a saggio. Nel contempo, la sfrenata corsa delle due fazioni in lotta per riunire il Libro dei Mutamenti, faranno dubitare Dunvel e i suoi compagni delle vere intenzioni dell'A.M.P.. La detentrice del talismano rinnegherà quindi ogni fedeltà all'organizzazione che l'ha cresciuta, lasciando la Waterlandy di nuovo senza comandante. Sarà Cristal ad assumere l'arduo ruolo di guida dell'equipaggio dell'impavido deafano. A spalleggiarla ci saranno i suoi inseparabili compagni, Claus, Chyio, Heiji, Fly e Tobia. Ma ore oscure e sventure si abbatteranno sui membri della Waterlandy. Messa in allarme dal "Risveglio del Simbolo" che inevitabilmente sembra impadronirsi di Erwan, Dunvel partirà alla sua ricerca. Un incontro, movimentato da un viaggio karmico e dai risvolti imprevedibili, sorprenderà i due protagonisti. Dunvel si scontrerà poi con gli abitanti delle ribelli Isole Solidali, imparando la forza della natura umana, dell'unione e della fratellanza. Riuscirà Dunvel a placare la bestia che si è risvegliata in Erwan e a non deludere le aspettative dei compagni della Waterlandy e dell'Alleanza prima che Gareth domini sulla totalità delle Quattro Terre?

L'autrice

Vittoria Sacco nasce a Milano nel 1988. Ricercatrice scientifica e dottoranda all’Accademia di Giornalismo e dei Media all’Università di Neuchâtel in Svizzera, Vittoria si occupa di nuove tecnologie e dell’evoluzione del giornalismo nel Web. Di madrelingua francese e italiana, Vittoria ha frequentato dalla prima infanzia il Lycée Standhal di Milano. Nel 2006 ottiene la maturità scientifica con specializzazione in matematica.
Nello stesso anno ottiene il diploma di istruttore di Karate con lode e la sua cintura nera, approfondendo la filosofia orientale. La palestra diventerà la sua casa e il suo rifugio dove insegnerà arti marziali fino alla sua partenza dall’Italia. Dopo aver brevemente frequentato l’Università Cattolica di Milano in economia, nel 2008 si trasferisce a Neuchâtel in Svizzera trovando lavoro e continuando in parallelo gli studi. Nel 2009 consegue la laurea triennale in economia con specializzazione in management e nel 2011 si specializza con lode in statistica, intraprendendo la sua attuale attività con pubblicazioni e conferenze nel mondo.

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