giovedì 31 ottobre 2013

Have a freaky Halloween!

Cari Lettori,
il momento è quasi giunto. Il giorno sta per terminare mentre le tenebre della notte più magica e spaventosa dell'anno stanno avanzando. Pronti per affrontare la notte di Halloween? 

Qui, in quel di Edimburgo, tira un vento gelido e pungente direttamente dal mare in burrasca; si insinua dispettoso sotto ai vestiti gelando fino alle ossa e, passando attraverso le imposte della finestra, sibila sinistramente.  Le ultime luci del giorno stanno morendo dietro i profili della case e i lampioni nella via si stanno già accendendo per cercare di tenere a bada il buio che avanza sovrano. Ha smesso di piovere da un po' ormai, ma sui marciapiedi ancora umidi e ingombri di pozzanghere si riflette un cielo nero, punteggiato di stelle, che appaiono e scompaiono tra le nuvole basse. La luna, piena per un quarto, è ancora bassa all'orizzonte. Prendo la coperta e me la sistemo sulle spalle, un libro mi attende sul divano insieme a una manciata di cioccolatini. Tiro le tende e spengo le luci, lasciando accesa la lampada vicino al divano. 
 La signora che vive al piano di sotto è stata così gentile da passare per vedere se avevo bisogno di qualcosa e si è prodigata per accendere il camino (un vero camino!). "Oggi i termosifoni non sembrano volerne sapere di scaldarsi " ha esclamato con il suo pesante accento scozzese . Per tutta risposta ora un allegro fuocherello scoppietta davanti ai miei piedi nudi. Mi sistemo comoda in attesa del ritorno di Federico: non dovrebbe mancare poi tanto. Per un attimo osservo le fiamme, ipnotizzata dal loro continuo guizzare e qualcosa attrae la mia attenzione. Distolgo  lo sguardo immediatamente, terrorizzata. Non può essere mi ripeto nella testa. E' stata solo un illusione dovuta all'oscurità sempre più presente nella stanza mi dico, cercando di tranquillizzarmi. Eppure sono abbastanza sicura di quel che ho visto! Un volto, quel volto, così scheletrico e avvolto tra le lingue di fuoco sembrava così reale; i bulbi vuoti erano così ...vivi! Sto delirando, decido con fermezza. Non c'è altra spiegazione e queste sono solo suggestioni. Riapro il libro per rimettermi a leggere ma la luce della lampadina comincia a sfarfallare, dispettosa. Sbuffo, irritata. Possibile che tutto deve congiurare contro qualche ora di sana lettura? Mentre mi sposto sul divano verso l'angolo esterno dove è posizionata la lampada, la luce sparisce definitivamente. Indignata e arrabbiata mi alzo in piedi facendo cadere con un tonfo il libro sulla moquette. Impreco ad alta voce per essermi centrata l'alluce. Quasi a tentoni per l'oscurità sempre più fitta che il camino non riesce più a dissipare raggiungo la lampada e comincio ad armeggiare con la lampadina, la presa....non capisco cosa ci sia che non vada. All'improvviso un lampo illumina quasi a giorno la stanza e subito dopo un tuono potentissimo squarcia la notte. Sento i vetri tremare insieme al mio cuore. Dio, che spavento!! Deve essere caduto vicinissimo, rifletto mentre la sirena assordante di un antifurto comincia a suonare, ogni minuto più forte e fastidiosa di prima. 
 La corrente però deve essere saltata perchè l'interruttore non da segni di vita. Sempre a tentoni raggiungo la porta, inciampando un paio di volte nella valigia di Federico abbandonata sul pavimento e nelle mie pantofole. Apro la porta e sbircio nel corridoio buio, interrotto solo dal lampeggiare del neon di emergenza al lato opposto del corridoio. Nessuna delle altre porte si apre e in giro non vedo nessuno degli altri inquilini che abitano nel palazzo. Strano. 
Richiudo la porta mentre un altro tuono rompe il silenzio seguito da uno scroscio d'acqua torrenziale che si abbatte violento sui vetri delle finestre. Troppo tardi mi accorgo della figura nera che si staglia davanti a me:"Oddio! Mi hai fatto prendere un colpo! Menomale che sei arrivato. La corren..." Qualcosa non va. Federico è immobile, bagnato dalla testa ai piedi. E mi fissa. Ma non sono i suoi occhi quelli....qualcosa di oscuro e malvagio si agita dietro quell'espressione vuoto. Non termino la frase, non c'è ne bisogno. Lui mi guarda, poi inclina un po' la testa come se dovesse studiarmi a fondo. Gelo fin dentro l'anima sotto quello sguardo morto e famelico. Poi, mentre un altro tuono irrompe nella notte, all'improvviso capisco: il fuoco, la luce, il temporale e adesso lui. Non ho più tempo. Mi volto e cerco disperatamente la maniglia della porta, la trovo e la spalanco. Nella fretta inciampo e finisco distesa a terra nel corridoio buio. Ma non c'era il neon di emergenza? Che pensiero stupido da formulare in questo momento!
 Mi rialzo, ma i miei movimenti sono convulsi, scoordinati e lenti. 
Troppo lenti. 
Sento un peso schiacciarmi la schiena e costringermi a terra. 
E poi il buio.



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