ecco la recensione del giorno!
IL FILOSOFO DI VIA DEL BOLLO
GIANNI SIMONI
TEA
278 PAGINE
12.00 €
ED. RILEGATA
(# 2 Ispettore Lucchesi)
Trama
(dalla copertina)
È cambiato Andrea Lucchesi. Ha sfiorato la morte e, se questa volta ha vinto lui, il prezzo che ha dovuto pagare è alto: adesso ha paura. Paura di ogni sigaretta che accende, di ogni bicchiere che si concede, ma soprattutto paura di essere, di restare solo. Forse è per questo che un giorno, uscendo dalla Questura milanese di piazza San Sepolcro, Lucchesi si accorge di quell'uomo, che, all'angolo di via del Bollo, dispensa saggezza ai passanti, a chi ha tempo per fermarsi ad ascoltare un vecchio, un filosofo. Lucchesi ha tempo, adesso, per ascoltare, per capire. Sì, è cambiato l'ispettore Lucchesi. Ma non è il solo. Se l'indagine su una serie di furti d'arte in cui si troverà coinvolto appena rientrato in azione è fin troppo vicina a quella risolta pochi mesi addietro, in realtà nulla è come prima. Le persone che ha incontrato allora sembrano divertirsi a sovvertire ogni aspettativa: la contessa Urbinati, il commissario Pepe, i collezionisti d'arte, la collega Marchesi,.. Nulla e nessuno è come sembra, per Andrea Lucchesi, che per risolvere questo caso dovrà esser disposto a svelare e accettare verità amare sulle persone all'apparenza a lui più vicine. Verità che cambieranno la sua vita per sempre.
Commento Personale:
Credo di non
esagerare dicendo che io e i romanzi di Gianni Simoni abbiamo un rapporto di
amore e odio. Ogni volta che mi ritrovo tra le mani un suo scritto sono sempre
combattuta, divisa tra gli aspetti che più mi colpiscono e che più mi fanno
apprezzare questo autore come talento nostrano, e quelli che inevitabilmente mi
fanno storcere il naso. Ho avuto modo e piacere di leggere entrambe le serie a
cui l’autore ha dato vita. Se la prima – dedicata al duo Miceli e Petri- mi
sembrava un po’ troppo lontana dai miei gusti di lettrice, più tendente al noir
che al thriller; la seconda e più recente- dedicata alle (dis)avventure dell’ispettore
Lucchesi- mi aveva decisamente conquistata! Il primo romanzo- Piazza San Sepolcro - mi aveva
letteralmente stregata e non vedevo l’ora di continuare a leggere del
commissario più inusuale di cui si sia mai letto in un libro.
Purtroppo
però, le mie grandi aspettative sono andate scemando con l’aumentare delle
pagine lette! Sono rimasta alquanto delusa e perplessa da questo secondo volume
che, se per certi versi è la prosecuzione fisica e ideale dell’altro, per altri
invece rappresenta un deciso passo indietro sotto molti aspetti. Si potrebbe
quasi definirlo il negativo speculare del precedente libro: tutti i punti di
forza che erano presenti nel capitolo d’apertura della serie – ed erano parecchi e molto originali, secondo
me – qui si sono trasformati, al contrario, in punti di demerito. Il romanzo
risulta in definitiva la brutta copia dell’altro che ripercorre quasi in toto, dalla vicenda alle dinamiche dei personaggi. Dotato di poca
originalità è inoltre pieno di clichè
banali che a volte ho trovato decisamente superflui se non addirittura
fastidiosi. Mi è dispiaciuto un sacco doverlo ammettere, perfino a me stessa,
ma a metà libro ero annoiata, contavo le pagine per giungere alla fine di un
capitolo e quanti ne mancassero alla fine, inoltre ero sempre più perplessa
riguardo ad alcune scene che ho trovato quasi al limite del ridicolo. La storia
procede senza soluzione di continuità, risulta noiosa
ed è sprovvista di grip narrativa. Pochissimi i passaggi in cui ha destato la
mia curiosità e attenzione. Solo il colpo di scena finale risolleva quello che
altrimenti sarebbe stato un brutto libro! In definitiva sono rimasta piuttosto
delusa da questa prova di Gianni Simoni: mi sarei decisamente spettata qualcosa
di più articolato, dato il precedente sfavillante libro che apriva moltissime
strade e molteplici evoluzioni sia a storia che a personaggi. In ogni caso, darò
ancora una chance all’autore che, a mio modesto parere, può fare decisamente di
meglio!
Coinvolgimento
Piuttosto
basso. Dopo l’iniziale entusiasmo, la noia di leggere una storia già sentita ha
preso il sopravvento. Dico la verità, a parte qualche passaggio ben riuscito e
le potenzialità usate per inerzia
dall’altro romanzo per quanto riguarda l’attrattiva dei personaggi, c’è ben
poco di coinvolgente. Storia piatta e già letta, azione inesistente, poca
tensione narrativa. Il finale risolleva però le sorti del romanzo altrimenti
condannato.2/5
Stile
Non sono mai
stata una fan dello stile di Simoni. In particolare trovo improponibili i
dialoghi che mi risultano falsi, artificiosi e vuoti. Li percepisco
assolutamente inverosimili e, in alcuni passaggi, addirittura ridicoli (ho
cordialmente odiato tutto il capitolo dedicato alla figlia di Lucchesi) A parte
questo però trovo comunque che lo stile sia adatto al tipo di narrazione e al
genere al quale il libro appartiene, con
descrizioni brevi e capitoli altrettanto corti. 3/5
Personaggi
I personaggi
di questa serie hanno un grande potenziale, peccato però che in questo libro
non venga sfruttato a dovere, come invece accadeva nel libro precedente! Ho già
detto in altre recensioni quanto stimi la capacità dell’autore di creare un
magnifico senso di cameratismo tra i vari personaggi. Apprezzo anche le
interazioni che sa instaurare tra loro- anche in relazione all’intreccio - che risultano pertanto complesse e ben
delineate. Le stesse caratteristiche possono essere riscontrate
anche in questo romanzo, sebbene in
maniera nettamente inferiore. Come ho detto precedentemente, i personaggi vivono-
letteralmente- dell’eredità della precedente vicenda in quanto a
caratterizzazione e ad attrattiva. Soprattutto l’Ispettore Lucchesi, sul quale
riponevo grandi aspettative, mi ha un po’ deluso. Sembra l’ombra di se stesso,
ripercorre le stesse strade e gli stessi errori e, spesso e volentieri, suscita
più rabbia che comprensione. 3/5
Vicenda
Come ho già
detto, credo sia l’aspetto peggiore dell’intero romanzo. Monotona, ripetitiva,
senza tensione alcuna. Molto simile a quella precedente, ha dei particolari che
-a mio avviso- al contrario di aggiungere valore, lo tolgono. Situazioni banali, ridicole e
inverosimili si ripetono nel corso della
narrazione che procede, in ogni caso senza soluzione alcuna. Unico vero momento
che mi ha lasciato il segno è stato il finale: inaspettato e provvidenziale.
Rimango però della mia idea: Gianni Simoni può fare di più! 3/5
(Cover: Carina, sicuramente attira
l’occhio del lettore coì come il titolo particolare. Mi domando se in copertina
ci sia l’autore 4/5)
Consigliato?
Consigliato solo agli amanti dell’autore e a chi ha letto il romanzo precedente
(essendo gli avvenimenti strettamente collegati)
Giudizio: 2.75/5
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