oggi nuovo appuntamento con le recensioni cumulate delle letture che ho affrontato nell'ultimo periodo. Come sempre spero che possiate trovare interessanti i miei pensieri e, mi raccomando, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate o se avete letto qualcuno di questi libri!
Il primo libro di cui voglio parlarvi è un romanzo su cui avevo moltissime aspettative, ma che purtroppo sono state in gran parte disattese. Il libro in questione è La sposa silenziosa di Asa Harrison, edito Longanesi; romanzo ha letteralmente scalato le classifiche americane e francesi piazzandosi ai posti più alti di prestigiose classifiche di vendita. Inoltre le presunte analogie con L'amore bugiardo di Gillian Flynn (thriller superbo, che ha riscosso consensi ovunque) hanno fatto di questo libricino un vero e proprio caso editoriale. Nonostante le ottime premesse della partenza, però, l'esordio nel genere thriller dell'autrice non è stato, secondo la mia modesta opinione, all'altezza delle aspettative promesse (e lasciamo fuori la Flinn, please). Forse perché di thriller in questo romanzo c'è ben poco, sopratutto se lo intendiamo nell'accezione più classica del termine o forse perché l'intreccio non è stato portato avanti dall'autrice nel migliore dei modi, inserendo moltissimi punti morti o epiloghi di vicende del tutto inutili al fine ultimo della storia. In ogni caso la sostanza non cambia: La sposa silenziosa è stata una mezza delusione per quanto mi riguarda.
Uno dei più grandi difetti del romanzo che ho riscontrato è stata l'assenza di tensione narrativa, che per un thriller è tutto un programma! Non c'è tensione sia nello stile di scrittura, che si caratterizza come piuttosto lento e dettagliato, pacato ed estremamente descrittivo, senza nessun picco di emozione nonostante l'espediente dei pov alternati; sia nella vicenda in sé, che contiene pochi e piuttosto prevedibili colpi di scena, trattati inoltre dall'autrice in maniera errata dal momento che non li sottolinea né li enfatizza con situazioni e/o dialoghi appropriati al momento. Il risultato è un mare calmo e piatto di monotonia narrativa, caratterizzato da qualche guizzo nell'intreccio che tuttavia perde immediatamente vigore nel momento stesso in cui raggiunge il lettore, principalmente per il modo che ha l'autrice di scrivere di essi. Ne sono un chiaro esempio i capitoli flashback che parlano delle sedute dallo psicologo di Jodi, in cui emergono le violenze da lei subite per mano del fratello maggiore durante l'infanzia. Se da un lato l'idea del recuperare pian piano la consapevolezza attraverso più capitoli non consecutivi può essere un ottimo espediente per tenere alta l'attenzione del lettore, dall'altra però la non incisività nel raccontare poi il climax durante la presa di coscienza dell'evento traumatico non aiuta affatto il lettore a immedesimarsi nel personaggio né tanto meno nel godere di quel brivido lungo la schiena che ogni buon thriller dovrebbe saper regalare.
Per più di metà libro ho atteso invano un colpo di scena che rimescolasse le carte in gioco, ma quando infine è giunto il mio interesse per la storia e i personaggi era del tutto (o quasi) svanito da un bel pezzo.
Altro aspetto che non ho amato assolutamente del libro sono stati i personaggi che ho trovato estremamente scialbi e poco caratterizzati. Non posso certo dire che non siano stati adeguatamente descritti dall'autrice che anzi, si prolunga in descrizioni su descrizioni dei loro aspetti esteriori e delle loro abitudini comportamentali, ma entrambi i protagonisti li ho trovati molto poco incisivi e impossibilitati a lasciare una traccia profonda nel lettore per quanto riguarda la loro diversità. In parole povere insomma, non ho notato tutta questa differenza tra i capitoli dedicati a Jodi e quelli dedicati a Harry.
Altro aspetto che non ho amato assolutamente del libro sono stati i personaggi che ho trovato estremamente scialbi e poco caratterizzati. Non posso certo dire che non siano stati adeguatamente descritti dall'autrice che anzi, si prolunga in descrizioni su descrizioni dei loro aspetti esteriori e delle loro abitudini comportamentali, ma entrambi i protagonisti li ho trovati molto poco incisivi e impossibilitati a lasciare una traccia profonda nel lettore per quanto riguarda la loro diversità. In parole povere insomma, non ho notato tutta questa differenza tra i capitoli dedicati a Jodi e quelli dedicati a Harry.
Anche il finale mi ha lasciato con l'amaro in bocca e non solo per la prevedibilità che lo caratterizza, ma sopratutto per il persistere di quella debolezza e poca incisività che è una costante dei protagonisti di cui sopra. Jodi avrebbe potuto essere un gran bel personaggio se solo fosse stato più deciso e determinato, sopratutto al termine vicenda dove avrebbe potuto riscattarsi almeno ai miei occhi. Se solo non si fosse fatta trasportare dagli avvenimenti che occorrono e si fosse presa la responsabilità delle sue azioni invece di galleggiare per l'intero romanzo in un limbo di mediocrità e prevedibilità, senza mai caratterizzarsi davvero e senza mai affrontare fino in fondo le sue scelte ma subendole sempre, avrebbe davvero potuto ribaltare il mio giudizio. In definitiva non è stata affatto un personaggio credibile né verosimile e suscettibili di cambiamenti nel corso della storia, per quanto mi riguarda. Non mi ha mosso a pietà, né mi sono immedesimata in lei. Non mi è piaciuta e non l'ho apprezzata.
In tutta questa negatività devo però doverosamente menzionare la fluidità nella scrittura dello stile, che nonostante le molteplici descrizioni e tutti i vari difetti di cui sopra rimane estremamente scorrevole e poco pesante da leggere.
In conclusione perciò, La sposa silenziosa ha disatteso particolarmente le mie aspettative, deludendomi su parecchi aspetti. Mi aspettavo decisamente qualcosa di più movimentato, adrenalinico e vendicativo, ma nulla di tutto ciò si è avverato. Peccato davvero!!
Coinvolgimento: 3/5
Stile: 3/5
Personaggi: 2/5
Vicenda: 2/5
Il secondo romanzo di cui voglio parlarvi è anche questa una mezza delusione, non proprio totale perché in effetti sul finale il mio lato emotivo ha avuto la meglio su quello malvagio e intransigente del recensore, ma per tutto il gran parlare che avevo sentito intorno al libro mi sarei aspettata decisamente qualcosa più. Il libro in questione è L'estate dei segreti perduti, romanzo chiacchierassimo di questa estate che ha riscosso successi multipli negli States e anche qui in Italia.
In realtà non saprei trovare una serie esatta di difetti che non mi hanno convinta del tutta (come per la recensione precedente), è più un insieme generale di aspetti su come è stata portata avanti la storia a non avermi convinto più di tanto; resta comunque il fatto però che anche in questo caso mi aspettavo un romanzo profondamente diverso.
Il libro della Lockhart si legge in un baleno, un paio di ore che volano via come un acquazzone estivo. Anche in questo caso ho trovato ottime le premesse di partenza, molto meno invece l'effettivo svolgimento dell'intreccio che oltre a risultare a tratti banale e molto prevedibile, non esalta le potenzialità insite nella vicenda. Lo stile sicuramente penalizza fortemente il testo, o almeno questa è stata la mia impressione. Generalmente apprezzo i capitoli brevi e concisi soprattutto in romanzi che devono creare suspence e aspettativa ma, in questo caso, questo stile breve, cadenzato e a tratti davvero minimalista sfugge in troppe occasioni al controllo dell'autrice, trasformandosi in qualcosa di ingestito che penalizza fortemente il libro. Il ritmo scorre ma le parole non raccontano né tantomeno coinvolgono. Ci sono descrizioni ma non caratterizzazioni né approfondimenti dei personaggi che rimangono sempre e comunque sullo sfondo: delle figure stilizzate e poco vicine al lettore che non riesce ad affezionarcisi e a empatizzarli fino in fondo. I flashback sortiscono solo a tratti il risultato voluto e la poco autorevolezza e affidabilità della narrazione (se avete letto sapete a cosa mi riferisco) avrei voluta che fosse più marcata. Mi sarebbe piaciuto infatti che l'incertezza del lettore venisse maggiormente alimentata ma non in maniera confusionaria come invece avviene, ma con false piste, spiegazione poco veritiere uscite dalla bocca di un personaggio bugiardo.
Il libro della Lockhart si legge in un baleno, un paio di ore che volano via come un acquazzone estivo. Anche in questo caso ho trovato ottime le premesse di partenza, molto meno invece l'effettivo svolgimento dell'intreccio che oltre a risultare a tratti banale e molto prevedibile, non esalta le potenzialità insite nella vicenda. Lo stile sicuramente penalizza fortemente il testo, o almeno questa è stata la mia impressione. Generalmente apprezzo i capitoli brevi e concisi soprattutto in romanzi che devono creare suspence e aspettativa ma, in questo caso, questo stile breve, cadenzato e a tratti davvero minimalista sfugge in troppe occasioni al controllo dell'autrice, trasformandosi in qualcosa di ingestito che penalizza fortemente il libro. Il ritmo scorre ma le parole non raccontano né tantomeno coinvolgono. Ci sono descrizioni ma non caratterizzazioni né approfondimenti dei personaggi che rimangono sempre e comunque sullo sfondo: delle figure stilizzate e poco vicine al lettore che non riesce ad affezionarcisi e a empatizzarli fino in fondo. I flashback sortiscono solo a tratti il risultato voluto e la poco autorevolezza e affidabilità della narrazione (se avete letto sapete a cosa mi riferisco) avrei voluta che fosse più marcata. Mi sarebbe piaciuto infatti che l'incertezza del lettore venisse maggiormente alimentata ma non in maniera confusionaria come invece avviene, ma con false piste, spiegazione poco veritiere uscite dalla bocca di un personaggio bugiardo.
La vicenda poi, non brilla per originalità e anzi pecca in diversi punti di banalità piuttosto spiccia, sebbene non possa negare che in alcune svolte narrative non mi sia totalmente dispiaciuta. Anche in questo caso però rimango dell'idea che tutte le potenzialità dell'intreccio non siano state pienamente colte dall'autrice che avrebbe potuto fare decisamente di più, sia per quanto riguarda l'ambientazione e i personaggi (primari e non), che sopratutto per quanto riguarda la storia d'amore.
Il finale però, lo ammetto, mi ha strappato un sorriso; sarà anche stato banale e prevedibile, infantile e buonista ma a me è piaciuto ed probabilmente è anche l'unico motivo per cui ho rivalutato in parte il romanzo.
In conclusione perciò dal libro più chiacchierato di questa estate 2014 mi sarei aspettata decisamente di più in termini di coinvolgimento e di intensità narrativa. L'estate dei segreti perduti è un romanzo, a mio parere, senza troppe lodi né infamia, perfetto per chi si accosta al genere per la prima volta ma forse troppo conformista per i lettori più navigati. Rimane una valida lettura estiva che, forse, avrebbe potuto essere migliore!
Coinvolgimento: 3/5
Stile: 3/5
Personaggi: 3/5
Vicenda: 3/5
Giudizio: 3/5
Ho letto La Sposa Silenziosa... sì insomma, niente di che. Aspetti, aspetti... sembra debba succedere il mondo, ma tutto è prevedibile. Peccato perché la narrazione mi piaceva all'inizio, solo che non porta da nessuna parte.
RispondiEliminaHo letto la tua recensione infatti ^^ La penso praticamente come te: avrebbe potuto essere un gran bel libro, peccato che non concluda proprio un bel niente!
EliminaIl secondo non mi è piaciuto, come sei, e il primo me lo evito. Me lo faccio riassumere da Silvia, che ormai è esperta negli spoiler su richiesta :-P
RispondiEliminaFai bene, evitalo! Spendi i dindini per qualche altro libro decisamente più meritevole! ;)
EliminaLa sposa silenziosa lo avevo inserito in Wish List, ma non so se lo comprerò...forse è meglio se lo prendo in biblioteca, se riesco a trovarlo!
RispondiEliminaTi consiglio decisamente la biblioteca e, se poi lo troverai un romanzo meraviglioso, sarai sempre in tempo per prenderti la tua copia! :)
EliminaLa sposa silenziosa è uno dei prossimi libri che ho intenzione di leggere,anche io ho grandi aspettative e la tua stroncatura mi ha messo ancora più curiosità di leggerlo!!! Speriamo bene...
RispondiEliminaIncrocio le dita! Magari a te piacerà più di quanto non mi sia piaciuto..chissà! Il bello dei libri è anche questo! ;)
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