domenica 22 settembre 2013

Recensione - Angelopolis

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

ANGELOPOLIS 
DANIELLE TRUSSONI
NORD
18,60 €
406 PAGINE
ED. RILEGATA
(# 2 Angelology)



Trama
(dalla copertina)

Da millenni si muovono nell'ombra. Sono spietati, implacabili, immortali. Sono i Nefilim, creature nate dall'unione tra gli angeli che hanno osato sfidare Dio e gli umani. Nel corso dei secoli, hanno vissuto in mezzo a noi, per dominarci. Sono stati condottieri, re, imperatori. E, ancora oggi, governano le sorti del mondo. Da generazioni combattono nell'ombra. Sono gli angelologi, una società segreta di studiosi, religiosi e... cacciatori. Nel corso dei secoli, si sono opposti con ogni mezzo al Male sceso sulla Terra con un battito d'ali. E, ancora oggi, sono alla ricerca dell'arma che possa annientarlo. Sono trascorsi dieci anni, ma Verlaine non può dimenticare: le ali scure di Evangeline che si stagliano contro il cielo di New York sono sempre lì, davanti ai suoi occhi, a rammentargli come la donna che ama - un tempo fedele alleata degli angelologi - sia diventata una Nefilim. Era stato allora, al cospetto di quel tradimento supremo, che lui aveva giurato di dedicare ogni istante della propria vita al tentativo di salvarla. Eppure, quando Evangeline gli appare improvvisamente davanti, in una stradina di Parigi, lui si rende conto che affrontare da solo una creatura così imprevedibile e pericolosa sarebbe un'assoluta follia. Ma gli angelologi cui si rivolge vogliono aiutare Evangeline o annientarla? E perché l'esito di quella missione sembra dipendere da un oggetto leggendario, forse sepolto nei sotterranei di Parigi, forse nascosto in un palazzo di San Pietroburgo?

Commento Personale

Dopo aver letto e apprezzato il romanzo d'esordio di Danielle Trussoni, Angelology, avevo altissime aspettative per questo secondo capitolo della trilogia. Ammetto  di averlo,  forse, un po' troppo idealizzato già in partenza, ma credevo che in Angelopolis avrei ritrovato lo stesso coinvolgimento del precedente romanzo e anche qualcosina in più, poichè l'autrice avrebbe sicuramente apportato delle migliorie lì dove, invece, l'altro libro era risultato un tantino lacunoso. Purtroppo però Angelopolis è stata una cocente delusione sotto questo punto di vista! Innanzitutto, gli eventi narrati nel romanzo accadono dieci anni dopo quelli narrati in Angelology, ma nessun elemento di collegamento ci dà il minimo indizio su cosa i protagonisti abbiano fatto in questo lungo lasso di tempo, nè i loro sentimenti nè le loro azioni. E ogni informazione concessaci dall'autrice è comunque troppo stringata e non adeguatamente esplicata. Già questa partenza è riuscita, quindi, a destabilizzarmi non poco: credevo di conoscere i personaggi dal romanzo precedente, ma sono passati dieci anni e, a fronte dei cambiamenti avvenuti nel finale di Angelology, i protagonisti hanno inevitabilmente subito un cambiamento sia caratteriale che fisico; tuttavia i dettagli della loro metamorfosi e della loro crescita interiore ci sono stata preclusi già in partenza dall'autrice, che non si è sufficientemente soffermata su di essi. Ma a parte questo- che è comunque una mancanza, ma che si sarebbe potuta comunque tollerare- quello che maggiormente è mancato in questo libro è stata, a mio modesto parere,una bella revisione! Sì perchè Angelopolis sembra una bozza, uno scheletro di romanzo non ancora riempito di scene e particolari lì dove, invece, avrebbero dovuto esserci. L'architettura di un palazzo senza muri e pavimenti. Nessun elemento della storia è posizionato per il puro gusto di intrattenere il lettore, perchè  in Angelopolis si trovano solo scene primarie utili allo svolgimento della storia principale ma che in nessun modo sanno intrattenere il lettore e, sopratutto, che non sono assolutamente collegate tra di loro. Il libro sembra scritto di fretta, non revisionato nè corretto o ampliato in tutti quei punti in cui avrebbe dovuto avere maggiore sostanza. E tutto ciò ha importantissime ripercussioni sulla storia, sui personaggi e sopratutto sul lettore, che non si sente preso e perso all'interno delle dinamiche del romanzo, sostanzialmente perchè non ha modo di assaporare particolari, ambientazioni o descrizioni. L'introduzione di personaggi dal nulla, che sbucano fuori a seconda delle prerogative dell'autrice; l'abbozzo caratteriale e fisico dei personaggi, che agiscono più come automi che come persone reali; la mancanza assoluta di cura per i dettagli nelle descrizioni e le molte contraddizioni che si trovano all'interno anche di una stessa pagina sono tutti problemi figli di quello principale: la poca sostanza su cui si regge il libro. Angelology era un mix perfetto di azione, storia, religione e passione ma Angelopolis è solo un groviglio di azione e rivelazioni (più o meno plausibili) gettate in pasto al lettore per accontentarlo, senza nulla a supporto. Durante la lettura si legge, si scorre con gli occhi la frase cercando di assimilarla e di proiettarla in qualche modo nella propria testa, ma il momento immediatamente dopo la scena è già cambiata, i personaggi stanno agendo nel modo esattamente opposto a come si comportavano precedentemente e la rivelazione appena piovuta dal cielo non ha tempo di solidificarsi e di produrre quello stupore e quell'eccitazione che invece dovrebbero competerle. Si legge sempre di fughe e inseguimenti, di sparatorie e attacchi ma, i collegamenti e le scene accessorie che sono il vero condimento del romanzo, sono assenti e latitanti per tutta la durata del testo.
Per questo dico che Angelopolis è stata una cocente delusione. Assolutamente non all'altezza del suo predecessore, è il classico romanzo di transizione con pochissima sostanza, che in definitiva lascia ancora più perplessi e pieni di domande del cliffhanger del primo libro. Le quattrocento pagine sono scolorite, pallide imitazioni delle reali capacità dell'autrice mostrateci in Angelology: non sanno intrattenere e hanno perso la capacità di emozionare e coinvolgere. I concetti, le rivelazioni su cui si basa il libro sono buone, ma non basta scriverle per incontrare il favore del lettore, vanno coltivate e ampliare, ingrassate con quei particolari che  sono dettagli ma che possono fare di un ammasso di frasi un libro in grado di restare nel cuore di chi legge. 

Coinvolgimento

Sono partita con ottime aspettative ma, man mano che la lettura procedeva, sono stata sempre più delusa. Momenti di grande tensione, dovuti alle numerose rivelazioni e colpi di scena che si susseguono, si alternano a momenti di frustrazione dovuti allo "sballottamento" del lettore da una parte all'altra del romanzo senza spiegazioni o approfondimenti. Naturalmente il coinvolgimento non è stato nullo, merito anche dello stile, ma non è assolutamente paragonabile con quello del primo libro. 3/5

Stile

Sicuramente la parte del romanzo che ho apprezzato maggiormente, forse perchè è rimasto sostanzialmente invariato, sebbene anche esso non ha potuto esprimersi al massimo delle sue  potenzialità dato che è mancato l'appoggio di un solido background sul quale sviluppare dialoghi e descrizioni. In ogni caso, posso certamente ritenermi una fan dello stile della Trussoni: estremamente fluido e assolutamente godibile, persino in condizioni estreme. 4/5

Personaggi

Come detto precedentemente, alcuni saltano veramente fuori dal nulla senza che si sia mai sentito parlare di loro e, cosa ancora peggiore, la loro comparsa non è accompagnata da adeguate descrizioni nè da dettagli sufficienti. Risultano invece piazzati lì, ad uso e consumo dell'autrice. Inoltre, i personaggi principali, ovvero Verlain ed Evangeline, hanno troppo poco spazio all'interno del romanzo e questo è stato un vero peccato, dato che il poco romanticismo presente nel libro è ridotto davvero all'osso. In generale non posso dire di essermi emozionata particolarmente leggendo di tutti loro...e la cosa mi dispiace enormemente! 3/5

Vicenda

Abbozzata e sbiadita, frettolosa e poco caratterizzata. Crea più domande che risposte. Rivelazioni su rivelazioni ma alla fine non si giunge a nessuna conclusione. Il ruolo delle uova Fabergè, ad esempio, io non l'ho ancora capito! Inoltre, si perde di vista il punto cruciale della situazione: Verlaine deve recuperare Evangeline, ma tutta la storia sembra ruotare completamente attorno ad altro.
Per i dettagli, comunque, mi sono ampiamente espressa prima, di certo sono rimasta amaramente delusa dall'intera vicenda! 2/5

(Cover & Edizione: Mistero sul cambio di cover da parte della casa editrice. A me non piace assolutamente(che novità eh?!) sopratutto se confrontata con l'originale che, oltre a essere molto bella, era anche particolarmente attinente al libro. Questa è anonima e ...non capisco cosa mi voglia rappresentare!!O.o L'edizione è curata e la traduzione, anche se il traduttore è stato cambiato, risulta comunque godibile . 3/5 )



Consigliato? Se avete amato Angelology posso capire che non vedrete l'ora di leggere anche questo! Onestamente però io non spenderei mai il prezzo di copertina, sopratutto ora che conosco il contenuto! Se riuscite, aspettate l'edizione economica!

Giudizio: 3/5


sabato 21 settembre 2013

In libreria e online: Obsession

Cari Lettori,
oggi voglio parlarvi di una nuova lettura, che diversamente dal solito, non troverete in libreria (o almeno non quella classica!), ma che ugualmente ha destato la mia curiosità! Made in Italy al 100% e scritta da una giovanissima autrice, Obsession è un romance storico che si preannuncia denso amori controversi e passioni travolgenti! 

Obsession
Valentina C. Brin
Youcanprint
474 pagine
ed. brossurata e ebook
19,90 € (cartaceo)
3,99 € (digitale)
Sito autrice
Dove acquistare il romanzo


Inghilterra, 1715. Quando Eleanor White arriva a Collingwood porta con sé la dignità di chi fa parte del popolo, l’amarezza di un amore tradito e la determinazione ad aiutare la propria famiglia con ogni mezzo. Peccato che non sappia quanto sia sconvolgente quello che l’aspetta in quella tenuta, rifugiato nell’ombra di rifiuto e rancore che gli affoga il cuore: Ashton Spencer, conte di Collingwood, è un uomo violento che rifiuta l’amore in ogni sua forma. Un uomo in cui è destinata ad attecchire un’ossessione profonda e incontenibile, struggente, violenta come la sua stessa anima. Ma come fare, quando l'unica donna che desideri è la sola che non puoi avere? Sullo sfondo della prima rivolta giacobita, una storia d'amore indimenticabile. Un romance storico che vi stregherà.

L'autrice


Valentina C. Brin è nata a Padova nel 1985. Sogna storie da quando era bambina, ma ha iniziato a scriverle soltanto nell'adolescenza.
Tra una lettura di un fumetto e di un libro, si è laureata in Psicologia. Ballerina - o meglio, balleronza - moderna da nove anni, ama la danza in tutte le sue forme anche se la penuria di tempo e di soldi l'hanno costretta a scegliere soltanto uno stile da praticare. La danza non è l'unico talento inascoltato che avrebbe potuto mettere a frutto dall'infanzia: la natura l'ha dotata di una buona mano nel disegno, ma quando tutti le consigliavano di fare il liceo artistico lei ha scelto il magistrale. Ama i suoi gatti, che non la lasciano scrivere; ama il suo ragazzo, che non la lascia scrivere. Li amerebbe un po' di più se le permettessero di farlo. Pubblica storie originali dal 2003 su EFP. Nel 2011 ha collaborato con “Il resto del Calini”, giornalino scolastico del liceo Calini di Brescia, pubblicando sulle sue pagine il racconto “Papercut”. Obsession, precedentemente pubblicato proprio su EFP, è il suo romanzo di esordio.

Un estratto


«Bu… giardo.» Il giovane Spencer la guardò stoico. Si allontanò da lei senza mai distogliere gli occhi da quella donna e dallo sguardo ricolmo di accuse con cui lei lo inchiodava, freddo, come se Eleanor valesse meno del terreno su cui camminava. Come se fosse un insetto indegno della benché minima attenzione. «Ripeti.» Eleanor tossì. Fece un paio di respiri profondi, ma quando rialzò lo sguardo su di lui, Ashton scoprì che i suoi occhi non avevano mai smesso di accusarlo. C’era disprezzo, c’era sdegno, c’era rancore, ed era tutto per lui. «Ho detto che siete un bugiardo. Avete fatto credere a vostro fratello che siamo amanti. Che mi volete.» «Dov’è il problema? Ti disturba che Daniel abbia creduto a una bugia?» Ashton sogghignò, la sua mente che lavorava celere mentre il cuore gli suggeriva nuovi modi per piegare Eleanor e ritrovare quell’arrendevolezza che la bestia dentro di lui esigeva. «Allora smettiamo di mentire.» Le prese la mano, toccandola delicatamente come se fosse fatta di cristallo. Baciò la pelle del polso una, due, tre volte. Lo fece in modo così lento, così vizioso, così vergognoso… Una pressione leggera e indecente, le labbra che suggellavano promesse carnali alla pelle sottile del polso. Fece tutto questo senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Eleanor. Occhi che divennero sorpresi e imbarazzati, occhi confusi, occhi vergognosi che non erano più ostili, né tanto meno indifferenti. Occhi che ricordavano carezze, calore, baci, e che non potevano fare a meno di legarsi a quelle immagini indecenti che il cuore gettava loro addosso. Erano occhi stregati che non potevano nascondersi, in attesa di qualcosa di più.


Per maggiori info


Presto la recensione di Obsession su Forgotten Pages. Stay tuned! :)




mercoledì 18 settembre 2013

Recensione - Taken

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

TAKEN
ERIN BOWMAN
SPERLING & KUPFER
308 PAGINE
16,90 €
ED. RILEGATA
(#1Taken)



Trama
(dalla copertina)

A Claysoot, una piccola comunità isolata dal resto del mondo da mura altissime, non ci sono uomini. Perché tutti i ragazzi scompaiono il giorno in cui compiono diciotto anni. Appena scocca l'ora fatidica, la terra trema, il vento infuria e una luce accecante cala dal cielo. Così, come per magia, del giovane non rimane più traccia. A pochi mesi dal suo diciottesimo compleanno, Gray si prepara ad affrontare la fine. Sa che nulla potrà sottrarlo al terribile destino che lo attende. Né il coraggio, né l'astuzia, né lo straordinario sentimento che lo lega a Emma, l'amica di sempre. Un giorno, però, Gray scopre per caso una lettera della madre, morta ormai da molti anni, e tutto cambia. Bastano poche righe perché il ragazzo capisca che nel suo passato si nasconde un segreto. Un segreto sconvolgente che potrebbe salvargli la vita. E porre fine alle misteriose sparizioni di Claysoot. Per sempre. Deciso a scoprire la verità, Gray trova il coraggio di scavalcare le mura e fugge dalla città insieme con Emma. E all'improvviso gli compare davanti un mondo che non avrebbe mai osato immaginare. Un mondo dove tutto è possibile. Vivere, morire e persino innamorarsi. Un'altra volta.

Commento Personale

Ci sono delle letture che ti rubano l'anima e il cuore. E ci sono delle letture che, invece, ti scivolano letteralmente addosso, senza riuscire a lasciare traccia del loro passaggio. Taken, esordio narrativo di Erin Bowman, appartiene - almeno per quanto mi riguarda- alla seconda categoria. Per quanto infatti abbia sperato e pregato che l'autrice nascondesse un asso nella manica, capace di ribaltate le sorti del mio giudizio, alla fine dei giochi Taken si è rivelato essere una lettura scorrevole e carina, ma nulla in più.
Innanzitutto non ho compreso, ammesso che ce ne sia mai stato uno, il fine di questo romanzo. Ci sono alcune letture, sopratutto se parliamo di distopici, che pur nel loro intento di narrare e intrattenere riescono anche a far passare un messaggio o, più semplicemente, una riflessione (mi viene in mente, per esempio Unwind). Ma in Taken non ho trovato nulla di ciò. L'autrice ci racconta le vicende del protagonista, Gray, ma a quale fine? Se la distopia non serve a riflettere o a veicolare un messaggio, perchè allora utilizzarla? Inoltre, non ho gradito moltissimo i rimandi, per me abbastanza evidenti peraltro, ad altri recenti libri distopici piuttosto famosi, quali ad esempio Hunger Games o Never Sky o Matched, che sono stati mischiati e usati, ad uso e consumo dell'autrice, per delineare il mondo del proprio romanzo. Quasi che altre alternative non fossero praticabili o la gamma di originalità si fosse esaurita.
Ma andando avanti nell'analisi, ho trovato un altro elemento fortemente negativo: il mondo in cui Gray ed Emma si muovono non è affatto caratterizzato adeguatamente e manca, infatti, di descrizioni fondamentali atte a spiegare al lettore background e scenari. E se inizialmente ciò può essere forse tollerato perchè è la visione parziale del narratore protagonista, successivamente non è più assolutamente accettabile perchè si trasforma in lacune di world building gigantesche e incolmabili. Durante la lettura sono addirittura arrivata a dubitare che ci trovassimo sulla Terra, parlando di ambientazione, dato che le uniche spiegazioni fornite dall'autrice sulle città di AmWest e AmEast (luoghi coinvolti nelle vicende narrate e in cui si svolgono i fatti) si sono ridotte alla sola pronuncia di tali nome nomi e alla semplice menzione che sono in guerra. Capite benissimo anche voi, dunque, che informazioni così sommarie, per tutta la durata del libro, non sono assolutamente sufficienti a caratterizzare un mondo o uno scenario. In diretta conseguenza di ciò tantissime altre domande sono destinate a rimanere senza risposte durante la lettura, ad esempio: le città  sono sormontate da una cupola, perchè? Perchè c'è mancanza di acqua? In che anno siamo? Perchè c'è stata una seconda guerra civile? ecc..
Andando ancora oltre devo dire che ben poco riesco a salvare dell'intero intreccio: la parte ambientata a Claysoot mi ha ricordato  tantissimo il film The Village e, insieme al resto del romanzo, non ha certo brillato di originalità (tanto è vero che, esclusi i dettagli, persino io sono riuscita a ipotizzare la risoluzione del mistero); tutta la seconda parte, invece, pur essendo condita con qualche colpo di scena è rimasta comunque sempre nell'ordinario, sopratutto per quanto riguardo lo svolgimento vero e proprio. 

In conclusione quindi, se dovessi descrivere con un solo aggettivo questo libro, certamente direi "prevedibile". Prevedibile nel comportamento dei personaggi, nell'evoluzione della storia, nella cornice che inquadra il romanzo.
Mi spiace davvero "bocciare"  un romanzo su cui riponevo molte aspettative ma, ripensando adesso al libro, ammetto che i dettagli hanno già cominciato a sfumarsi nella mia testa. Tra qualche mese credo che non ricorderò più moltissimo e questo, per quanto mi riguarda, non è mai un buon segno. Tra descrizioni mancanti per quanto concerne l'ambientazione, poco approfondimento generale anche nei personaggi e molta prevedibilità, Taken si è rivelato essere un libro perfetto per passare qualche ora di fine estate in compagnia, ma destinato a essere dimenticato in fretta. Si prende tuttavia la sufficienza perchè è un esordio e, poichè una seconda opportunità non si nega a nessuno, attendo curiosa il seguito.

Coinvolgimento

Scarso e altalenante. Come detto prima, la lettura mi ha mandato fastidiosi flash di altri libri e film, e la cosa non mi ha entusiasmata molto. La prevedibilità dilagante e la classicità nei personaggi e nell'intreccio, inoltre, mi hanno impedito di godermi a pieno la lettura e di gustarmi per bene i pochi colpi di scena presenti nel testo. 3/5

Stile 

Interessante il POV maschile, ma l'uso del presente non mi ha convinta moltissimo; anche se si tratta principalmente di gusti. Insopportabili gli sbalzi temporali nel giro di poche righe. Per il resto, lo stile è adeguato al romanzo, scorrevole e  fluido. Nulla di eccezionale ovviamente, ma gradevole e il linea con il tipo di romanzo. 3/5

Personaggi

Sono sempre curiosa quanto leggo di uomini che scrivono di donne e viceversa. Anche in questo caso, quindi, ero estremamente interessata allo sviluppo del personaggio di Gray da parte dell'autrice. Devo dire che, in generale, ho trovato  la caratterizzazione del protagonista un po' traballante: diverse volte, infatti, ho scorto in Gray pensieri prettamente femminili piuttosto che atteggiamenti verosimilmente più maschili; e questo mi ha dato la misura dell'ingenuità dell'autrice. Ciò non toglie che ha compiuto, a mio avviso, una scelta molto coraggiosa, per il suo esordio, scegliendo un pov maschile. C'è ancora molto da migliorare comunque sotto questo aspetto ed è esattamente quello che mi aspetto nel seguito.
In definitiva  non posso dire di aver trovato i personaggi caratterizzati: sono abbozzati, ma  non descritti in maniera puntuale. Durante tutta la lettura, per quanto abbia cercato, non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno di loro purtroppo, e questo è sempre un grandissimo peccato. I secondari non mi sono piaciuti molto: li ho trovati poco più che simpatiche macchiette e ben poco caratterizzati. 2/5

Vicenda

Come già detto, l'ho trovato estremamente prevedibile e a tratti davvero poco originale. Ho trovato i colpi di scena abbastanza interessanti ma sono stati mal concentrati, dato che si trovano sopratutto nella parte finale e non sempre hanno sortito il loro effetto su di me, dato che al loro arrivo ero già abbastanza esasperata. In generale mi sarei aspettata di più. 2/5

(Cover & Edizione: Sono stata molto contenta della scelta della casa editrice di mantenere la cover originale che, a parte piccolissimi cambiamenti davvero infinitesimi, è uguale a quella americana. I colori sono veramente belli e in generale tutta l'edizione è molto curata. Ottimo lavoro, sotto questo punto di vista. 5/5 )



Consigliato? Sinceramente nel genere distopico potete trovare di meglio in circolazione, ma dato che le mie sono sempre opinione soggettive, se siete curiosi provate a dargli un'opportunità perchè potrebbe, magari, piacervi.

Giudizio: 2.5/5



venerdì 13 settembre 2013

Recensione - Io non sono Mara Dyer

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

IO NON SONO MARA DYER
MICHELLE HODKIN
MONDADORI
460 PAGINE
17,00 €
ED. RILEGATA
(#2 Mara Dyer)





Trama
(dalla copertina)

Mara Dyer sa di aver commesso un omicidio. Jude voleva farle del male, e lei si è difesa, grazie al terribile potere che le permette di uccidere con la forza del pensiero. Ma ora Jude è tornato, e nessuno le crede anche se giura di averlo visto con i suoi occhi. Quel ragazzo dovrebbe essere morto, e Mara rischia di finire i suoi giorni nell'ospedale psichiatrico in cui è tenuta in osservazione con una diagnosi di probabile schizofrenia. L'unica possibilità di salvezza è assecondare i medici e fingere di avere avuto un'allucinazione. Così la sera è libera di tornare a casa e vedere Noah, l'unico che ancora crede in lei e cerca di aiutarla a fare luce sui misteri che circondano la sua vita, proteggendola da Jude. Ma i fatti inquietanti si moltiplicano, e Mara rischia di impazzire sul serio: qualcuno entra in camera sua la notte e la fotografa mentre dorme, e un giorno le fa trovare una bambola appartenuta alla nonna, che soffriva dei suoi stessi disturbi. Mara, esasperata, cerca di bruciarla, ma nel fuoco rinviene un talismano complementare a quello in possesso di Noah...

Commento Personale

Dopo lo sconvolgente finale di Chi è Mara Dyer, bramavo il momento in cui avrei messo le mie manine sul sequel: Io non sono Mara Dyer. E, finalmente, quel momento è arrivato. Una volta avutane la possibilità, ho abbandonato di volata ogni altra lettura per dedicarmi a Mara e ai suoi incubi, senza pensarci due volte. Come anche per il precedente libro, non posso negare di essermi appiccicata al romanzo, neanche avessi usato la colla alle dita, leggendolo tutto d'un fiato per riprendere a respirare solo ai ringraziamenti. Non importa quante pagine aveva il libro, io lo avrei divorato anche se ne avesse avute mille o duemila. 
 Michelle Hodkin ha infatti uno stile unico e particolarissimo per il quale, anche se sta parlando del nulla, si rimane comunque incantati e legati alle pagine; sa prendere all'amo il lettore, stordendolo con scene sinistre, angoscianti, a volte perfino surreali; lo inebetisce quasi togliendogli ogni certezza e quando è certa di aver confusa abbastanza le carte sul tavolo, ecco che tira fuori uno dei tanti colpi di scena nella sua manica, schiaffandolo davanti agli occhi del povero e interdetto lettore. Leggere Io non sono Mara Dyer è stato così, almeno per me: peggio che un giro della morte sulle montagne russe, peggio che respirare ossigeno puro. Mi ha dato alla testa, non ho capito più nulla, ho dubitato di tutto e tutti e, di nuovo, il finale è stata la doccia gelata che mi aspettavo. E durante la lettura ho capito due cose. La prima è che l'autrice è una gran sadica, perchè ai suoi personaggi non risparmia davvero nulla tra accoltellamenti vari, pazzie, iniezioni, ricoveri coatti  e altre piacevolezze del genere; ci sarebbe davvero da avere paura a incontrarla dal vivo! :) E la seconda è che, quando leggo i libri della Hodkin, non importa quanto io mi sprema le meningi per cercare di capire e ricondurre alla razionalità il tutto (esattamente come cerca di fare Mara, peraltro), perchè lei sarà sempre un passo avanti a me e sarà lì a ribaltare tutte le mie certezze.
Questo secondo libro della trilogia getta nuova luce sui fatti e, sopratutto, sull'identità di Mara anche se, come era forse prevedibile immaginare, alla fine non si ha ancora una risposta  definitiva e univoca alla domanda su chi sia per davvero Mara Dyer. Personalmente ho trovato questa seconda prova dell'autrice ancora più convincente: mi ha dato modo di confermare ancora di più la bravura dell'autrice non soltanto sul piano dello stile ma anche sulla costruzione stessa del romanzo, che risulta decisamente atipica rispetto ai classici ya a cui siamo abituati. Una delle parti più interessanti e contemporaneamente misteriosa, che ho apprezzato maggiormente,  è stata quella relativa ai flash back; e il fatto che non trovino una soluzione in questo libro mi fa ben sperare per il finale di trilogia che, a questo punto, mi aspetto quantomeno epico! Ma tra ospedali picchiatrici che si trovano su un'isola chiamata niente di meno che No Name Island, bambole vodoo e morti apparenti non c'è che l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda il mistero e le atmosfere a dir poco inquietanti. 
In conclusione quindi, anche questo secondo libro della serie è promosso a pieni voti; una lettura totalizzante, ben progettata e capace di intrattenere pienamente. Ci sono stati alcuni sviluppi che non ho pienamente apprezzato, ma nel complesso posso certamente ritenere Io non sono Mara Dyer uno dei più intriganti libri letti quest'anno.

Coinvolgimento

Ottimo! Lo stile e la costruzione della vicenda si completano tra di loro, intrattenendo il lettore a pieno. E' quasi impossibile posare il libro che quasi si vorrebbe divorare per ottenere delle risposte. Atmosfere cupe e misteriose -assolutamente da film dell'orrore- unitamente ai capitoli brevi, pregni di rivelazioni, colpi di scena e twist narrativi sono gli elementi principali che concorrono a un coinvolgimento totale. 5/5

Stile

Ottimo. Pur non brillando per particolari doti stilistiche, lo stile della Hodkin è perfetto per questo tipo di libro: svela solo lo stretto necessario ma, spesso e volentieri, nemmeno in maniera del tutto corretta; si adatta perfettamente alla vicenda, riecheggiando benissimo i sentimenti di Mara e coinvolgendo il lettore. Aspro e sprezzato quando serve, veloce e dinamico quando necessario, permette di mantenere viva la suspense, senza mai scadere nella noia o perdendo la sua grip sul lettore. 5/5

Personaggi

Ben caratterizzati e descritti quelli principali, un pizzico di meno quelli secondari che rimangono un po' troppo sullo sfondo. Mara è decisamente l'elemento preponderante dell'intero libro: di lei conosciamo tutto, ma abbiamo sempre e solo la sua visione parziale delle cose. E questa scelta, di rendere la protagonista pseudo pazza narratrice della storia, è stato il vero colpo di genio dell'autrice! 
Mi è piaciuta molto anche la dinamica della storia d'amore, che non è classica e non scade mai in sdolcinatezze fini a loro stesse! 5/5

Vicenda

Intrigante, ottimamente costruita, a tratti surreale, a tratti inquietante. L'intreccio del libro è davvero ottimo. L'unica cosa che mi sento di sottolineare sono alcune evoluzioni nella vicenda che mi hanno lasciato un attimo perplessa. Ad esempio, la storia della dottoressa Kells mi è sembrata un po' frettolosa e buttata lì: non la si poteva introdurre come personaggio già nel primo libro? In ogni caso, il libro termina con molto domande che troveranno (si spera!) finalmente una risposta nel capitolo conclusivo, perciò mi riservo di leggere anche quello per poter, infine, dare il mio parere. Molto dipenderà dalle scelte che l'autrice sceglierà di fare ma, dati i precedenti,  sono sicura che non rimarrò delusa. 4/5

(Cover:Sono rimasta un po' dispiaciuta dalla scelta della casa editrice di cambiare la cover, dato che per il primo volume si era mantenuta quella originale. La cover scelta non è bruttissima, ma preferivo molto di più quella originale. C'è da dire, però, che il font è rimasto invariato e almeno si abbinano sullo scaffale della libreria :) 4/5)




Consigliato? Sì, assolutamente sì se avete letto il primo e vi è piaciuto! E, anche se non vi è piaciuto, provate a dare una seconda opportunità a Michelle Hodkin, perchè se la merita. Se invece non avete ancora iniziato la serie, ma volete avvicinarvi, vi consiglio caldamente di cominciare dal primo!

Giudizio: 4.75/5


mercoledì 11 settembre 2013

Recensione in anteprima - Il messaggio nella bottiglia

Cari Lettori,
ecco la mia opinione su un libro che uscirà nelle librerie il 18 Settembre. Il romanzo fa parte di una serie dedicata alle indagini del commissario Carl Mork e alla sezione Q.

- La donna in gabbia 
- Battuta di caccia
- Il messaggio nella bottiglia




IL MESSAGGIO NELLA BOTTIGLIA
JUSSI ADLER-OLSEN
MARSILIO
560 PAGINE
18,50 €
ED. BROSSURATA
(#3 Sezione Q.)


Trama
(dalla copertina)

Dopo aver galleggiato sulle acque del mare per chissà quanto tempo, una bottiglia che racchiude un vecchio messaggio finisce sulla scrivania dell'ispettore Carl Mørck. Un grido di aiuto scritto con il sangue: due fratelli imprigionati in una rimessa per le barche chiedono di essere liberati. Chi sono i due ragazzi, e perché nessuno ne ha denunciato la scomparsa? Potrebbero essere ancora vivi? Carl Mørck e il suo assistente siriano Assad dovranno usare tutte le risorse disponibili per svelare la spaventosa verità che le onde del mare hanno trascinato alla deriva troppo a lungo.

Commento Personale

Se mi seguite da un po' saprete certamente che, pur essendo una buona lettrice di thriller e gialli, quelli nordici non sono mai stati pane per i miei denti! E' vero che non mi sono mai approcciata ai grandi nomi come Stieg Larsson piuttosto che Camilla Lackberg  piuttosto che altri ancora, ma tornando indietro con la memoria posso sicuramente affermare che nessun thriller nordico è mai riuscito a catturarmi fino in fondo. Proprio per questo motivo ho voluto dare ancora un'opportunità alla categoria e Adler-Olsen sembrava davvero perfetto per questo mio intento. Dopo essermi informata e aver scoperto che ha avuto degli ottimi riscontri da parte del pubblico con i suoi precedenti romanzi, tutti dedicati alla serie della Sezione Q, ho colto al volo l'occasione di poter leggere in anteprima il suo ultimo lavoro, per calarmi ancora una volte nelle ambientazioni del Nord. Onestamente però, mi sono accorta di aver fatto un errore perchè ho ingenuamente creduto di poter leggere questo romanzo senza aver prima letto i precedenti della stessa serie. Naturalmente la cosa si è presto rivelata erronea e, dopo essermi mentalmente incolpata (così la prossima volta m'imparo!!!), ho deciso che in questo mio commento non terrò conto di tutti i legami e i rimandi ai lavori precedenti, nè degli sviluppi che in questo romanzo proseguono e si amplificano (e che io, naturalmente, non ho avuto modo di comprendere sino in fondo) ai fini della valutazione. Detto ciò, entriamo quindi nel vivo della considerazioni.
Devo ammettere che, tra tutti i romanzi di questo genere che ho letto fino ad adesso, Jussi Adler-Olsen conquista sicuramente il podio. Il romanzo è molto originale e ben strutturato anche se, a volte, non ho apprezzato particolarmente alcune scelte operate dell'autore. In generale posso dire di averlo trovato un tantino troppo lungo, forse perchè sono abituata, appunto, a thriller di altro stampo. In ogni caso ho amato moltissimo un elemento che non sempre in questo genere di libri si trova: la coralità. L'autore, pur presentando praticamente da subito il responsabile, è riuscito a mantenere un'aura di mistero e di interesse per tutta la durata del libro, complice anche l'uso delle "vittime" come personaggi attivi; e proprio le parti dedicate al "villain"della situazione sono state le mie preferite. Al contrario, invece, ho trovato poco interessanti e un po' troppo diluite le parti dedicate al commissario Mork, ma questo sarà stato, sicuramente, anche colpa dei miei mancati collegamenti con i precedenti romanzi. Altro punto a favore è la trama vera e propria che ho trovato alquanto originale ed evocativa, ma contemporaneamente non ho apprezzato moltissimo la costruzione dell'indagine che, in alcuni punti, ho trovato un po' debole.
In conclusione quindi, anche questo romanzo ha avuto i suoi lati in ombra e quelli in piena luce. Forse le mie aspettative erano un tantino troppo alte e influenzate eccessivamente dai pareri altrui, sicuramente il mio errore di valutazione iniziale pesa un po' su questo mio commento, ma in ogni caso posso ritenermi abbastanza soddisfatta. Il mio giudizio è dunque sicuramente positivo rispetto alle mie precedenti letture, anche se rimango ancora in attesa del thriller nordico capace di rapirmi!

Coinvolgimento

Altalenante. Alcune parti mi sono piaciute decisamente più di altre, che ho trovato un po' lente e deboli come concetti. In generale ho trovato il libro un po' troppo diluito e questo ha comportato una perdita di tensione e di grip sul lettore, che io reputo fondamentale in un thriller. 3/5

Stile

Per i miei gusti è risultato un tantino troppo prolisso, particolareggiato e -in definitiva- lento per il genere di libro. L'autore, a mio modesto parere, ogni tanto si perde in particolari quasi del tutto inutili o quasi. Per quanto mi riguarda, in questo genere di libri, preferisco decisamente capitoli più brevi e uno stile più spezzato. Ma è questione di gusti! 3/5

Personaggi

Alcuni personaggi non sono proprio riuscita ad apprezzarli: o sono io che non ero dell'umore adatto o è stata una mancanza dell'autore. In ogni caso, però, ho apprezzato molto la coralità, l'uso di personaggi come le vittime per avere un pov aggiuntivo, nonchè - come ribadito sopra- il punto di vista dell'assassino.
In definitiva i personaggi sono ben caratterizzati e adeguatamente sfaccettati, anche se non sono riuscita ad immedesimarmi con nessuno di essi. 4/5

Vicenda

Anche qui, come sopra, altalenante. Alcuni aspetti mi sono piaciuti moltissimo-  ad esempio, il modo in cui l'autore ha deciso ingarbugliare gli eventi- ma altri, come le indagini, non mi hanno entusiasmato tanto quanto avrei sperato.
Sarà stata una congiuntura di eventi, ma onestamente speravo in qualcosa di più. 3/5

(Cover: Simile all'originale e nel classico stile delle cover della Marsilio. Non è male, è attinente con il romanzo ed è misteriosa al punto giusto, ma preferivo quella originale. 4/5)



Consigliato? Consigliato se conoscete già l'autore e vi è piaciuto nei precedenti lavori. Se volete approcciarvi alla serie, vi consiglio di partire dal primo libro.

Giudizio: 3,25/5




martedì 10 settembre 2013

1,2..3!!!

Cari Lettori,
esattamente tre anni fa c'era il sole e una temperatura  molto più alta che rendeva la giornata decisamente più estiva di quanto invece non sembri oggi, e io - annoiata a morte da un pomeriggio trascorso in solitudine- presi una decisione per nulla ponderata e assolutamente impulsiva: aprire un blog in cui condividere le mie letture, le mie opinioni, i miei commenti e tutte quelle emozioni che la lettura ha sempre saputo smuovermi, niente di meno che con il web intero. Ero più piccola, più inesperta e anche più ingenua. Ma sopratutto non avevo la più pallida idea delle conseguenze che il mio gesto avrebbe prodotto, in primis su di me: il blog, questo minuscolo angolino di realtà virtuale, è entrato a poco a poco nella vita, cambiando un po' per volta non solo le mie abitudini ma anche me stessa.  Da ragazza timida e impacciata, preoccupata sempre di fare bella figura e terrorizzata del parere altrui, mi sono trasformata in un blogger che ama restare in contatto con i suoi lettori, che adora conoscere il parere altrui, ma capace anche di non lasciarsi scalfire (non troppo, almeno !:P ) dall'altrui pensiero. Da ragazza che non parlava mai delle sue letture, che non sapeva cosa volesse dire condividere perchè nessuno capiva la sua passione, sono diventata la ragazza sempre indietro con le recensioni ma che non rinuncia mai a postarne una perchè non può perdere l'occasione di dire la sua. In questi tre anni ho avuto modo di incontrare persone meravigliose: autori e autrici, lettori, altri blogger che sono diventati anche un po' amici e case editrici. Ho avuto modo di leggere tanti libri e di calarmi, almeno per qualche ora al giorno, in quella che è la mia vera passione. Piano piano quel piccolo,
sconosciuto e vuoto blog che era all'inizio FP è cresciuto e si è riempito sempre di più di post e commenti, nutrendosi della mia passione e anche della vostra, cari lettori. E ora è  diventato quello che tutti voi potete vedere! Non è perfetto, ovvio,  e con ogni probabilità non lo sarà mai, ma in ogni suo angolo si nasconde qualcosa di me e anche di voi. Sì, perchè senza di voi che leggete, commentate e decidete di seguirmi Forgotten Pages non sarebbe assolutamente nulla!
Altri blog festeggiano in maniera molto più vistosa di me, ma io sono una persona riservata anche nella vita quotidiana e benchè piacerebbe anche a me organizzare un compliblog stratosferico con mille premi (e non pensate che ogni anno non ci pensi!), alla fine mi ritrovo sempre senza niente tra mani. Non nego che spesso non riesco a dedicare al blog tutto il tempo che vorrei, sopratutto in questo periodo, e per questo mi scuso sempre, ma spero sempre che, in un futuro quanto meno prossimo, riuscirò a raggiungere anche questo traguardo. 
Quello che spero si sia capito dalle mie parole è che ringrazio tutti voi, cari lettori del mio blog, dal primo all'ultimo, perchè siete voi il vero motore di tutto! :)
Grazie, di cuore!

Vi abbraccio forte!



domenica 8 settembre 2013

Recensione - La probabilità statistica dell'amore a prima vista

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

LA PROBABILITÀ STATISTICA DELL'AMORE A PRIMA VISTA
JENNIFER E. SMITH
SPERLING & KUPFER
213 PAGINE
16,00 €
ED.RILEGATA



Trama
(dalla copertina)

Poteva andare in mille altri modi. Se non avesse aspettato l'ultimo momento per provarsi il vestito. Se non avesse dimenticato il libro. E se avesse corso un po' più in fretta per raggiungere il gate... Forse sarebbe arrivata in tempo. Hadley non riesce a credere di aver perso il volo che avrebbe dovuto portarla a Londra, al matrimonio di suo padre. Per soli quattro minuti! Che cosa sono quattro minuti? Il tempo di un'interruzione pubblicitaria, di una pausa tra una lezione e l'altra, della cottura di un piatto nel microonde. Eppure è bastato quel piccolo, imprevedibile ritardo per mandare tutto all'aria. E ora eccola lì, costretta ad aspettare il volo successivo, davanti a un check-in deserto, con la valigia in mano e un groppo in gola. Ma, proprio in quel momento, i suoi occhi incontrano quelli di Oliver, il ragazzo più bello che abbia mai visto. Un sorriso, qualche battuta e Hadley scopre di essere seduta accanto a lui in aereo. È timida, ma inspiegabilmente trova naturale confidarsi, come se lo conoscesse da sempre. Gli parla di suo padre, quel padre assente e distante che ora sta per sposare una donna che lei non ha mai avuto il piacere - o il dispiacere - di incontrare. Oliver, invece, è ironico e vagamente misterioso, e per qualche ora riesce a distrarla dai pensieri che le affollano la mente. E a farla innamorare. Quando l'aereo atterra, si scambiano un bacio appassionato subito prima di perdersi nella folla del ritiro bagagli.

Commento Personale

Dopo mesi e mesi passati a prendere la polvere nella mia libreria, finalmente ho sentito che era giunto il momento di dare una possibilità al romanzo di Jennifer E. Smith. Praticamente ogni aspetto di questo romanzo sembrava essere fatto apposto per me: a parte la cover che per una volta tanto è migliore di quella originale anche il titolo, e sopratutto la storia, hanno da subito esercitato un fascino tutto particolare su di me. Probabilmente perché sono una persona che crede fortemente nel Destino e che ognuno di noi abbia una strada già segnata dalla quale si può deviare certo,  ma che alla fine ci riporterà sempre difronte a ciò che inevitabilmente dobbiamo affrontare; o forse perchè- ugualmente- sono una fiera sostenitrice del colpo di fulmine, e sono perciò convinta che uno sguardo scambiato anche per caso, tra due persone che non si sono mai viste prima ma che si trovano nello stesso istante e nello stesso posto, possa dire più di mille parole e- in un solo attimo- portare a svolte inaspettate; ma questo libro aveva davvero tutte le potenzialità per rivelarsi una lettura stupenda e piena di emozioni e conferme, almeno per quanto m riguarda.
Questo per dirvi con quali e quante aspettative io abbia iniziato a leggere, sicura che avrei trovato una vera chicca di libro. Purtroppo però, come avrete notato del numero di stelline, il mio giudizio non è pienamente positivo, più che altro perchè sono rimasta abbastanza delusa da come l'autrice ha deciso di trattare tutta la vicenda. Forse sono io che sono partita per la tangente ancora prima di leggere il romanzo idealizzando tutto troppo, ma devo ammettere che l'impressione che ne ho ricavato, in generale, è stata quella di una superficialità dilagante. Per carità il romanzo è scorrevole, si lascia leggere e la lettura è assolutamente leggera e perfetta per evadere dalla realtà per qualche ora, ma nessuno degli spunti più interessanti è stato adeguatamente approfondito. Il rapporto con Oliver è stato in assoluto l'aspetto che più ne ha risentito di questa scelta; l'autrice gli avrà riservato si e no un terzo del romanzo (già molto breve), intervallando il tutto con continui flashback dell'adolescenza della protagonista e -decisione ancora più importate- ha scelto di riservare il resto delle pagine al rapporto di Hadley con il padre. Ora, io non sono assolutamente una lettrice di romance, che deve avere la sua dose di romanticismo in ogni libro che legge, nè una che disdegna tematiche come il rapporto genitori figli in un romanzo ma, dato il titolo del libro e il genere al quale appartiene e sopratutto data la lunghezza del testo, mi sarei  decisamente aspettata qualche riferimento più dettagliato alla questione amorosa e più equilibrio tra i due aspetti. Per certi punti di vista potrei addirittura concludere che ho trovato il romanzo della Smith audace e ambizioso per voler creare un mix così importante di sentimenti e spessore nei suoi protagonisti, ma davvero non mi capacito come l'autrice abbia contemporaneamente optato per un lunghezza così ristretta del libro che altro non fa che sminuire i suoi tentativi di approfondire trama, personaggi e dinamiche.
Per il resto non ho davvero molto altro da aggiungere. Per quanto mi riguarda La probabilità statistica dell'amore a prima vista è stata una lettura veloce e leggera, perfetta per un pomeriggio di fine estate, ma destinata a essere- in maniera altrettanto veloce e repentina- dimenticata e superata. Un po' mi dispiace perchè, ripeto, mi sarebbe piaciuto appassionarmi molto di più alla vicenda che trovavo ricchissima di potenziale, purtroppo però sia la lunghezza del romanzo che alcune scelte narrative dell'autrice non mi hanno convinto fino in fondo.
 Rimango in ogni caso fermamente decisa a dare a Jennifer E. Smith un'altra possibilità!

Coinvolgimento

Altalenante! La prima parte e finale mi sono piaciute molto, ma tutta la parte centrale non mi ha convinto più di tanto. Alcuni spunti li ho trovati davvero ingegnosi e sarebbe stato carino se l'autrice fosse riuscita a portarli avanti adeguatamente (ad esempio tutta la discussione tra Hadley e Oliver sull'aereo). Purtroppo però non sempre è stato così e il risultato è stato che, in alcuni punti, sono persino riuscita ad annoiarmi! 3/5

Stile

Fresco e molto scorrevole, perfettamente adatto al tipo di libro! Nulla di eccezionale  ma che comunque risulta molto gradevole nel contesto del libro e della storia. L' unica pecca è l'uso del presente, che io proprio non sopporto!! 4/5

Personaggi

Parlare di caratterizzazione mi sembra davvero eccessivo, data la lunghezza del libro e della storia. Tuttavia posso dire che li ho trovati abbastanza caratterizzati ma nulla di eccessivamente profondo: abbozzati e tratteggiati in definitiva. In generale non sono riuscita ad affezionarmi a nessuno di essi in particolare, sebbene avrei davvero voluto avere una panoramica più ampia e profonda di questa galleria di personaggi. 3/5

Vicenda

Idem per i punti sopra: carina, simpatica e scorrevole ma abbozzata e, in definitiva, superficiale. I fatti vengono narrati, ma non si va mai in profondità e ho avuto sempre l'impressione che qualcosa mi sfuggisse durante la lettura. Non mi è piaciuta particolarmente la piega che l'autrice ha voluto imprimerle: avrei decisamente preferito- data anche la lunghezza del libro- un maggior approfondimento della dinamica tra Hadley e Oliver, che invece è rimasta piuttosto latente. Inoltre, avrei decisamente sottolineato certe scene per tralasciarne, al contrario, altre. In generale dunque, posso sicuramente dire che avrei fatto scelte narrative abbastanza differenti da quelle effettuate dall'autrice. 3/5

(Cover:Deliziosa!! Per una volta l'ho trovata superiore a quella originale che è stata usata, tra l'altro, per l'edizione economica italiana! Un ottimo lavoro! 5/5)



Consigliato? Onestamente, dato il rapporto prezzo/lunghezza, vi consiglierei di optare per la versione economica se siete interessati alla lettura, altrimenti direi che non vi stata perdendo nessun capolavoro di letteratura moderna!

Giudizio: 3.25 /5




martedì 3 settembre 2013

Recensione - Hemlock

Cari Lettori,
oggi sono felice di parlarvi della mia ultima lettura in lingua! Spero che questo tipo di recensioni possa piacervi e sopratutto interessarvi!

HEMLOCK
KATHLEEN PEACOCK
KATERINE TEGEN BOOKS
17,99 U.S.D
400 PAGINE
ED. HARDBACK
(#1 Hemlock)



Hemlock
è stata un lettura deliziosa e al contempo trascinante che, in alcuni punti, è riuscita addirittura a sorprendermi per delle svolte completamente inaspettate. Ammetto che la prima cosa che mi ha colpita è stata la magnifica cover che, vi posso assicurare, vista dal vivo è davvero molto bella (così come il resto del romanzo, che risulta molto curato anche nei particolari), ma non mi sarei mai aspettata un coinvolgimento così elevato da parte del romanzo, che ho letteralmente divorato in pochi giorni. Ma andiamo con ordine.

 Come forse avrete intuito dal titolo, il romanzo d'esordio di questa autrice canadese, primo di una trilogia, parla di lupi mannari, ma non di quelli sbavanti e orripilanti, classiche figure del repertorio horror che tutti conosciamo, ma bensì quelli che l'urban fantasy di ultima generazione ci ha proposto negli ultimi tempi. Per fare un paragone direi che i lupi della serie Nightshide di Andrea Cremer sono quelli più simili e che più si avvicinano a quelli che abitano le pagine di Hemlock. Tuttavia anche questi warewolf sono famelici e istintivi, belve che a stento riescono a tenere a bada i loro istinti più primitivi e che spesso si ritrovano ad attaccare l'uomo anche se, naturalmente, ci saranno delle eccezioni nel corso del romanzo! 
Nel mondo in cui Hemlock si articola la Sindrome Lupina, il virus che se contratto porta alla trasformazione, è ormai stato reso noto dalle autorità e la società si è attrezzata per combattere il dilagare dell'infezione sempre più crescente: campi di internamento sono sorti lungo tutto il paese per rinchiudere gli ammalati e impedirgli così di nuocere ad altre persone (basta infatti un solo graffio affinché il virus si trasmetta). Tuttavia sempre più associazioni si battono contro l'internamento che annulla qualunque diritto la persona possedeva in precedenza in quanto, per la nuova legislatura, un individuo affetto da sindrome lupina non è più un essere umano. Questo è dunque il mondo in cui l'amicizia tra Mac, Amy, Jason e Kyle prende forma e si consolida sempre più, fino a quando gli attacchi, che nei mesi precedenti hanno sconvolto la piccola cittadina, non terminano improvvisamente con la morte di Amy.  Inaspettatamente il loro mondo va in frantumi e ognuno deve affrontare il terribile lutto da solo e a modo proprio, fino all'arrivo in città dei Trackers, un gruppo paramilitare con piene facoltà concesse direttamente dal dipartimento di polizia, che si occupa di stanare e internare i lupi latitanti con mezzi anche poco ortodossi. Ma quella a prima vista sembra l'opportunità migliore per liberarsi finalmente del male, potrebbe non rivelarsi un'alternativa così valida e, in un crescendo di azione e rivelazioni, di tradimenti e dichiarazioni, Mac decide di indagare da sola sulla morte dell'amica e di non arrendersi fino a quando non avrà scoperto la verità.
Questa è in parole povere la base su cui il libro si fonda. A prima vista concordo nell'affermare che può non sembrare eccellente nè particolarmente originale, ma secondo me l'autrice ha fatto un ottimo lavoro per quanto riguarda la suspense e le atmosfere che sono davvero molto evocative. La narrazione si sviluppa principalmente su due piani: quello del dramma per la morte dell'amica e delle reazioni dei tre amici rimasti, che devono perciò confrontarsi con tutto ciò che questo comporta; e quello più misterioso che ha a che fare con le indagini che Mac intraprenderà per svelare la verità. I due piani arriveranno a intrecciarsi indissolubilmente, come era forse logico immaginare, ma devo ammettere che se la seconda parte è stata un po' carente, in quanto si può abbastanza facilmente intuire fin da subito chi può essere il responsabile (e se l'ho intuito io ....), al contrario la parte di introspezione psicologica e di analisi dei personaggi , invece, è stata davvero una rivelazione! Kathleen Peacock ha saputo creare tre personaggi che letteralmente bucano la carta, e le relazioni e gli intrecci che sviluppa durante tutto il libro riscrivono un nuovo significato per la parola "dramma". Ho adorato moltissimo i colpi di scena, che fin da subito si susseguono con un buon ritmo e, naturalmente, ho amato il triangolo che si viene a creare (lo sapete, se la storia è ben costruita, il triangolo è il pepe del romanzo per quanto mi riguarda!) 
Con un mix, a mio parere, molto ben riuscito di bugie, dubbi, rancori e segreti Hamlock è riuscito davvero a farmi trascorrere dei pomeriggi fantastici, immersa tra la nebbie fumose dei campi coltivati e l'ululato di un lupo in lontananza perso tra gli alberi della foresta.
 E' un romanzo che consiglio fortemente a chi ama l'urban fantasy e le storie di lupi. Lo stile lineare e non troppo complicato dell'autrice lo rende perfetto anche per chi vuole provare a cimentarsi per la prima volta con una una lettura in lingua.  E, per quanto mi riguarda, sto già contando i giorni che mi separano dalla lettura del secondo volume!

4.5/5


il secondo romanzo della trilogia