lunedì 22 novembre 2010

Recensione - Lo strano caso di Stoccolma

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno. Enjoy!!

LO STRANO CASO DI STOCCOLMA
CHRISTOFFER CARLSSON
NEWTON & COMPTON
318 PAGINE
12.90 EURO
HARDCOVER


Trama:

Vero e proprio caso letterario in Svezia, "Lo strano caso di Stoccolma" è l'esordio fulminante del giovanissimo Christoffer Carlsson: un thriller che colpisce al cuore, una storia di sconfitta e speranza, di squallore e rinascita, ambientata nella zona d'ombra della capitale svedese. È la storia di Vincent, un giovane tossicodipendente che vive nei bassifondi di Stoccolma e lascia il suo squallido appartamento solo per procurarsi le dosi. Ma la sua triste routine viene scossa quando, tornando a casa, trova una ragazza legata e bendata in salotto. La sconosciuta si presenta come Maria Magdalena: è stata minacciata di morte da una banda che ha poi deciso di tenerla prigioniera proprio lì. Non importa quale sia il segreto di quella ragazza: salvarla può dare un nuovo senso alla vita di Vincent. Mentre tra i due nasce un'impensabile alleanza, la loro fuga ci mostra un mondo sordido, popolato di spacciatori e poliziotti corrotti, prostitute e protettori, criminali spietati e vagabondi disperati.

Commento personale:

Premettiamo una cosa: questo libro non è un thriller. Definitelo come volete, ma non thriller per favore.  Lo dico (anzi lo scrivo) perchè ho sentito definirlo "Thriller maledetto". Beh, io ancora mi chiedo dove sia thriller e ancora di più dove sia maledetto!

Comunque, è evidente che credevo la lettura di questo libro, profondamente diversa. Mi aspettavo adrenalina, suspance, eccitazione.
Ho trovato invece una storia che si trascina per tutta la prima metà del libro, ruotando attorno sostanzialmente allo stesso fatto: chi è la donna misteriosa che il protagonista si ritrova in casa? E sopratutto perchè?
Alla prima domanda, credo possa rispondere anche il mio cuginetto di 2 anni,(ovvero è praticamente evidente, dato il contesto. L'unico che sembra non rendersene conto è proprio il protagonista) alla seconda viene buttata lì una risposta strampalata e traballante.
Continuando la lettura si entra nella seconda parte, dove il protagonista si riprende dalla sua costante apatia e inettitudine del primo centinaio di pagine.
La storia, se pur tra alti e bassi, sembra riprendersi bene e io (illusa) ci ho quesi creduto. Poi arriva il finale....ecco ora io su questo vorrei lanciare un appello a chi ha già letto questo libro: spiegatemi come finisce! Per favore.
Giuro che quando ho chiuso il libro ho esclamato "bah" e ho riletto per due volte l'ultimo capitolo, convinta che mi fossi persa qualcosa....Ho pensato di tutto, probabilmente è da intendere in senso mertaforico e/o simbolico. Non saprei davvero come definirlo.

Ma a onor del vero qualche punto a favore bisogna riconoscerlo:
numero uno: è un libro molto introspettivo per quanto riguarda il protagonista  e nonostante tutto, si prova comunque un senso di pietà e tenerezza verso lui.
Il libro è costellato di riflessioni (è vero a volte un po troppo pessimiste...)  su temi come la morte, l'amore,il ruolo del genitore la vita in generale ecc- che io, almeno in questo, ho apprezzato.
numero due: lo stile, che alterna il racconto degli eventi presenti a quelli tragici dell'infanzia di Vincent.
numero tre: lo ripeto, il finale che lascia talmente storditi e inebetiti, che non poi non fare a meno di continuarci a pensare. Insomma come a dire non importa come, l'importante è parlarne.

Peccato, perchè tutto sommato poteva uscirne fuori un libro carino e diverso. Putroppo a me non ha convinto fino in fondo.

GIUDIZIO: 3+/5

3 commenti:

  1. Ciao Morna,
    ieri sera ho finito di leggere il libro e devo dire che ho avuto la tua stessa reazione. Ho riletto per la seconda volta l'ultimo capitolo, incredula sul finale. immaginavo che il tutto non terminasse con un vissero felici e contenti ( troopo banale come conclusione) e forse l'intento dell'autore era proprio quello di lasciare un bel punto interrogativo e quindi far credere che il termine di cui parlava Vincent fosse la morte perchè in fondo nn gli restava nulla... e dico "far credere" perchè penso abbia voluto lasciarsi la strada aperta ad un possibile continuo...
    un saluto.
    A.

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  2. Ciao A!!!
    Innanzitutto grazie per il commento!
    Non ti saprei dire,in effetti quella del continuo potrebbe essere una soluzione!
    Avevo letto che attualmente l'autore sta lavorando a un altro libro completamente diverso e che non c'entra con questo.

    Non ci resta che aspettare

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  3. Secondo me non c'è molto spazio per l'interpretazione sul finale. "Non resta che la fuga", viene detto abbastanza chiaramente già prima dell'ultimo capitolo, non mi sembra niente di aperto.

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