sabato 20 aprile 2013

Recensione - L'ereditiera americana

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

L'EREDITIERA AMERICANA
DAISY GOODWIN
SONZOGNO
462 PAGINE
19,50 €
ED. BROSSURATA



Trama
(dalla copertina)

Siamo nei mitici anni Novanta del diciannovesimo secolo. Per la sera del ballo in maschera di Cora Cash niente è stato lasciato al caso. Splendida, determinata e scandalosamente ricca, Cora è quanto di più simile a una principessa si possa trovare nell'alta società newyorkese. Sua madre ha architettato per lei un debutto che promette di essere il più sfavillante del decennio. Subito dopo il ballo, Cora andrà in Europa, con l'implacabile madre a farle da scorta, per procacciarsi un titolo nobiliare. L'Inghilterra pullula di aristocratici caduti in disgrazia che fanno la fila per corteggiare le ereditiere americane, senza badare all'origine a volte umile del loro patrimonio. Cora appare immediatamente meravigliosa agli occhi della società inglese. Ma l'aristocrazia è un reame pieno di regole arcane e di trappole, dove non è facile trovare chi accolga a braccia aperte una straniera facoltosa. Quando s'innamora perdutamente di un uomo che conosce appena, Cora si rende immediatamente conto di prendere ormai parte a un gioco che non capisce fino in fondo. E dovrà fare in fretta per armare il proprio candore con un pizzico di malizia, che la trasformerà dall'ereditiera ricca e viziata di un tempo in una donna dal carattere forte e risoluto.

Commento Personale

A volte capita che anche l'istinto più sviluppato e il fiuto più sopraffine perdano colpi quando si tratta di trovare i romanzi da scegliere per le proprie letture. Contrariamente a quanto si possa pensare infatti non è affatto facile e il mondo dei libri è costellato di falsi indizi e piste fasulle, proprio come recita il vecchio adagio: non è tutto oro quel che luccica. E così, proprio quando credi che un romanzo abbia tutte le carte in regola per poterti piacere ed affascinare, rimani amaramente delusa. E' questo il caso de L'ereditiera americana, romanzo d'esordio dell'inglese Daisy Goodwin e pubblicato qui in Italia dalla Sonzogno, una casa editrice che stimo moltissimo e i cui libri solitamente divoro in pochissimo tempo perchè solitamente adoro. Casa editrice che ho sempre apprezzato per la qualità del lavoro e che, tra le altre cose, ha portato in Italia per prima Kate Morton- ad esempio, - e che nel campo del romance non ha certo bisogno di esperienza o consigli (suoi tutti i romanzi tradotti della Woodwiss, tanto per fare un nome a caso).E in effetti L'ereditiera americana aveva tutte le carte in regola per essere un romanzo tra i miei preferiti, uno di quelli che piace a me insomma, corale, denso di avvenimenti, descrittivo e ammaliante. Fantastica l'ambientazione di fine secolo, altrettanto meraviglioso l'intreccio che dalla prima sbirciatina alle pagine sembrava davvero molto intrigante: una ricca ereditiera americana a caccia di un titolo nella vecchia Inghilterra, un nobile duca sull'orlo della rovina, un castello ricco di passioni e tragedie a picco sul mare e sullo sfondo quella grande fossa di serpenti che è stata la società aristocratica inglese con le sue regole non scritte, tutta buone maniere e falsità. Tutto perfetto quindi, tutto incredibilmente attrattivo, eppure qualcosa non ha funzionamento. Chissà per quale motivo mi sono persa tra le pagine che l'autrice ha messo insieme, tra le parole e le vicende, tra un ballo e l'altro, tra una viaggio e quello successivo. Mi sono persa e non mi sono più ritrovata a dire tutta la verità. Quello che mi è mancato è stato sentire l'anima del romanzo, quel sentimento che ti inchioda alle pagine, ai personaggi, alla storia e che non ti lascia se non quando hai chiuso il libro.
La storia è stata bella ma mi aspettavo di più, più verve, più azione, più dramma. I personaggi sono stati ben descritti, ma volevo di più, che mi entrassero nella mente e ci rimanessero, che mi tormentassero anche se non leggevo di loro, che mi chiamassero per potermi raccontare ancora le loro avventure. Ma purtroppo niente di ciò si è verificato. La vicenda di Cora e Ivo dunque, per quanto fosse piena di potenziale, non è riuscita a coinvolgermi per davvero. Me ne dispiaccio perchè in verità non esiste un preciso motivo per il mia mancato appassionamento, non c'è un aspetto che mi ha particolarmente irritato o dato fastidio durante la lettura, solamente manca qualcosa: quella molla misteriosa e oscura ma molto potente che ti fa amare il romanzo davvero e fino in fondo. Solo nelle ultime pagine sono riuscita a scorgere un moto interiore abbastanza forte, tanto da farmi quasi ricredere e domandarmi se forse non avessi compreso nulla delle intenzioni della Goodwin, ma la il finale  un po' troppo aperto e a mio avviso frettoloso (forse appositamente studiato per un probabile secondo romanzo?) mi ha lasciata un po' interdetta e in definitiva sono ritornata sui miei passi.
L'ereditiera americana non è perciò quello che solitamente è etichettabile come un brutto romanzo anzi, su di me però non ha avuto lo stesso effetto che, ho letto in rete, ha avuto su altre lettrici. Quella mancanza di coinvolgimento è stata la mia tomba: mi ha impedito di entusiasmarmi e in definitiva di saperlo apprezzare fino in fondo.

Coinvolgimento

Molto altalenante. Ci sono stati effettivamente dei momenti di reale tensione ma subito sono stati eclissati da tutti quelli successivi, che io ho trovato davvero poco appetitosi. Solo l'ultima parte ha saputo realmente scuotermi dal mio torpore ma vuoi ormai le quattrocento pagine precedenti che non mi avevano convinta del tutto, vuoi il finale che non mi è piaciuto, non è bastato per farmi cambiare opinione. 3/5

Stile

Lo stile dell'autrice mi è piaciuto, sicuramente è la parte del romanzo che ho apprezzato maggiormente. Anche se manca di fluidità in certi punti, è comunque descrittivo, ben articolato e risulta essere davvero molto vivido. Le atmosfere sono ricreate molto bene e Daisy Goodwin conosce perfettamente quello di cui sta parlando. Non ho amato i dialoghi, sopratutto nella parte iniziale ma dalla seconda metà in poi si sono fatti migliori, forse anche in virtù della crescita interiore della protagonista. L'uso del narratore esterno onnisciente in terza persona dà quasi l'idea di una voce fuori campo e molte scene- che ho trovato molto televisive in ciò - le ho trovato sposarsi perfettamente con questa scelta, che tutto sommato non mi è dispiaciuta affatto. 4/5

Personaggi

Ben descritti e bene analizzati, ma mancano di umanità. A parte la vicenda più o meno interessante, sono loro a cui non sono riuscita ad affezionarmi o con cui non sono riuscita a provare empatia, nemmeno con Cora la protagonista. Sebbene sia venuta a conoscenza di molti aspetti delle loro vite, non sono comunque riuscita ad appassionarmici fino in fondo, e di questo me ne rammarico. Si vede lo sforzo dell'autrice nel cercare di creare una crescita interiore di Cora - ad esempio- da ragazzina viziata a donna matura e consapevole dei sacrifici, o dell'impegno profuso per rendere Ivo un personaggio tenebroso e afflitto da segreti, ma purtroppo per me è stato inutile: a tratti incomprensibili, a tratti freddi e distaccati, i personaggi di questa vicenda per me sono sempre rimasta sullo sfondo. Unica eccezione la signora Cash. 3/5

Vicenda

Ricca di potenziale ma con un difetto: troppo lunga. Di per sè la lunghezza non sarebbe stato un problema se fosse stata più ricca d'azione o dramma, ma data la staticità avrei volentieri fatto a meno di un bel po' di pagine. Ho apprezzato il tentativo di voler creare una vicenda corale (un po' alla Downtown Abbey, per intenderci) ma forse in questo caso l'autrice avrebbe dovuto decisamente calare la mano sugli altri personaggi - per esempio Bertha- entrando più nei particolari e riservando loro più spazio per rendere il tutto effettivamente più coinvolgente. In conclusione, non un disastro totale ma si poteva fare di meglio. 3/5

(Cover: Uguale all'edizione americana, mi piace parecchio perchè la trovo coerente con la storia e sopratutto cattura lo sguardo di un potenziale lettore. Molto carina anche la cover inglese. 4/5)



Consigliato? Sì, consigliato nonostante tutto a chi ama il romance storico. Questa è la mia opinione ma non c'è un motivo vero e proprio per cui dovrei sconsigliarvi un libro del genere. 

Giudizio: 3,25/5



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