Cari lettori,
eccoci ritrovati con il nostro appuntamento settimanale dedicato alla poesia.
Il componimento di questa volta è il Carme 5 di Catullo.
Una delle poesie più belle, a mio avviso.
Vivamus mea Lesbia,atque amemus,
Rumoresque senum severiorum
Omnes unius aestimemus assis.
Soles occidere et redire possunt;
Nobis cum semel occidit brevis lux,
Nox est perpetua una dormienda.
Da mi basia mille, deinde centum,
Dein mille altera, dein seconda centum,
Deinde usque altera mille, deinde centum.
Dein, cum milia multa fecerimus,
Conturbabimus illa, ne sciamus,
Aut ne quis malus invidere possit,
Cum tantum sciat esse basiorum.
Il carme è in latino, dunque, propongo una traduzione:
Dobbiamo mia Lesbia vivere, amare,
le proteste dei vecchi tanto austeri
tutte, dobbiamo valutarle nulla.
Il sole può calare e ritornare,
per noi quando la breve luce cade
resta una eterna notte da dormire.
Baciami mille volte e ancora cento
poi nuovamente mille e ancora cento,
e dopo ancora mille e ancora cento,
e poi confonderemo le migliaia
tutte insieme per non saperle mai,
perché nessun maligno porti male
sapendo quanti sono i nostri baci
Non è davvero bellissima?
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