Lui la baciò, poi la strinse forte contro il suo petto.
Le prese il viso tra le mani, allontanandola quel tanto che bastava da sè, guardandola dritta negli occhi, in quelle due pozze scure che erano diventate tutto il suo mondo.
"Non devi piangere, capito? Non devi più piangere, troveremo un modo, una soluzione...qualcosa. Mi farò venire in mente un'idea, ma ti prego, non piangere"
Lei singhiozzò ancora una volta. Si gettò contro il suo petto, la sua ancora di sicurezza, il suo faro in mezzo alla tempesta. Lo abbracciò stretto.
"Guardami"
A fatica represse un altro singhiozzo poi lo guardò.
"Non piangere, va bene?" abbozzò un sorriso, con la sua faccia buffa e insieme bellissima. E anche lei sorrise di rimando, finalmente. Il suo cuore sussultò: quel sorriso era la cosa più bella che ci fosse, non importava quante brutture ci fossero in giro, solo quel piccolo segno di felicità contava.
Fuori, il vento cantava la sua canzone di morte, soffiava forte e a ogni folata trasportava un po' delle grida di quei disgraziati che non erano riusciti a ritagliarsi il loro angolo nel mondo, un posto in cui vivere degnamente. Costretti a vagare, a soffrire, senza sconto alcuno. Non c'era pietà o carità, solo la dura realtà. Roccia tagliente e affilata, assetata di sangue e disperazione.
Le luci delle candele tremolavano a ogni sospiro, disegnando sulle tavole di legno ombre fantastiche e grottesche, caricature innaturali, forme senza permanenza.
Lui si sdraiò sul sul duro pagliericcio, tirandosela sopra.
"Sdraiati qui" disse indicando un punto su se stesso "Ascolta il mio cuore"
Lei lo fece, posizionando l'orecchio proprio sopra il muscolo. Lo sentiva, forte e distinto. Il ritmo incessante eppure tranquillo, scadenzato. E a ogni battito un cruccio si dileguava. Non c'era più infelicità, non c'era più angoscia solo serenità e tranquillità. Tutto era chiaro e vivace illuminato della consapevolezza, che meglio di mille candele, spianava la strada alla sicurezza: lui la amava, non aveva bisogno di sapere altro.
Avrebbe voluto che quel momento durasse in eterno. Cosa importava del resto?
Lentamente si spostò verso l'alto, avvicinandosi alla sua bocca. Gli cinse il volto con le braccia e lo baciò appassionatamente, come se non dovesse vederlo mai più. E in fondo aveva ragione: quel momento sarebbe passato, ingoiato dalle sabbie del tempo per non tornare mai più. Era meglio viverlo appieno, godere di ogni sensazione e serbarne il più possibile per il futuro che si delineava quanto mai incerto e pieno di ostacoli.
"Ti amo" gli disse, tra un respiro e l'altro, contro le sue labbra.
"Anche io, e non sai quanto" le rispose lui e ponendole possessivamente le mani sui fianchi aggiunse "e sei soltanto mia!"
Rotolarono ridendo e si ritrovarono a posizioni invertite.
"Sei tutto per me, non dimenticarlo mai" le disse, poi la baciò ancora.
Il tempo si confuse, i minuti divennero ore e poi secondi. La cera colava mentre la fiamma delle candele proiettava ancora le immagini, ma questa volta di corpi uniti e vividi nell'inteso fulgore del loro amore. E mentre il vento continuava a soffiare feroce, due anime dentro la capanna si trovarono e si riconobbero.
Come potrei mai scrivere qualcosa che si avvicini anche solo alla bellezza ed al significato di queste tue splendide parole?
RispondiEliminaSei una ragazza magnifica, mi lusinga che tu riponga in me la stessa fiducia e fede che io ho nei tuoi confronti, è proprio vero che sei tutto per me.
Ti amo come non mai.
E come non mai sono sicuro che insieme supereremo le difficoltà che incontrermo maturando insieme, vivendo insieme.
Sei riuscita a trasmettermi qualcosa che non avevo provato prima, a lasciarmi un segno che creerà un solco sempre più grande e marcato: un amore immenso per te.
Ti amo da morire.
F.