giovedì 20 gennaio 2011

Due chiacchiere con...Andrea G. Colombo

Cari Lettori,
oggi ho il grandissimo piacere di ospitare uno scrittore italiano, autore di un romanzo che ho molto apprezzato , il Diacono, edito per la Gargoyle Books
A breve la recensione, ma ora diamo il benvenuto ad Andrea G. Colombo!!!

La prima domanda, tanto per rompere il ghiaccio, vuoi presentarti ai lettori di Forgotten Pages?

Rompiamolo questo ghiaccio! Grazie per l'ospitalità e ciao a lettrici e lettori del blog.

Sono un grande appassionato di narrativa e cinema di genere, horror e thriller. Ho iniziato parecchi anni fa sulle fanzine cartacee (ormai preistoria), poi nel 1996 realizzai una una webzine e un sito internet, Horror.it. Passano gli anni e inizio a pubblicare racconti su diverse antologie, a curare riviste da edicola come Horror Mania e Thriller Mania, e altre cosette divertenti...

Innanzitutto devo chiederti: ci sarà un seguito vero? dimmidisidimmidisi!!:D

Tidicodisì! ;)


Sto giusto rimuginandoci su in questo periodo. Ho intenzione di sorprendere un po' i lettori. Vedremo cosa ne verrà fuori. Quello che so per certo è che cercherò di fare in modo che, così come il primo, anche il secondo volume sia un romanzo godibile a se stante: ci sarà un inizio e una fine, niente sarà lasciato in sospeso.

Niente accade per caso: tu credi nel destino?

Diciamo che spesso ci sono coincidenze che mi lasciano stupefatto.


Si tratta solo di avere un minimo di spirito di osservazione. Non ne faccio una malattia, però per il romanzo ho voluto costruire una trama che avesse questa idea di fondo.



Man mano che andavo avanti con la lettura, la vicenda si sviluppava sempre più, ingrandendosi e complicandosi, svelandosi in tutta la sua portatata. Non ho potuto fare a meno di pensare, come ti è venuta l'ispirazione per tutta la storia?C'è stato un momento in cui hai capito che volevi raccontare questa storia?Che cosa ti ha fatto scattare?

Come ho già avuto modo di dire, su questo progetto ho riflettuto per parecchio tempo, eppure nel momento in cui mi sono messo a scrivere, ho subito imboccato direzioni impreviste. Credo che quando delinei bene i personaggi e le situazioni, è come se la storia procedesse da sola, seguendo percorsi che nemmeno tu conosci e che scopri via via che li percorri.


I fatti si susseguono a catena, sei costretto a seguirli, a inseguirli, ma avendo ben chiaro in testa dove vuoi andare a parare, cerchi di pilotare il treno impazzito sul quale ti trovi. L'importante è arrivare alla stazione finale avendo cura di non aver dimenticato nessuna delle fermate intermedie: quello che accade durante il viaggio è una sorpresa.

Pensavo anche, tenere a mente i particolari, non deve essere stato facile, farli combaciare,credo, neanche. Come ti approcci di solito alla scrittura, hai qualche rituale strano? C'è un momento della giornata che prediligi per scrivere?hai avuto momenti di sconforto? E poi perdonami per l'ovvietà della domanda, ma c'è qualche scrittore a cui ti sei ispirato (se ce ne sono stati)?

L'unico rituale che ho è di chiudermi nel mio studio, mettermi davanti al PC e mettermi le cuffie. Ascolto musica per trovre il ritmo giusto e poi inizio a scrivere. Quando sono un po' scarico, allora leggo un po' (la lettura fa scattare meccanismi strani), faccio altro finché non mi viene l'urgenza di pestare sulla tastiera. Ho sempre a portata di mano una moleskine per prendere appunti, strumento indispensabile quando scrivi un romanzo complesso e devi poi far quadrare tutto. Ho buona memoria, e questo aiuta, ma fissare su carta i concetti fondamentali aiuta a non entrare nel panico nei momenti difficili.


E ce ne sono, di momenti difficili, puoi starne certa.


Riguardo all'ispirazione, io ripeto sempre la stessa metafora: il cervello è una spugna. Più leggi e più assorbi, stimoli diversi, stili diversi. Poi spremi il cervello (la spugna) e quello che ottieni è un concentrato di tutto quello che hai visto e letto negli anni passati. Per avere uno stile originale, una voce propria, credo sia indispensabile leggere tanto e leggere autori e generi diversi.

Le tue descrizioni e spiegazioni sono molto accurate, precise e molto attendibili. Come spieghi alla fine del libro, ti sei naturalmente documentato. Come lo hai fatto?hai riscontrato difficoltà in ciò?


Ho effettuato dei sopralluoghi per quanto riguardava gli scenari principali del romanzo. Sono andato a visitare monasteri, chiese, città... Barcellona e Roma. Poi ho usato altri scenari che conoscevo bene per esserci stato in passato.


Ho letto libri sull'argomento, manuali e saggi. Ho spulciato internet e ho parlato con diverse persone. Se avevo un dubbio, su qualsiasi cosa, scattava la ricerca di informazioni. E' un lavoro interessante, ma che richiede parecchio tempo e molte energie, per questo la prima metà abbondante del romanzo è stata assai difficile da scrivere: le informazioni necessarie erano davvero tante. Quando poi ormai avevo costruito il mio mondo e ben delineato i personaggi, tutto ha iniziato a scorrere più velocemente.

Un'altra domanda che mi ronazava in testa (forse perchè ti confesso, al solo nome di esorcista a me viene una fifa blu! Perciò sii orgoglioso del fatto che ho letto tuutto il tuo libro XD)era perchè scrivere un libro la cui vicenda si basa su questi argomenti?Volevi veicolare un messaggio particolare?Oppure no?

Sono molto orgoglioso che tu lo abbia letto, perché vedi, non c'è miglior lettore per un libro come il mio, di un lettore che abbia paura degli argomenti che tratto. Avercene!


Riguardo al perché, onestamente non ti so rispondere. Ci sono argomenti che ci toccano più di altri, e per capire il motivo di questa preferenza dovremmo scavare a fondo nel nostro subconscio. Su di me, le storie di demoni e apocalissi hanno sempre suscitato un fascino indescrivibile, forse perché mi parlano del senso della vita, dell'avventura umana e della nostra mortalità. Robetta da nulla, non so se mi spiego...

dico la verità....il finale mi ha veramente spiazzato!Complimentissimi perchè tutte le ultime pagine erano una sorta di calamita dal quale è impossibile staccarsi.... ma Nadia?!? Sono rimasta 10 min di stucco a rileggere la parte.....è veramente finita così?!?!

Le ultime pagine sono pensate come un countdown che consiglio vivissimamnte di leggere tutto d'un fiato. Quindi mai staccarsi dal libro. Potrebbe essere pericoloso... quasi come svegliare un sonnambulo...


Riguardo a Nadia, le cose sono davvero come le hai lette, rassegnati.


E ha un senso questa cosa.


Ma in qualche modo, sentirai ancora parlare di Nadia prossimamente. però non chiedermi più nient'altro, non ti risponderò nemmeno sotto tortura.

E infine, forse ho letto troppi libri di Dan Brown, ma perchè hai dato a Tessa le sembianze di una donna?

Dan Brown, in questo caso, non c'entra nulla. Tessa incarna il mito di Jezebel, una figura biblica. Una sacerdotessa del culto di Baal, un demone antico, seduttore, terrificante e spietato. Se penso al demonio che cerca di farsi carne, penso che voglia assumere una forma che sia di per se stessa fonte di tormento per l'uomo. E in ebraico, Jezebel significava "colei che fa impazzire gli uomini". La sua sola presenza è frutto di sofferenza, perché fonte di desiderio e quando si desidera qualcosa senza poterla possedere, inizia il tormento.


E' una metafora dei nostri tempi. Vogliamo sempre quello che non abbiamo (o non possiamo avere) e ciò ci crea disagio e sofferenza. Ed è a quel punto che il diavolo ci mette lo zampino...


Grazie ancora all'autore per essere stato così disponibile e per aver risposto a tutte le domande!
Un consiglio, leggete questo libro, perchè non ne resterete delusi!
A presto

3 commenti:

  1. Intervista super interessante, i miei complimenti! :D

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  2. Hello there! What a wonderful interview you two! It is nice to meet you Andrea!

    Just poppin in honey to show my support!!! Have a great weekend! Don't study to much! Hugs!!!

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