Il libro che abbiamo scelto è L'ultimo lupo mannaro di Glen Duncan,edito da Edizioni isbn (475 pagine per 16.90€). Qui di seguito le nostre impressioni sulla prima parte!
SARA: Iniziamo a parlare di cover e formato. Nonostante la cover sia molto semplice e senza fronzoli l'apprezzo proprio perché anche nell'edizione originale è molto simile. Subito vi è la quasi certezza che la storia contenuta al suo interno non sia una delle solite patinate che vanno di gran moda adesso e anche questo mi ha incuriosita e indotta all'acquisto. Meno attrazione l'ho avuta riguardo al formato, molto piccolo, compatto, in brossura, con copertina di cartoncino abbastanza sottile e non plastificato. Questo è uno dei formati tipici della casa editrice quindi non ne posso fare una colpa al libro, però non è agevole. A causa delle ridotte dimensioni il libro prende la forma di un mattoncino molto spesso, i caratteri sono piccoli come in un'edizione super-economica (nonostante il prezzo non lo sia) e a bisogna aprire il libro con cautela per non lasciare segni sul dorso. Diciamo che questo ultimo punto non è obbligatorio, ma essendo io fissata con l'idea di mantenere i libri in condizioni ottimali non posso fare a meno che leggere il volume facendo attenzione a piegarlo il meno possibile.
MORNA: Si, spendiamo due parole sull'estetica di questo romanzo. Io ho comprato il romanzo appena uscito (ovvero un anno e mezzo fa circa) ma poi per un sacco di motivi è rimasto ad aspettare di essere letto fino ad ora. Quando l’ho ripreso in mano per cominciare questa lettura per poco non mi è cascata la mascella: non ricordavo affatto di aver speso tutti quei soldi per un libro del genere!! 16,90 € per un libro la cui cover è di cartone (leggasi non puoi portarlo in borsa perché si rovinano gli angoli, non puoi aprirlo troppo perché si segna il dorso – si, sono una maniaca dello stato di conservazione dei libri anche io-) e il formato è quello dei supereconomici, sono veramente troppi!! Troppi anche per il contenuto (ma questa è un’altra storia, andiamo con ordine!). Se invece vogliamo parlare della cover in sè e per sè allora posso dire di aver apprezzato la scelta della casa editrice di aver mantenuto una copertina abbastanza identica all'originale, sebbene io la trovi in ogni caso anonima. Si, in effetti riflette un certo stile narrativo presente all'interno del romanzo ma oltre a ciò, non è di certo una di quelle cover che guardi e dici “Cavolo, anche se il libro vale niente, la copertina è strabella!!”
SARA: Iniziamo a parlare di cover e formato. Nonostante la cover sia molto semplice e senza fronzoli l'apprezzo proprio perché anche nell'edizione originale è molto simile. Subito vi è la quasi certezza che la storia contenuta al suo interno non sia una delle solite patinate che vanno di gran moda adesso e anche questo mi ha incuriosita e indotta all'acquisto. Meno attrazione l'ho avuta riguardo al formato, molto piccolo, compatto, in brossura, con copertina di cartoncino abbastanza sottile e non plastificato. Questo è uno dei formati tipici della casa editrice quindi non ne posso fare una colpa al libro, però non è agevole. A causa delle ridotte dimensioni il libro prende la forma di un mattoncino molto spesso, i caratteri sono piccoli come in un'edizione super-economica (nonostante il prezzo non lo sia) e a bisogna aprire il libro con cautela per non lasciare segni sul dorso. Diciamo che questo ultimo punto non è obbligatorio, ma essendo io fissata con l'idea di mantenere i libri in condizioni ottimali non posso fare a meno che leggere il volume facendo attenzione a piegarlo il meno possibile.
MORNA: Si, spendiamo due parole sull'estetica di questo romanzo. Io ho comprato il romanzo appena uscito (ovvero un anno e mezzo fa circa) ma poi per un sacco di motivi è rimasto ad aspettare di essere letto fino ad ora. Quando l’ho ripreso in mano per cominciare questa lettura per poco non mi è cascata la mascella: non ricordavo affatto di aver speso tutti quei soldi per un libro del genere!! 16,90 € per un libro la cui cover è di cartone (leggasi non puoi portarlo in borsa perché si rovinano gli angoli, non puoi aprirlo troppo perché si segna il dorso – si, sono una maniaca dello stato di conservazione dei libri anche io-) e il formato è quello dei supereconomici, sono veramente troppi!! Troppi anche per il contenuto (ma questa è un’altra storia, andiamo con ordine!). Se invece vogliamo parlare della cover in sè e per sè allora posso dire di aver apprezzato la scelta della casa editrice di aver mantenuto una copertina abbastanza identica all'originale, sebbene io la trovi in ogni caso anonima. Si, in effetti riflette un certo stile narrativo presente all'interno del romanzo ma oltre a ciò, non è di certo una di quelle cover che guardi e dici “Cavolo, anche se il libro vale niente, la copertina è strabella!!”
SARA: Passando invece al romanzo, ammetto che in questi primi 15 capitoli non mi sono ancora fatta un'idea precisa se il libro possa piacermi oppure no. E' una sensazione strana perché in alcuni punti la storia mi sembra interessante e in altri mi è indifferente. Certamente l'impatto iniziale è in linea con la sensazione che ispirava l'immagine di copertina: una storia senza fronzoli e davvero lontana anni luce dalla moda del momento.
MORNA: Io invece un’idea ben precisa me la sono fatta, eccome! E l’idea sarebbe che questo libro non mi piace! Non nego che la storia ha, secondo me, diverse potenzialità. Inutile sottolineate come però non siano affatto sfruttate dall'autore. L’idea del romanzo duro, senza fronzoli, sbattuta in faccia al lettore dove la bestia è bestia e, il mostro è davvero tale era una genialata, almeno secondo me soprattutto nell’era dei vampiri scintillanti, buoni e ultrabelli. Ma di tutto il resto non salvo niente!
SARA:L'autore inoltre sfoggia un linguaggio molto maschile. Lui è un uomo, il protagonista anche, ok, ma a prescindere da questo esistono libri prettamente femminili (che non sempre apprezzo, dipende molto dai contenuti), poi ci sono i romanzi equilibrati che vanno bene per entrambi (quelli che preferisco!) e poi ci sono anche quei romanzi prettamente maschili, e "L'ultimo lupo mannaro" è proprio uno di questi e si nota. Ciò non significa che un romanzo maschile non possa piacere a una donna (io ad esempio adoro i romanzi di Irvine Welsh nonostante siano talmente maschili da sfiorare a volte la misoginia, ma Welsh è geniale, un provocatore goliardico, ci può stare) però in questo libro ammetto di essermi sentita tagliata fuori, di non riuscire ad entrare in sintonia con il protagonista ed è per questo che ancora devo capire se la mia mancanza di feeling è solo momentanea o no.
MORNA: D’accordissimo con te: il linguaggio è molto maschile, così come molti dettagli del romanzo e ciò può in effetti destabilizzare un lettore donna (cosa che per altro, come te, ho provato sulla mia pelle) Inoltre, nonostante la sufficiente caratterizzazione del protagonista, Jacob ha continuato a rimanermi indifferente, l’ho sentito poco vicino e per niente empatico se non a tratti discontinui.
Voglio inoltre porre l’attenzione su un altro aspetto che proprio non ho digerito: lo stile dell’autore. L’ho trovato davvero irritante, come ho fatto a non scagliare il libro fuori dalla finestra in certi passi, resta ancora da vedere! Glen Duncan gioca letteralmente con le parole e con i significati. Gioca con le frasi e i concetti. Infila nel mezzo di un discorso un altro discorso che non c’entra nulla con il precedente. E io mi domando: il tutto a che pro? La voglia di sperimentazione (chiamiamola così)dell’autore mi ha dato su i nervi durante tutta la lettura. La ricerca costante del vocabolo particolare, dell’accostamento ardito, la voglia di stupire a tutti i costi il lettore mi ha stufata e fatto infuriare. Glen Duncan gioca a fare il geniale e il goliardico, peccato che gli riesce estremamente male! Soprattutto il voler shoccare il lettore a ogni costo mi ha alternativamente innervosito e strappato risate (di disperazione). Ora, io non sono certo una puritana che si scandalizza per l’uso di un linguaggio hard, anzi ho detto prima come questa caratteristica avrebbe potuto essere molto interessante se portata avanti bene, ma dimmi (e ditemi voi) che senso ha questa frase “[…] il suo intrepido sangue femminile, un tenue, elettrizzante odore di m**** e quello penetrante e caldo della sua f*** intelligente e setosa” . F*** intelligente??
Ipotetico dialogo di Morna con Duncan: “No, dico ma mi prendi per deficiente, per cretina? Ti piace usare quella parola e la usi a caso in una frase tanto per dire di averla messa? Credi di impressionare? Credi che il tuo personaggio in questo moda risulti essere l’alpha della situazione? Mi spiace caro, ma l’idea che arriva è che questo poveretto oltre a non conoscere gli aggettivi è perennemente arrapato e basta!
Per quanto mi riguarda sono questi dettagli (e come questo c'e ne sono a decine nelle 130 pagine lette finora) che mi hanno maggiormente infastidita.
SARA: L'atmosfera che si respira durante la lettura è grigia, fumosa, una specie di misto tra il genere spy story, il pulp e l'hard boiled (di urban fantasy ha proprio poco) e la scrittura è molto fredda, dura, che non risparmia scene crude e vocaboli grezzi. Certamente non un romanzo per "signorine", ahahaha :-)
In questi primi capitoli impariamo a conoscere meglio il contesto in cui si colloca la storia, iniziamo a conoscere anche il passato del protagonista, che non si dimostra proprio un simpaticone, anzi. Ciò nonostante non mi va di sbilanciarmi troppo nel giudicarlo, d'altronde, dopo tante smancerie, avevo voglia di una lettura un po' scorretta. Direi che almeno su questo sono stata accontentata.
Per il momento non mi sbilancio neanche sul voto, mi butto sulle 3 stelline politiche nell'attesa di farmi un'idea migliore.
MORNA: Si, in queste prime pagine impariamo effettivamente qualcosa: che Glen Duncan non sa scrivere il background della vicenda e il personaggio di Jacob Marlow.Stop. Niente altro. E già è qualcosa. Purtroppo ripeto, nonostante ci siano delle buone potenzialità all’interno del romanzo, troppe cose non mi sono piaciute affatto.
Il mio voto parziale è di 2 stelline, sperando in qualcosa di meglio per il futuro.
To be continued...
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