oggi sono davvero onorata e contenta di ospitare qui sul blog l'editor di casa Longanesi: Fabrizio Cocco, che è stato così gentile da risponde alle mie domande!
Ed ecco qui la nostra chiacchierata!
Ciao Fabrizio, benvenuto nel mio piccolo spazio virtuale! Sono davvero molto felice di averti qui con me oggi. Partiamo subito e rompiamo il ghiaccio.
Chi è Fabrizio Cocco, editor?
Un quasi quarantaduenne, mezzo sardo e mezzo veneto, bassista, collezionista di chitarre (e le costruisco anche), ex operaio, ex insegnante, ex pubblicitario... E ora un professionista che ha la fortuna di poter fare un lavoro sempre diverso ogni giorno, perché ogni libro e ogni autore sono una costante novità.
Le tre regole d’oro nel tuo mestiere.
Una sola, in realtà: ascoltare. Ascoltare le informazioni che arrivano (non limitarsi a registrarle mentalmente, ma proprioascoltarle). Ascoltare tutte le persone che frequento, sul lavoro e non, per cogliere le sfumature della sensibilità individuale che spesso sfuggono a un'occhiata superficiale. Ascoltare gli autori, le storie. E soprattutto ascoltare l'istinto.
L’episodio più divertente che ti è capitato sul lavoro.
Ahhhh... Le cose divertenti mi capitano addosso, per mia goffaggine. Per fortuna non succedono più cose come quella capitatami quando insegnavo (sono letteralmente franato dalla cattedra davanti a una classe piena di ragazze di prima superiore che, da quel momento in poi, con la simpatica spietatezza tipica delle adolescenti, non hanno perso occasione per prendermi in giro). Mi è capitato comunque di rompere inavvertitamente un bicchiere di cristallo a casa di un'autrice straniera...
Qual è la cosa che apprezzi di più e quella che eviteresti volentieri nello svolgere il tuo lavoro?
Apprezzo soprattutto il confronto, il fatto che le informazioni circolino con estrema spontaneità a tutti i livelli, che non ci siano canali privilegiati ed esclusioni. Quando scopro e seguo un libro, vengo coinvolto in tutte le fasi e questo mi permette di imparare costantemente, cosa che in fondo è ciò che considero fondamentale sul lavoro, qualsiasi lavoro. E non c'è niente in particolare che eviterei, a dire il vero: si tratta appunto di un lavoro, certo, e quando capitano delle difficoltà, mi ricordo delle estati passate a lavorare in catena di montaggio quando ero adolescente e mi dico che, in fondo, sono molto fortunato.
La lezione più grande che hai imparato lavorando come editor?
A costo di sembrare il maestro Yoda, devo dire: "Ascoltare l'istinto".
Ringrazio ancora Fabrizio per essere stato così disponibile!
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