venerdì 26 aprile 2013

Recensione - La danza delle falene

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

LA DANZA DELLE FALENE
(The behaviour of moths)
POPPY ADAMS
BEAT 
294 PAGINE
9,00 €
ED. ECONOMICA



Trama
(dalla copertina)

Ginny guarda fuori dalla finestra del primo piano. Cerca di scorgere la sagoma della sorella Vivian che a sessantaquattro anni, dopo un'assenza durata più di quaranta, ha deciso di tornare nella vecchia casa paterna. Ginny non ha mai lasciato Bulburrow Court, la casa di famiglia, vivendo da persona posata, senza dare nell'occhio, badando da sola a se stessa. Ora, però, l'arrivo della sorella le procura una sottile, insopportabile inquietudine. In un remoto angolo della sua mente si è fatta strada l'idea che la presenza di Vivi l'avventuriera non rischi soltanto di turbare il suo piccolo mondo: vecchi, dolorosi ricordi e devastanti risentimenti possono riaffiorare senza che nessuna delle due riesca a ricacciarli indietro. Ma quali sono gli oscuri segreti che si celano nel passato delle due sorelle? Ginny e Vivian sono le ultime discendenti di più generazioni di lepidotterologi, studiosi e cercatori di falene e farfalle. Il padre, un uomo eccentrico e testardo, era dedito solo al suo lavoro e trascorreva lunghe ore nel laboratorio nella soffitta di casa. La madre, trascurata dal marito, era via via precipitata nell'abisso dell'alcolismo. Ma prima di questo dramma, già nell'infanzia di Ginny e Vivian si era aperta tra le due sorelle una crepa che nessuna delle due, nel corso degli anni, ha potuto riparare né potrà farlo ora.

Commento Personale

Un romanzo particolare, non lineare e molto introspettivo. Sono questi i primi aggettivi che mi vengono in mente pensando a La danza delle falene traduzione italianizzata e poetizzata di The behaviour of moth, lavoro d'esordio dell'inglese Poppy Adams. Quando dico poetizzata lo faccio quasi con un pizzico di rammarico perchè, molto probabilmente, il comportamento sarebbe stato nettamente più adeguato che la danza del titolo attuale, considerato lo stile e i contenuti del libro. Ma poco male, alla fine ciò che conta è la storia vera e propria, tutto il resto è solo contorno, ed inoltre le mie sono tutte considerazioni post-lettura certamente futili a chi ancora il libro lo deve leggere. Particolare è invece al contrario un aggettivo denso di significati per questa storia che inizia come un romanzo di narrativa ma termina come un thriller - parafrasando la recensione di Elle- e che, aggiungo io, nel mezzo si trasforma in un romanzo psicologico degno di nota. Non lineare perchè siamo continuamente trasportati avanti e indietro nel tempo da continui flash back tra il presente e l'infanzia e l'adolescenza della protagonista. Infine introspettivo perchè siamo letteralmente "intrappolati" nella mente di Ginny - personaggio principale e voce narrante della vicenda, una mente contorta, solitaria, difficile da decifrare ed estremamente ingannevole, che alla fine riesce quasi a convincerci di essere "normale". La danza della falene è il romanzo del non detto, dove ogni cosa è velata da uno strato sottile di polvere, misteri e bugie, dove niente è quello che sembra e niente è detto esplicitamente.Sta al lettore entrare nel vortice e distinguere la realtà dalla falsità, la sanità dalla follia, e credetemi non sempre è così facile come si potrebbe credere! Poppy Adams è riuscita a creare uno romanzo dallo straordinario spessore psicologico, affascinante e allo stesso tempo agghiacciante, un thriller educato e compito ma non per questo meno feroce che incanta il lettore così come la luce fa con le falene. 

Coinvolgimento

Il romanzo parte molto in sordina rispetto agli avvenimenti importanti che si sviluppano maggiormente nella seconda metà. Tuttavia nonostante la grande introspezione e il relativo torpore, tutta la prima parte è una meravigliosa contestualizzazione del modo di pensare e di agire di Ginny, indispensabile a mio parere per comprendere appieno il suo comportamento alla fine del romanzo. Personalmente la lentezza e la pochezza degli avvenimenti della prima parte non mi hanno affatto infastidita, ma al contrario mi ha enormemente intrigato. La seconda metà poi, densa di rivelazioni una più sconcertante dell'altra, si legge veramente in maniera molto fluida. 5/5

Stile

A me è piaciuto, ma credo che non tutti possano pensarla come me. Come detto precedentemente, è estremamente introspettivo e perciò caratterizzato da molte parti descrittive mentre sono davvero poche quelle di azione vera e propria, se si esclude il finale. Il modo di narrare è però ben determinato da uno scopo che si potrà capire solo a lettura terminata. Lo stesso dicasi per alcune scene che io ho trovato molto crude e direi quasi sadiche, sebbene siano narrate con una pacatezza di toni davvero sorprendente: tutto concorre a inquadrare e definire la personalità di Ginny e non sono quindi nè gratuite nè senza scopo finale. Molto apprezzata la prima persona narrante e le numerose digressioni scientifiche che, nonostante possano risultare un po' pedanti a volte, servono anch'esse a un ben preciso scopo e sono state tutto sommato molto interessanti. 5/5

Personaggi

Di fatto sono solo due i personaggi di questa strana vicenda, tutti gli altri sono o morti o scomparsi dalla vita delle due sorelle Stone da molto tempo. Grazie ai continui flashback però tutti loro possono rivivere a beneficio del lettore, sebbene i fatti siano narrati da una prospettiva distorta e di parte. C'è veramente poco che io possa dire a riguardo delle due protagoniste, senza correre il rischio di compromettere troppo la storia; per quanto mi riguarda le ho trovato molto ben caratterizzate e tratteggiate, due personaggi che definire interessanti è dire poco! 5/5

Vicenda

Da lasciare senza parole. E ho detto tutto. Mi è piaciuta molto, sia come è stata pensata che come è stata poi esposta su carta. Ho amato tutti i colpi di scena, che sono numerosi e ben distribuiti e sopratutto sortiscono il loro effetto molto bene. Unica nota dolente sono stati i troppi aspetti non chiariti esplicitamente al lettore. Si intuisce, si sospetta, si comprende ma non si ha mai la certezza assoluta. Si resta nel dubbio, esattamente come Ginny resta nel dubbio riguardo alcuni comportamenti della sorella; è vero che noi siamo lei,che siamo dentro la sua testa, spettatori muti, involontari e innoriditi del suo comportamento ma, nonostante abbia apprezzato questa scelta stilistica, ritengo tuttavia che un chiarimento puntuale sarebbe in ogni caso stato dovuto al lettore. 4/5

(Cover: Non mi piace moltissimo, la trovo molto anonima. Del resto però non mi piace nemmeno la cover originaria che trovo totalmente inadeguata per un romanzo de genere. 3/5)


Consigliato? Sì, consigliato se amate i gialli/thriller ma anche se volete leggere una storia molto diversa da qualunque altra cosa abbiate mai letto prima!

Giudizio:4.75/5

lunedì 22 aprile 2013

Prossimamente in Libreria

Cari Lettori,
oggi, anche se un po' in ritardo, vi segnalo il prossimo approdo nelle nostre librerie di due seguiti che stavo aspettando da un po' con trepidazione!!

Uscirà tra pochi giorni, il 25 Aprile per essere precisi, il secondo capitolo della trilogia Daughter of Smoke and Bone dell'autrice statunitense Laini Taylor, il cui primo volume era stato tradotto qui in Italia con il titolo La chimera di Praga. Personalmente il primo volume mi era piaciuto moltissimo (qui la mia recensione) e sinceramente non vedo l'ora di riprendere in mano la storia di Akiva e Karou, data anche la fine del primo capitolo. La serie ha suscitato riscontri molto positivi anche in patria, dove per Aprile 2014 si attende l'uscita del volume conclusivo. Grande rammarico per la scelta di copertina invece, che assolutamente, a mio modesto parere, non regge il confronto con quella originale...

La citta di sabbia
Laini Taylor
Fazi 
400 pagine
16,60 €



Oltre i confini della Terra, in un luogo effimero e invisibile, due giovani creature, un guerriero serafino e una chimera si sono incontrati e tra di loro è nato un amore impossibile. Le loro due razze infatti, nemiche da secoli, sono in guerra, e tentano di distruggersi a vicenda in una spirale di vendette e sacrifici. I due ragazzi però hanno un sogno, portare la pace e la serenità tra i loro due popoli e vivere il loro amore senza l’ombra del pericolo e della segretezza. Ma il destino non sarà misericordioso per questi due amanti sfortunati, che verranno scoperti e condannati a morte.
Akiva riuscirà a fuggire e mettersi in salvo, mentre Karou verrà giustiziata, ma grazie al suo padre adottivo, un resuscitatore, la sua anima verrà trasmigrata in un corpo umano. Ma Karou non potrà per sempre nascondersi dalla sua vera identità e quando scoprirà tutto sul suo passato sarà anche il momento di ritrovare Akiva e continuare ciò che avevano iniziato insieme. Riusciranno a costruire un dialogo di pace tra i due nemici e scongiurare un conflitto che potrebbe distruggere le loro vite e il loro mondo?



L'autrice

Laini Taylor è autrice di altri tre romanzi: Blackbringer e Silksinger, della serie Dreamdark, e di Lips Touch: Three Times, romanzo arrivato finalista al National Book Award. Vive a Portland, in Oregon, con il marito, l’illustratore Jim Di Bartolo, e la figlia Clementine. Il suo sito internet è: http://www.lainitaylor.com/



Uscirà invece il 30 Aprile, per la collana Chrisalide della Mondadori il secondo volume delle Cronache Lunari di Marissa Mayer, il cui primo libro Cinder (qui la mia recensione) è stato pubblicato in Italia l'anno scorso. A metà tra la fantascienza e il distopico i romanzi di questa autrice partono come retelling delle classiche favole per poi proseguire in maniera del tutto autonoma e direi anche molto interessante!

Scarlett
Marissa Meyer
Mondadori
432 pagine
17,00 €


Androidi ed esseri umani popolano le strade di Nuova Pechino, sotto lo sguardo implacabile degli abitanti della Luna. Mentre Cinder tenta di scappare dal carcere in cui è rinchiusa, dall’altra parte del mondo Scarlet Benoit cerca la persona a lei più cara, sua nonna,
scomparsa senza lasciare traccia. Nella ricerca arriva ad aiutarla Wolf, esperto di combattimenti clandestini, e insieme partono per Parigi. Qui incontrano, per caso, proprio Cinder. Con lei dovranno battere sul tempo la malvagia Regina lunare Levana, disposta a fare qualsiasi cosa per indurre il bel principe Kai a sposarla. Qualsiasi cosa: anche scatenare la guerra più distruttiva di tutti i tempi.


L’Autrice

Marissa Meyer è nata nel 1984, è da sempre appassionata di fantascienza. Scrive nel suo studio disseminato di oggetti da fiaba vintage (il suo preferito è una biscottiera di Cenerentola degli anni Quaranta), ma quando scrivere assomiglia troppo a un lavoro serio, rimane a lavorare a letto col suo portatile e una tazza di caffè. Vive a Tacoma, nello Stato di Washington, con suo marito e due gatti. Il suo sito internet è: 
http://www.marissameyer.com/


sabato 20 aprile 2013

Recensione - L'ereditiera americana

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

L'EREDITIERA AMERICANA
DAISY GOODWIN
SONZOGNO
462 PAGINE
19,50 €
ED. BROSSURATA



Trama
(dalla copertina)

Siamo nei mitici anni Novanta del diciannovesimo secolo. Per la sera del ballo in maschera di Cora Cash niente è stato lasciato al caso. Splendida, determinata e scandalosamente ricca, Cora è quanto di più simile a una principessa si possa trovare nell'alta società newyorkese. Sua madre ha architettato per lei un debutto che promette di essere il più sfavillante del decennio. Subito dopo il ballo, Cora andrà in Europa, con l'implacabile madre a farle da scorta, per procacciarsi un titolo nobiliare. L'Inghilterra pullula di aristocratici caduti in disgrazia che fanno la fila per corteggiare le ereditiere americane, senza badare all'origine a volte umile del loro patrimonio. Cora appare immediatamente meravigliosa agli occhi della società inglese. Ma l'aristocrazia è un reame pieno di regole arcane e di trappole, dove non è facile trovare chi accolga a braccia aperte una straniera facoltosa. Quando s'innamora perdutamente di un uomo che conosce appena, Cora si rende immediatamente conto di prendere ormai parte a un gioco che non capisce fino in fondo. E dovrà fare in fretta per armare il proprio candore con un pizzico di malizia, che la trasformerà dall'ereditiera ricca e viziata di un tempo in una donna dal carattere forte e risoluto.

Commento Personale

A volte capita che anche l'istinto più sviluppato e il fiuto più sopraffine perdano colpi quando si tratta di trovare i romanzi da scegliere per le proprie letture. Contrariamente a quanto si possa pensare infatti non è affatto facile e il mondo dei libri è costellato di falsi indizi e piste fasulle, proprio come recita il vecchio adagio: non è tutto oro quel che luccica. E così, proprio quando credi che un romanzo abbia tutte le carte in regola per poterti piacere ed affascinare, rimani amaramente delusa. E' questo il caso de L'ereditiera americana, romanzo d'esordio dell'inglese Daisy Goodwin e pubblicato qui in Italia dalla Sonzogno, una casa editrice che stimo moltissimo e i cui libri solitamente divoro in pochissimo tempo perchè solitamente adoro. Casa editrice che ho sempre apprezzato per la qualità del lavoro e che, tra le altre cose, ha portato in Italia per prima Kate Morton- ad esempio, - e che nel campo del romance non ha certo bisogno di esperienza o consigli (suoi tutti i romanzi tradotti della Woodwiss, tanto per fare un nome a caso).E in effetti L'ereditiera americana aveva tutte le carte in regola per essere un romanzo tra i miei preferiti, uno di quelli che piace a me insomma, corale, denso di avvenimenti, descrittivo e ammaliante. Fantastica l'ambientazione di fine secolo, altrettanto meraviglioso l'intreccio che dalla prima sbirciatina alle pagine sembrava davvero molto intrigante: una ricca ereditiera americana a caccia di un titolo nella vecchia Inghilterra, un nobile duca sull'orlo della rovina, un castello ricco di passioni e tragedie a picco sul mare e sullo sfondo quella grande fossa di serpenti che è stata la società aristocratica inglese con le sue regole non scritte, tutta buone maniere e falsità. Tutto perfetto quindi, tutto incredibilmente attrattivo, eppure qualcosa non ha funzionamento. Chissà per quale motivo mi sono persa tra le pagine che l'autrice ha messo insieme, tra le parole e le vicende, tra un ballo e l'altro, tra una viaggio e quello successivo. Mi sono persa e non mi sono più ritrovata a dire tutta la verità. Quello che mi è mancato è stato sentire l'anima del romanzo, quel sentimento che ti inchioda alle pagine, ai personaggi, alla storia e che non ti lascia se non quando hai chiuso il libro.
La storia è stata bella ma mi aspettavo di più, più verve, più azione, più dramma. I personaggi sono stati ben descritti, ma volevo di più, che mi entrassero nella mente e ci rimanessero, che mi tormentassero anche se non leggevo di loro, che mi chiamassero per potermi raccontare ancora le loro avventure. Ma purtroppo niente di ciò si è verificato. La vicenda di Cora e Ivo dunque, per quanto fosse piena di potenziale, non è riuscita a coinvolgermi per davvero. Me ne dispiaccio perchè in verità non esiste un preciso motivo per il mia mancato appassionamento, non c'è un aspetto che mi ha particolarmente irritato o dato fastidio durante la lettura, solamente manca qualcosa: quella molla misteriosa e oscura ma molto potente che ti fa amare il romanzo davvero e fino in fondo. Solo nelle ultime pagine sono riuscita a scorgere un moto interiore abbastanza forte, tanto da farmi quasi ricredere e domandarmi se forse non avessi compreso nulla delle intenzioni della Goodwin, ma la il finale  un po' troppo aperto e a mio avviso frettoloso (forse appositamente studiato per un probabile secondo romanzo?) mi ha lasciata un po' interdetta e in definitiva sono ritornata sui miei passi.
L'ereditiera americana non è perciò quello che solitamente è etichettabile come un brutto romanzo anzi, su di me però non ha avuto lo stesso effetto che, ho letto in rete, ha avuto su altre lettrici. Quella mancanza di coinvolgimento è stata la mia tomba: mi ha impedito di entusiasmarmi e in definitiva di saperlo apprezzare fino in fondo.

Coinvolgimento

Molto altalenante. Ci sono stati effettivamente dei momenti di reale tensione ma subito sono stati eclissati da tutti quelli successivi, che io ho trovato davvero poco appetitosi. Solo l'ultima parte ha saputo realmente scuotermi dal mio torpore ma vuoi ormai le quattrocento pagine precedenti che non mi avevano convinta del tutto, vuoi il finale che non mi è piaciuto, non è bastato per farmi cambiare opinione. 3/5

Stile

Lo stile dell'autrice mi è piaciuto, sicuramente è la parte del romanzo che ho apprezzato maggiormente. Anche se manca di fluidità in certi punti, è comunque descrittivo, ben articolato e risulta essere davvero molto vivido. Le atmosfere sono ricreate molto bene e Daisy Goodwin conosce perfettamente quello di cui sta parlando. Non ho amato i dialoghi, sopratutto nella parte iniziale ma dalla seconda metà in poi si sono fatti migliori, forse anche in virtù della crescita interiore della protagonista. L'uso del narratore esterno onnisciente in terza persona dà quasi l'idea di una voce fuori campo e molte scene- che ho trovato molto televisive in ciò - le ho trovato sposarsi perfettamente con questa scelta, che tutto sommato non mi è dispiaciuta affatto. 4/5

Personaggi

Ben descritti e bene analizzati, ma mancano di umanità. A parte la vicenda più o meno interessante, sono loro a cui non sono riuscita ad affezionarmi o con cui non sono riuscita a provare empatia, nemmeno con Cora la protagonista. Sebbene sia venuta a conoscenza di molti aspetti delle loro vite, non sono comunque riuscita ad appassionarmici fino in fondo, e di questo me ne rammarico. Si vede lo sforzo dell'autrice nel cercare di creare una crescita interiore di Cora - ad esempio- da ragazzina viziata a donna matura e consapevole dei sacrifici, o dell'impegno profuso per rendere Ivo un personaggio tenebroso e afflitto da segreti, ma purtroppo per me è stato inutile: a tratti incomprensibili, a tratti freddi e distaccati, i personaggi di questa vicenda per me sono sempre rimasta sullo sfondo. Unica eccezione la signora Cash. 3/5

Vicenda

Ricca di potenziale ma con un difetto: troppo lunga. Di per sè la lunghezza non sarebbe stato un problema se fosse stata più ricca d'azione o dramma, ma data la staticità avrei volentieri fatto a meno di un bel po' di pagine. Ho apprezzato il tentativo di voler creare una vicenda corale (un po' alla Downtown Abbey, per intenderci) ma forse in questo caso l'autrice avrebbe dovuto decisamente calare la mano sugli altri personaggi - per esempio Bertha- entrando più nei particolari e riservando loro più spazio per rendere il tutto effettivamente più coinvolgente. In conclusione, non un disastro totale ma si poteva fare di meglio. 3/5

(Cover: Uguale all'edizione americana, mi piace parecchio perchè la trovo coerente con la storia e sopratutto cattura lo sguardo di un potenziale lettore. Molto carina anche la cover inglese. 4/5)



Consigliato? Sì, consigliato nonostante tutto a chi ama il romance storico. Questa è la mia opinione ma non c'è un motivo vero e proprio per cui dovrei sconsigliarvi un libro del genere. 

Giudizio: 3,25/5



giovedì 18 aprile 2013

Recensione - Schegge di me

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

SCHEGGE DI ME
TAHEREH MAFI
RIZZOLI
364 PAGINE
17,00 €
ED. RILEGATA
(#1 Shatter Me)




Trama
(dalla copertina)

264 giorni segregata in una cella, senza contatti con il mondo. Juliette non può parlare con nessuno, e nessuno deve avvicinarla, perché ha un potere terribile: se tocca una persona la uccide. Agli occhi dell'organizzazione che l'ha rapita il suo potere è un'arma stupefacente, per lei è una maledizione. Un giorno però nella cella viene spinto Adam. Juliette non vuole fargli del male, e così lo tiene a distanza. Ma Adam non sa del suo potere, e mentre lei dorme in preda agli incubi la prende tra le braccia per confortarla. Da quel momento tutto cambia, perché Adam, immune al tocco di Juliette, è l'unico che può accettarla così com'è. Insieme progettano la fuga, alla ricerca di un mondo che non la consideri più né un'arma né un mostro, ma una persona speciale, che con il suo potere può fare la differenza.

Commento Personale

Coi libri accadono cose strane. L'ho sempre affermato e la lettura di Schegge di me ne è stata la riprova concreta. Tenuto sott'occhio praticamente da quando l'ho visto in libreria per la prima volta (che novità, direte voi!), alla fine mi sono lasciata tentare da una promozione allettante e finalmente ho potuto stringerlo tra le mie manine. In realtà non programmavo di leggerlo in tempi brevi anche perchè, a voler essere onesti, la trama mi sembrava qualcosa di già letto e riletto mille volte. Ma che ci volete fare? Alla fine quella cover, quel titolo così intrigante e tutti quei commenti positivi hanno raggiunto il loro scopo. D'altra parte, come ho detto in apertura, le cose strane e inaspettate sono all'ordine del giorno quando si parla di letture -almeno per me- e così, senza troppe pretese e aspettative particolari, ho incominciato l'opera prima di Tahereh Mafi. Le prime pagine sono state un po' di adattamento. Se l'avete letto sapete a cosa mi riferisco, se non lo avete ancora fatto, vi posso dire che assomigliano moltissimo a una sorta di flusso di coscienza, in cui tutti i pensieri di Juliette - la protagonista- sono esposti sulla pagina, senza nessun ordine (almeno apparente). E' la sua solitudine, il suo bisogno fermo di credere e di ricordare a se stessa di non essere pazza che la costringono a scrivere, quasi in maniera maniacale, ogni cosa su cui si posa il suo sguardo, contando ogni oggetto teoricamente numerabile e non, caratterizzando ogni più piccolo dettaglio della sua cella. Ma passate la prima manciata di pagine, la lettura fila liscia come l'olio e anzi, lo stile particolare dell'autrice si sposa perfettamente con la trama e gli eventi narrati. Le prime pagine però non mi avevano in nessun modo preparato a quello che stava per avvenire dopo: il mio totale e più profondo nonchè irreversibile e assolutamente ineffabile innamoramento per i personaggi. Perchè da quando entrano in scena Adam e Warner ogni mia più piccola dignità di lettrice si è misteriosamente dileguata. Vi basti sapere che ho affrontato il resto della lettura con lo sguardo da rimbambita perennemente stampato sul volto e la voglia immensa di leggere ancora altre mille pagine se avessi potuto. Per questo dico che accadono cose strane con i libri, perchè sebbene il resto della vicenda si snodi tra eventi più o meno già letti e di nessun particolare interesse o particolare originalità, al contrario il coinvolgimento generato dai rapporti tra i personaggi, i loro attriti e  le loro attrazioni sono stati per me come il fuoco in un pagliaio. L'autrice è stata superba nel riuscire a descrivere tutto ciò senza mai cadere nel noioso o nel banale e ha saputo creare un romanzo di raro spessore introspettivo psicologico. La tensione che affastella continuamente la mente di Juliette si riverbera sulle pagine grazie a uno stile davvero particolare e direi anche unico, che riesce ad arrivare in maniera incredibilmente diretta al lettore, suscitando un caleidoscopio gigantesco di emozioni. Ma sopratutto è riuscito a sopperire lì dove le evidenti lacune nella trama o dove l'esiguità degli avvenimenti dell'intreccio -che tutti sommati possono essere contati sulle dita di una mano- avrebbero affossato il romanzo. Contro ogni logica dunque, Schegge di me mi ha pienamente convinta e conquistata. Mi è piaciuto perdermi al suo interno, aggirarmi nei meandri della mente di Juliette, nei suoi ragionamenti e incontrare tipi estremamente interessanti come Warner.
Mi sono innamorata dello stile della Mafi e in definitiva della storia che ha saputo creare, che possiede a mio avviso un'attrattiva di grande potenza narrativa. Spero ardentemente di poter leggere il seguito quanto prima!

Coinvolgimento

Ottimo! Nonostante la recensione arrivi in ritardo ho divorato il romanzo in pochi giorni appena. L'ho letto tutto d'un fiato perchè non riuscivo a staccarmi e dovevo assolutamente sapere come sarebbe terminato. Nonostante alcuni difetti intrinseci, su cui però ho chiuso molto volentieri tutti e due gli occhi, la storia scorre e tutto si potrebbe dire meno che non sia coinvolgente. 5/5

Stile

Provare a spiegare lo stile di Tahereh Mafi è alquanto complicato. Io l'ho trovato estremamente vivido e davvero molto diretto. Nonostante non sia assolutamente uno stile aspro è effettivamente secco e spezzato con periodi corti ma molto intensi e a tratti quasi poetici. L'effetto che genera è assolutamente di grande impatto e davvero particolare.Allo stesso modo lo è stato l'artificio grafico di cancellare con una riga i pensieri di Juliette che permette al lettore di entrare direttamente nella sua testa, ma in maniera per nulla artefatta.
 In generale perciò mi è piaciuto moltissimo, trovo che sia veramente uno stile peculiare ed è stato capace di far aumentare i battiti del mi cuoricino in alcuni determinati passaggi. 5/5

Personaggi

Ohh, cosa sono i personaggi in questo romanzo!!! Potrei parlarvene all'infinito. Dire che mi sono piaciuti è riduttivo: li ho amati! Ma ancora maggiormente ho amato le loro dinamiche, i loro intrecci e i futuri svolgimenti che già da ora si intuiscono. Se ve lo steste chiedendo sì, c'è un triangolo amoroso, anche se non è quello convenzionale a cui siamo abituati. E sì, l'ho adorato. Le tensione emanata da questa situazione era palpabile e solida, ed è stata una molla fortissima e pressochè impossibile da ignorare per continuare la lettura. 
Tutti i personaggi sono descritti e approfonditi molto bene. Ho trovato estremamente interessante il cattivo della situazione: Warner, che a mio parere ha ancora molto da dire e non credo abbia sparato ancora tutte le cartucce.  Anche la storia d'amore tra Juliette e Adam mi è piaciuta moltissimo: l'ho trovata molto passionale e allo stesso tempo dolcissima. 5/5

Vicenda

A onor del vero va detto che secondo me i contenuti della vicenda sono piuttosto scarsi. Di fatto accade veramente poco in tutte le pagine e in ogni caso non tutti gli aspetti vengono sempre chiariti dall'autrice. Per esempio avrei preferito maggior informazioni sulla società distopica, sul movimento della Restaurazione e sulla sua organizzazione. Queste lacune sono però ampiamente colmate da tutti i restanti aspetti di cui sopra. Personalmente ero così concentrata su Juliette e Adam da soprassedere a questi aspetti, che però nonostante tutto spero che vengano chiariti in seguito. Sulla fiducia assegno 5/5

(Cover: Molto bella questa rielaborazione italiana. A me piace addirittura di più che quella originale e quella americana ridisegnata. Unica nota dolente, il formato troppo grande del romanzo. 5/5)




Consigliato? Sì a tutti ma sopratutto se amate i distopici, le storie romantiche e piene di tensione e i triangoli d'amore combattuti.

Giudizio:5 /5


sabato 13 aprile 2013

Recensione - L'uomo Primrose Lane

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

L'UOMO DI PRIMROSE LANE
JAMES RENNER
EINAUDI
490 PAGINE
19.50 €
ED. BROSSURATA



Trama
(dalla copertina)

David Neff, giornalista e scrittore, ha pubblicato un libro sulla vita di un serial killer, che è diventato un best seller ma ha lasciato segni profondi nella sua psiche. Da cinque anni non scrive più nulla, e ha bisogno al più presto di una nuova storia che lo appassioni e gli permetta di tornare al successo, uscendo dal vortice di dolore seguito al suicidio della moglie Elizabeth. Si lascia coinvolgere dal caso dell'Uomo di Primrose Lane, un personaggio solitario e avvolto nel mistero, assassinato brutalmente e senza motivi apparenti quattro anni prima. Le sue indagini si trasformano in un'autentica ossessione quando, sul letto dell'uomo, viene ritrovata un'impronta di Elizabeth, segno di un legame che sembra avere le sue origini nel passato e nel grande trauma che ha segnato la vita della moglie di David: il rapimento della sorella gemella, Elaine, svanita senza lasciare tracce e mai più ritrovata.

Commento Personale

L'uomo di Primrose Lane è stato il classico colpo di fulmine che ti sopraggiunge appena entri in libreria, sono sicura che anche a voi è successo almeno una volta. Appena l'ho visto sullo scaffale delle novità mi ha subito attratto con la sua copertina, che io trovo assolutamente misteriosa e intrigante, e con il titolo accattivante quanto basta per farmi scattare la mia mania di compratrice compulsiva . La quarta di copertina - naturalmente- ha fatto il resto. Ho dovuto attendere un po' per avere finalmente la possibilità di leggerlo, ma l'attesa non è stata vana e, se ancora ci fossero dubbi, li fugo immediatamente: a me è piaciuto. Molto. 
Ci sono tanti argomenti da cui potrei prendere lo spunto per partire a parlarvi del lavoro d'esordio nella fiction di James Renner. Quello che scelgo è sicuramente anche quello più spinoso: ho infatti notato spulciando in rete, che ai più, il libro dell'autore americano non è affatto piaciuto. Molti infatti hanno lamentato un intreccio troppo complicato e difficile da capire. E' vero, L'uomo di Primrose Lane sopratutto nella parte centrale e finale, richiede attenzione e un certo impegno da parte del lettore per comprendere fino in fondo la svolta narrativa che l'autore imprime alla storia.  Ma lasciatemi dire: che svolta, cari lettori !!! Se amate i romanzi complicati (ma non incomprensibili!), con intrecci narrativi nuovi e originali, se non amate le soluzioni lineari classiche ma sopratutto se amate le contaminazioni di generi allora questo è decisamente un libro che non potete farvi scappare. La "rivelazione", che avviene a circa metà libro, è di tale portata e di tanta importanza, che ammetto candidamente di esserne rimasta traumatizzata un pochino anche io; così come confesso, senza pudore alcuno, di aver trovato in alcuni passaggi difficoltà a seguire tutte le implicazioni che tale rivelazione ha comportato all'intera struttura del libro. E' per questo che mi sento di consigliarvi spassionatamente di non fermarvi ai primi ostacoli che probabilmente incontrerete se deciderete di leggere questo libro. Anche se  magari non sarà tutto chiaro immediatamente e vi sembrerà non capirci più niente a un certo punto, proseguite perchè successivamente ogni dubbio e ogni domanda trova chiarimento e risposta. Niente viene lasciato al caso e il libro si conclude non solo in maniera comprensibile e senza punti di domanda irrisolti, ma anche in modo estremamente originale ed interessante.
Ho scritto prima tre paroline che sono secondo me la chiave per comprendere a pieno lo spirito di questo romanzo: contaminazione di genere. Devo dire che per me è stata una vera e propria sorpresa, non ne sapevo nulla ed ero infatti convintissima di avere tra le mani un thriller puro! Tutti i miei complimenti vanno perciò anche e sopratutto alla casa editrice che mai, da nessuna parte (e non è da tutti, fidatevi!), ha fatto trapelare qualcosa riguardo a ciò. Ho visto che in giro per il web qualcosa si è palesato sui generi impiegati, sul climax stesso di tutto il romanzo e sulla rivelazione che è poi il vero fulcro di tutto.  Mai come prima di questo caso dunque, cercate evitate ogni tipo di spoiler e assolutamente non leggete quei commenti prima di aver concluso interamente la lettura de L'uomo di Primrose Lane. Il divertimento e la bellezza è anche nello  scoprire i generi da cui l'autore ha attinto a piene mani per creare quello che per me è assolutamente un libro originale e ben strutturato. Ed è anche per questo motivo che non ho la minima intenzione di scrivere a riguardo una riga in più. Se vi è montata la curiosità, correte a leggere il romanzo! :)

Coinvolgimento

Ottimo! Tutta la prima parte procede come nei miglior thriller, ma da metà libro in poi arriva, come un fulmine a ciel sereno, la svolta che per me è stata totalmente e completamente inaspettata. Non ci sono parole per descrivere il mio stupore davanti alle righe che scorrevano sotto i miei occhi. Se la prima parte mi è piaciuta, la seconda l'ho adorata. 5/5

Stile

Da metà in poi, oltre al cambio radicale di genere, si assiste anche a un cambio di narratore che non mi è dispiaciuto affatto, anche se riconosco che inizialmente può generare un po' di confusione nel lettore. In ogni caso  io ho trovato lo stile scorrevole, limpido e pulito, perfetto per il tipo di romanzo: incisivo in tutta la parte thriller e introspettivo e descrittivo il giusto nella restante parte. Non mi ha mai annoiato e ho amato i continui flashback, anche su più piani antecedenti le vicende, che hanno reso il tutto molto dinamico: a me è piaciuto! 5/5

Personaggi

Vero fulcro del romanzo (ma non vi dico nè il perchè nè il come!) sono tutti descritti molto bene, analizzati e caratterizzati il giusto. Molto, molto interessanti le dinamiche che l'autore sceglie di far intercorrere tra di loro. 5/5

Vicenda

E' davvero complicato parlarne senza fare qualche riferimento di troppo e rovinarvi così la sorpresa e il gusto di leggere quello che a tutti gli effetti è un colpo magistrale di scena. Quello che posso dire però, è che io l'ho trovata estremamente originale e assolutamente ben costruita. L'autore mi ha dato l'idea di essere sempre ben conscio di quello che stava scrivendo. A differenza di alcuni commenti letti in rete, non credo che James Renner sia rimasto a corto di idee e non sapesse come terminare la vicenda, nè che abbia voluto esagerare. La storia nata dalla sua penna è complicata il giusto ma senza mai eccedere, e si vede da subito che ogni minimo particolare è stato attentamente pensato e messo in relazione con il resto della storia per creare un intreccio originale, inedito e gradevolissimo da leggere. 5/5

(Cover: Molto bella, mi ha subito attirato con la sua aura di mistero. Forse è un po' anonima rispetto agli eventi del romanzo al contrario di quella originale, ma tutto sommato non mi dispiace affatto! 4/5)



Consigliato? Mi sentirei di consigliarlo a tutti. E' scritto bene, è originale, non annoia e conquista fin dalle prime pagine. Rimane la questione della contaminazione: se volete provare a leggere qualcosa di nuovo e fuori dagli schemi, allora assolutamente sì, altrimenti potreste trovare L'uomo di Primrose Lane forse troppo lontano dai vostri gusti.

Giudizio: 5/5


martedì 9 aprile 2013

Ultimi acquisti e regali

Cari Lettori,
ecco le foto degli ultimi ingressi nella mia libreria! Ormai lo spazio comincia a scarseggiare e presto immagino diventerà una lotta all'ultimo scaffale!! Alcuni di questi sono stati già letti e già recensiti, per altri è in arrivo la mia opinione. 
Fatemi sapere che ne pensate, se avete letto qualcuno di questi e se vi sono piaciuti!

ps Dite che ho esagerato un po' troppo con l'urban?!






lunedì 8 aprile 2013

In libreria

Cari Lettori,
oggi vi voglio segnalare due romanzi che potremo trovare in libreria dal 9 Aprile. Appartenenti a due generi completamente diversi, mi hanno però immediatamente colpito ed è inutile dire quanto brami di metterci le mie manine sopra, vero?

Bloodman
Robert Pobi
Mondadori
430 pagine
15,90 €
Sito Autore


Jake Cole, faccia da Charles Bronson e vita sofferta, è un agente speciale che lavora per l'FBI. La sua specialità è registrare ogni elemento sulla scena di un crimine e riuscire a immedesimarsi nel colpevole. Jake viene chiamato a Montauk, nel New England, perché il padre, famoso pittore maledetto, ultraottantenne si è dato fuoco ed è in fin di vita. Jake non vede il padre da ben trent'anni, quando la madre era stata brutalmente assassinata delitto 
rimasto insoluto, e lui era scappato di casa per non far più ritorno. Mentre la cittadina è in allarme rosso per l'avvicinarsi di un uragano di proporzioni mai viste, le sceriffo chiede aiuto a Jake per far luce su un terribile duplice omicidio: una donna e un bambino sono stati ritrovati nelle vicinanze, scuoiati vivi e irriconoscibili. Nel vedere la scena del delitto Jake capisce che la mano dell'assassino è la stessa che ha colpito trent'anni prima sua madre. Ha così inizio la caccia all'assassino in un viaggio da incubo e terrore.


L'autore

Robert Pobi si è occupato di antiquariato georgiano ed è sempre stato un appassionato di pesca, dai grandi squali bianchi al largo di Montauk ai lucci enormi del nord della Finlandia, oltre che un grande viaggiatore.
Vive tra Montreal e le Florida Keys.
La reazione al suo primo racconto, quando aveva dodici anni, fu una sospensione da scuola.
Adesso scrive tutti i giorni a una scrivania un tempo appartenuta a Roberto Calvi.




Zelda
Therese Anne Fowler
Frassinelli
448 pagine
18,50 €



Zelda non è un personaggio di Francis Scott Fitzgerald, eppure è la sua più grande eroina. È la donna della sua vita, l’unica che abbia mai voluto veramente, la sola che lo abbia amato 
davvero. Nel libro della Fowler, Zelda comincia a raccontare la sua vita a partire da una sera del 1918 quando nella grande villa dell’Alabama sta per cominciare un attesissimo ballo e lei, diciassettenne ribelle e piena di aspettative, incontra per la prima volta il tenente Fitzgerald. Sono gli anni ruggenti, tutto sembra possibile, anche seguire quel giovane scrittore a New York. E, dopo il successo di Di qua dal Paradiso, spostarsi a Londra e Parigi, nel cuore della scena artistica mondiale. Conoscere Hemingway e Picasso. Organizzare feste chiacchierate in Riviera e poi sfrecciare verso i profumi del- le coste italiane. Un sogno. Un romanzo. E dall’altra parte la dura concretezza della realtà. L’ambizione a senso unico che può essere solo di Scott. L’amore tradito, la follia il distacco. I ricoveri in ospedale. Le lettere. La fine.



L'autrice

Therese Anne Fowler ha insegnato scrittura creativa all'università del North Carolina, ed è autrice di tre romanzi, vincitori di premi letterari. Ha iniziato a scrivere questo libro quando ha scoperto che sua madre è morta lo stesso giorno di Zelda. E, quando ha saputo che i diritti del suo romanzo sono stati venduti proprio il giorno in cui, nel 1925, era stato pubblicato Il grande Gatsby, ha capito che era destino. Ha quattro figli e vive in North Carolina con il marito.





sabato 6 aprile 2013

Eutherphe xxo (26)




Cari Lettori,
ben ritrovati a una nuova puntata di Eutherphe, la rubrica del blog che assegna a ogni lettura la sua soundtrack!


In questa puntata ho deciso di parlarvi di un romanzo recentemente trasportato sul grande schermo: The Host di Stephenie Meyer. Ho avuto il piacere di leggere e guardare la pellicola tutto nell'arco di pochi giorni e devo dire che è stata davvero un'esperienza unica. Ho trovato infatti la trasposizione cinematografica piuttosto ben fatta e anche fedele al romanzo. Ho anche apprezzato moltissimo la colonna sonora che accompagna le immagini ed per questo oggi vi propongo come soundtrack per la lettura, proprio la canzone usata per i titoli di coda del film, che oltre ad essere molto bella e particolare è anche molto attinente! Il titolo del brano è Radioactive dei Imagine Dragons.
Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate, se avete letto il libro e/o visto il film e sopratutto se vi è piaciuto! :)

E come sempre buona lettura e buono ascolto!






giovedì 4 aprile 2013

Prossimamente in Libreria

Cari Lettori,
dopo essere svenuta un paio di volte ed essermi ripresa successivamente è con grandissimo piacere che vi annuncio che sta per tornare in libreria uno dei miei autori preferiti in assoluto, il re del thriller italiano: Donato Carrisi!

L'ipotesi del male
Donato Carrisi
Longanesi
432 pagine
18.60 €
Sito Autore


E' dal buio che provengo
E' nel buio che devo ritornare



In libreria dal 29 Aprile


C’è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella nostra vita: il desiderio di scomparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa alle spalle.
Ma c’è qualcuno per cui questa non è una sensazione passeggera. C’è qualcuno che diventa prigioniero di questa sensazione, che diventa poi un’ossessione, e che ne viene divorato, inghiottito. Queste persone spariscono davvero. Spariscono nel buio. Nessuno sa perché. Nessuno sa che fine fanno. E quasi tutti presto se ne dimenticano. Ma se d’improvviso queste persone scomparse... tornassero? E non solo: se tornassero non per riprendere la propria vita, non per riallacciare contatti perduti, non per riannodare i fili di un’esistenza spezzata... Ma tornassero per uccidere? Mila Vasquez ha i segni del buio sulla propria pelle, le ferite che il buio le ha inferto hanno segnato per sempre la sua anima. Forse per questo, è la migliore in quello che fa. E quello che fa è dare la caccia a quelli che tutti hanno dimenticato: gli scomparsi.
E quando gli scomparsi tornano dal buio per uccidere, Mila capisce che per fermare il male deve dargli una forma, deve attribuirgli un senso, deve formulare un’ipotesi convincente, solida, razionale... Un’ipotesi del male. Ma sa anche che è solo quello: un’ipotesi. E che per verificarla non c’è che una soluzione: consegnarsi al buio.

L'autore


Donato Carrisi è nato nel 1973 a Martina Franca e vive a Roma. Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha studiato criminologia e scienza del comportamento. È sceneggiatore di serie televisive e per il cinema. È una firma del Corriere della Seraed è l’autore di romanzi bestseller internazionali. Ha vinto prestigiosi premi fra cui il Bancarella in Italia, il Prix Polar e il Prix Livre de poche, il più importante premio dei lettori in Francia.


Il booktrailer




Recensione - L'angelo Perduto

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

L'ANGELO PERDUTO
JAVIER SIERRA
LONGANESI
453 PAGINE
19.90 €
ED. RILEGATA



Trama
(dalla copertina)

È notte fonda, a Santiago de Compostela, e Julia Álvarez sta lavorando al restauro del Portico della gloria, nella cattedrale. Ancora non sa che le settantadue ore successive la vedranno impegnata in una drammatica corsa contro il tempo: suo marito, un famoso climatologo, è stato rapito vicino alla frontiera tra Turchia e Iran, dove si trovava per lavoro. Ma come mai la notizia le viene data addirittura da un colonnello della NSA, la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti? E chi è il personaggio enigmatico che si è intrufolato nella cattedrale, cercando disperatamente di comunicare con lei in una lingua stranissima che Julia non capisce? Tutto sembra ruotare intorno a una coppia di piccole pietre scure ricevute in regalo da Julia e dal marito il giorno del loro matrimonio, due pietre così preziose da scatenare le brame di una setta pericolosa e governi potenti come quello degli Stati Uniti. Tra messaggi cifrati e simboli antichi, inseguimenti e fughe che ripercorrono la rotta di un'Arca leggendaria, Julia si renderà conto che da lei dipende non solo la salvezza dell'uomo che ama, ma quella dell'umanità intera.

Commento Personale

Confesso che la prima cosa che mi è balzata all'occhio di questo romanzo è stata la cover. Lo so che non si dovrebbe mai fare- mai lasciarsi conquistare da una bella copertina, così recita la prima regola del manuale del buon lettore- ma in fin dei conti non è forse vero che anche l'occhio deve essere accontentato? Solitamente, nove volte su dieci, quando prendo in mano con un bell' abito, mi pento immediatamente di averlo fatto perchè puntualmente mi accorgo di aver preso un granchio bello e buono. Ma, poichè l'eccezione conferma la regola, sono orgogliosa di poter gridare alla blogsfera intera che sì, esistono libri validi, ben scritti ed intriganti, che hanno anche una bella cover!! L'angelo perduto- primo romanzo dell'autore che leggo ma non primo ad essere stato portato qui in Italia - è sicuramente uno di questi libri! A onor del vero la bella copertina è un pizzico forviante perchè (almeno in me) ha suscitato da subito un'idea legata a qualcosa che ha che fare con l' urban fantasy, mentre mi sento di poter tranquillamente affermare, a lettura terminata, che il romanzo appartiene decisamente al thriller esoterico/d'azione seppur con una spruzzata qua e là del precedente genere.
 Angeli, uomini e segreti, questo il tris attorno a cui ruotano le quattrocento pagine del testo di Sierra, e se il triangolo è vincente, come in questo caso, allora è una combinazione che non si cambia. Se avete letto Angelology di Danielle Trussoni potreste infatti ritrovare ne L'angelo perduto tematiche affini, anche se affrontate in maniera completamente differente. Personalmente, e se mi seguite lo saprete certamente, questo è un genere di romanzi che non leggo moltissimo. Ogni tanto però mi piace spaziare, cambiare e provare nuove letture, sperimentando e lanciandomi nel mare di libri che leggo troppo poco spesso. Ed  stato proprio così che sono incappata fortunatamente nel testo di Javier Sierra. Ebbene lasciate che vi dica che, seppur poco esperta di questo tipo di letteratura, sono rimasta molto colpita dagli eventi narrati che ho trovato molto originali, inediti ed estremamente piacevoli da leggere. Non ho molto altro da aggiungere, se un libro è valido, parla da sè. Leggere L'ultimo angelo è stata, per quanto mi riguarda, un'evasione completa e molto liberatoria, mi sono divertita un sacco, mi sono stupita ed emozionata ed è per questo, quindi, che non posso fare altro che consigliarvelo!

Coinvolgimento

Molto buono! Tutte le frecce all'arco dell'autore sono state sapientemente scoccate per imprigionare il lettore in un trama originale, molto ricca di azione e piena di colpi di scena. Lo stile, l'argomento trattato e la bravura di Javier Sierra hanno fatto il resto! 4/5

Stile

Perfettamente in linea con il genere trattato. Dritto, veloce, diretto e preciso non si perde in descrizioni inutili (ma ciò non significa che siano assenti, sopratutto quelle artistiche). I capitoli corti sono un incentivo ulteriore e continuo nel girare pagina, e i punti di vista alternati anche. Mi è piaciuto il fatto che l'autore abbia riservato la prima persona a un personaggio femminile e lasciato la terza per tutti gli altri. Sicuramente una scelta inusuale- sopratutto per uno scrittore- ma che ho molto gradito. 4/5

Personaggi

Ben tratteggiati ed adeguatamente descritti nei loro dettagli. Chi più chi meno - è naturale- ma per quanto mi riguarda il genere perdona i mezzi! E d'altra parte un'accurata introspezione psicologica avrebbe gravemente pesato su una trama tanto dinamica. Mi è piaciuto moltissimo il personaggio di Julia e quello di Don Benigno! 4/5

Vicenda

Estremamente dinamica, leggendola non ci si annoia davvero mai! Ricca di colpi di scena e di trovate davvero particolari e originali, non stanca mai ed è sempre riuscita a prendere pieghe interessanti. Ho percepito il profondo lavoro di ricerca che ha fatto Sierra e l'ho apprezzato moltissimo. Mi è piaciuta la commistione dei generi thriller e fantasy e ho amato il concetto fondamentale che l'autore ha voluto trasmettere: tutte le leggende del mondo sono legate (a cosa, tocca a voi scoprirlo!).  In modo particolare mi è piaciuto il finale che mi ha lasciato senza fiato! 4/5

(Cover:Come già detto sopra, molto bella anche se leggermente fuorviante perchè riprende la parte più fantasy del romanzo. Decisamente migliore però di quella originale che comunque era molto attinente alle vicende narrate e molto più tendente all'azione! 5/5)



Consigliato? Sì, assolutamente consigliato a chi ama questo genere di libri! Ma mi sento di consigliarlo anche a chi, come me, ne legge pochi e magari desidera addentrarsi nell'avventura: ne L'angelo perduto troverete sicuramente un valido rappresentate del genere.

Giudizio: 4/5