giovedì 19 giugno 2014

Due recensioni di metà Giugno

Buondì cari Lettori,
oggi nuovo appuntamento con le recensioni cumulate delle letture che ho affrontato nell'ultimo periodo. Come sempre spero che possiate trovare interessanti i miei pensieri e, mi raccomando, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate o se avete letto qualcuno di questi libri!


Il primo romanzo di cui voglio parlarvi è un urban fantasy, il secondo libro di una pentalogia che ho scoperto e imparato ad apprezzare veramente da poco, nonostante la sua pubblicazione risalga ad almeno un paio di anni fa. Sto parlando de Il mistero del talismano perduto di Karen Marie Moning, secondo episodio della serie dedicata a Mac, veggente sidhe. In realtà non ho molto da dire su questo libro se non che mi è piaciuto molto. L'ho apprezzato, forse anche più del primo libro, che già era stata davvero un'ottima lettura e naturalmente non potrei esserne più felice. Come ho avuto modo di sottolineare per la recensione del primo romanzo, la Moning ha tutta la mia stima per aver saputo creare una storia che pur partendo da basi non originalissime ha comunque uno svolgimento inatteso, che si snoda tra ironia, dramma e azione in egual misura e, sopratutto, in maniera assolutamente ben calibrata. Ottimi infatti i vari colpi di scena e l'imprevedibilità dello svolgimento dell'intreccio che fanno di questo libro (ma anche della serie) uno dei migliori urban fantasy che abbia letto negli ultimi tempi. Altro punto veramente di pregio sono i personaggi, che ho trovato veramente ben gestiti e caratterizzati. Mac in particolare mi piace moltissimo: adoro la sua ironia e la sua irriverenza nonché la sua testardaggine che in molte occasioni finisce per metterla nei guai! Trovo, inoltre, che la scelta della prima persona per la narrazione enfatizzi ancora meglio il  suo carattere e permetta al lettore (o almeno a me) di entrare pienamente in sintonia con il suo personaggio. Ottimo anche il personaggio di Barrons, che a dispetto dei miei riguardi e pregiudizi precedenti è riuscito a sorprendermi, e anche tanto, senza mai cadere in banali cliché del genere come invece mi aspettavo e temevo.
Insomma, Il mistero del talismano perduto si è rivelata essere un'ottima lettura, ben strutturata e ponderata, complicata e ancora non del tutto esplicata (cosa che mi fa naturalmente ben presagire per i restanti volumi), accompagnata inoltre da uno stile fluido, scorrevole e piacevolissimo da leggere. Sono veramente felice di aver intrapreso a leggere a questa serie e ora non posso fare altro che procurarmi il resto della storia!! :) Assolutamente consigliata!

Coinvolgimento: 5/5
Stile: 5/5
Personaggi: 5/5
Vicenda: 5/5

Giudizio: 5/5


Il secondo romanzo di cui vi parlo è invece la conclusione di una trilogia ya distopica tra le più conosciute e apprezzate, anche qui in Italia: la trilogia di Delirium di cui Requiem è terzo e ultimo romanzo della serie.
Come ho avuto modo di spiegare in occasione delle precedenti recensioni sui primi volumi, la trilogia della Oliver è una buona serie, non ottima né eccellente a mio parere, ma comunque meritevole di una possibilità da parte dei lettori. I punti di forza della trilogia, che poi sono sostanzialmente anche quelli di questo capitolo conclusivo (e dei restanti), sono lo stile davvero intenso e poetico, l'idea di fondo su cui poggia la vicenda principale e, anche se in maniera minore, i personaggi che risultano in generale davvero ben caratterizzati. Purtroppo per ogni pro esiste anche il suo contro e i libri della Oliver non ne sono affatto esenti, Requiem in testa. Non posso infatti dire che questo finale di serie mi abbia intrigato o soddisfatto e anzi, mi dispiace dover ammettere che molto probabilmente è il peggiore dei tre romanzi che compongono la saga. In breve, Requiem raccoglie le peggior magagne degli altri libri, concentrandole tutte nello spazio di trecento e poco più pagine; e questo è un gran peccato perché, nonostante tutto, Delirium e Chaos erano state delle buone letture.
Partendo dell'inizio devo dire che non mi è piaciuta la scelta stilistica dell'autrice di dare voce e spazio al personaggio di Hana. O meglio, ho apprezzato alcuni aspetti come la profonda (almeno secondo me) riflessione che l'intero libro contiene sul significato di amicizia e di come questa possa cambiare nel corso della vita modificandosi in relazione agli eventi che occorrono, ma devo ammettere di averla trovata del tutto estranea alla vicenda di fondo e ai temi della trilogia stessa. Anzi, ho percepito questa scelta della Oliver come un espediente per poter alternare i pov, riempendo pagine e intrattenendo il lettore, ma più per una mancanza di idee su come condurre e concludere la vicenda che per precisi intenti narrativi.
Parlando poi di storia vera e propria non posso fare a meno di notare come tre quarti della vicenda di Hana sia stata totalmente (o quasi) inutile ai fini del gran finale e, nonostante debba ammettere di aver apprezzato le tinte mistery che la sua storia assume, devo anche ribadire che, per quanto mi riguarda, tutto ciò ha a che fare con i temi della serie come un cavolo a colazione!!
Per quanto riguarda poi l'altra metà dei capitoli, quelli narrati dal punto di vista Lena, devo dire che anche questo caso e al contrario dei precedenti romanzi, li ho trovati davvero molto deludenti. Innanzitutto Lena è apatica, svuotata di tutte le energie che invece aveva dimostrato prima (sopratutto in Chaos) e questo senza che ci sia un preciso motivo per cui tutto  ciò accada.  Il suo personaggio è davvero irriconoscibile e non ho apprezzato come l'autrice l'abbia gestita. Insomma, siamo nel pieno della rivoluzione, tutto il suo mondo sta per cambiare e la Oliver lo fa perdere in inutili pensieri e ragionamenti! Il finale poi è troppo concentrato, troppi avvenimenti si sovrappongono ma nessuno di questi è analizzato e trattato con il dovuto tempo e le dovute riflessioni.
Detto questo, il resto dei difetti sono gli stessi che si possono ragguagliare nei libri precedenti: lo stile dell'autrice, per esempio, è davvero poetico e intenso secondo me, ma a tratti riconosco che diventa davvero pesante e lento sopratutto se, come in questo caso, non è ben bilanciato come da espedienti  stilistici che impongono dinamicità al testo (era il caso di Chaos, per esempio) Per non parlare poi della prevedibilità della storia che era e rimane un grande problema della trilogia: era palese infatti che  Alex amasse ancora Lena e che lei finisse per sceglierlo a dispetto di tutto quello che è capitato!
In conclusione quindi, non posso nascondere di essere rimasta un po' delusa dal finale di questa serie, che non è certo una delle mie preferite (non lo era già prima di questa lettura) ma su cui, almeno nel finale, speravo in qualcosa di più! Ai molti lettori che mi hanno chiesto, quindi, consigli sulla lettura o meno della trilogia della Oliver dico: attenzione, se il primo romanzo non vi è piaciuto, continuate a vostro rischio e pericolo! ;) Per quanto mi riguarda infatti, il resto non è migliore del precedente.

Coinvolgimento: 2/5
Stile: 4/5
Personaggi: 3/5
Vicenda: 3/5

Giudizio: 3/5



4 commenti:

  1. ciao, sai che io sono una fan della Moning, il mistero del talismano perduto è piaciuto tanto anche a me, più del primo e poi Barrons, oh che personaggio, da questo libro decolla secondo me. Invece ho letto solo delirium e non mi è piaciuto tanto, noiosetto, credo che interromperò la lettura della serie

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    1. wow!! Se decolla dovrò sventagliarmi in continuazione, allora!!! ^_^

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  2. Un po' mi é tornata la voglia di leggere Requiem, visto che mi manca solo quello per finire la trilogia, però lo prenderò un po' sotto gamba, senza alte aspettative

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    1. Ecco secondo me quello è uno dei metodi migliori, sopratutto per questa serie! Magari non aspettandoti nulla saprai apprezzarlo più di me ;)

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