sabato 25 gennaio 2014

Recensione - Mezzanotte nel giardino del bene e del male

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

MEZZANOTTE NEL GIARDINO DEL BENE E DEL MALE
JOHN BERENDT
RIZZOLI
350 PAGINE
15,00 € (circa)
ED. RILEGATA
(fuori catalogo)



Trama
(dalla copertina)

Quando per la prima volta si recò a Savannah, una città storica nel cuore del vecchio Sud, il newyorkese John Berendt la conosceva solo per averla vista in alcune scene famose di "Forrest Gump": non immaginava che se ne sarebbe innamorato. Non sospettava che si sarebbe ritrovato a scoprire i misteriosi riti vudù che ancora vi sopravvivono. Soprattutto, non aveva messo in conto di poter essere preso nel gioco di un misterioso omicidio e del processo che sarebbe seguito...

Commento Personale

Mezzanotte nel giardino del bene e del male è stata la mia scelta per il bookclub Libri e Caffè che ogni mese si tiene a Torino (tra l'altro, se siete interessati a partecipare fatemi un fischio). L'argomento del mese era 'libri e relative trasposizioni cinematografiche' e, sebbene inizialmente la mia scelta fosse ricaduta su altri romanzi, alla fine il libro d'esordio di Berendt ha avuto la meglio sui contendenti. Pagato una nullità a un mercatino dell'usato che ho scovato dietro casa mia, Mezzanotte del giardino del bene e del male ha da subito avuto un'attrattiva tutta particolare su di me. A partire dal titolo così strano e misterioso, per continuare con la copertina, che raffigura la celeberrima statua del cimitero di Bonaventure, passando per le premesse che promettono una storia indimenticabile, condita con riti voodo e spiriti inquieti e terminando, infine, con il setting tipicamente south degli Stati Uniti. Cosa chiedere di meglio da un libro?
In realtà non voglio dire che le mie aspettative sono state disattese, tutto questo e forse anche qualcosa di più, è effettivamente riscontrabile nel libro. Ciò che mi ha lasciata davvero perplessa è stata la modalità con la quale l'autore ha scelto di narrarci la sua storia. Mezzanotte nel giardino del bene e del male è catalogato come romanzo fiction ma, per quanto mi riguarda, avrebbe potuto benissimo essere inserito nelle biografie. Il protagonista altri non è, infatti, che l'autore stesso il quale, calatosi nei panni di un personaggio - un po' improvvisato per la verità - racconta gli avvenimenti effettivamente accadutigli durante il suo soggiorno nella città di Savannah, che fa da splendida cornice del libro. Fin qui tutto bene. Berendt non è e non sarà l'unico ad avere utilizzato esperienze personali per scrivere un libro. Il problema nasce, però, quando la storia comincia ad assumere connotazioni ibride tra l'autobiografia e la fiction, mandando in crisi il lettore. Berendt stesso dichiara, nella postfazione al romanzo, che tutti i fatti raccontati sono reali, così come i personaggi che compaiono, ma che per svariati motivi ha dovuto spesso celarne o camuffarne la vera identità. Tutto comprensibile. Un po' meno il fatto che l'autore scelga di raccontare tutto il suo soggiorno a Savannah, includendo passaggi, descrizioni, personaggi e quant'altro che, in definitiva, risultano totalmente inutili ai fini del libro. Un po' come se lo scopo fosse raccontare la cena, ma già che ci siamo parliamo anche del pranzo e della merenda! Purtroppo per me, questa cosa non ha funzionato. Tutta la prima metà del libro è assolutamente inutile e, sebbene riconosca che serva egregiamente a inquadrare il contesto nel quale prende vita la vicenda principale descrivendoci, a metà tra il grottesco e l'ironico, una galleria di personaggi tra i più strani che si siano mai visti (almeno per quanto mi riguarda) per comportamenti, abitudini e modo di pensare, non posso certo negare di averla trovato anche fuori luogo, lenta e appunto inutile. 
Quello che sto dicendo è che, a mio modesto parere, Berendt aveva per le mani materiale di prima qualità, ottimo per un romanzo indimenticabile ed estremamente originale. Purtroppo avrebbe dovuto maneggiarlo, scomporlo e rimodellarlo secondo le logiche della narrazione fiction: aggiungere o togliere in diversi punti, inventare se necessario. Avrebbe dovuto ridisporre le carte sul tavolo usando tutto il potenziale che queste gli concedevano. Oppure avrebbe dovuto attenersi totalmente alle regole della narrazione biografica, concentrandosi su se stesso e non, come ha fatto, su altri personaggi (peraltro anche piuttosto ben descritti) e assegnando a se stesso il ruolo di semplice spettatore. Il mix che ha scelto di usare invece, purtroppo per me, non ha funzionato molto bene, consegnando così un testo fortemente originale alla mediocrità.
Mezzanotte nel giardino del bene e del male è stato dunque una mezza delusione, conserva indubbiamente elementi originali e di impatto sul lettore - sopratutto sul il finale - ma non si può negare che avrebbe decisamente potuto essere un libro migliore!

Coinvolgimento

Altalenante. Tutta la prima parte del libro è stata veramente lunga da leggere e sopratutto inutile, nonostante sotto certi punti di vista sia stata "utile" per quanto riguarda l'inquadramento generale del libro. Il libro si riprende sul finale, ma non è esente da alcuni scivoloni che, se evitati, avrebbe posto il romanzo davvero su un altro livello. 3/5

Stile

Scorrevole e  fluido. Ho apprezzato la narrazione in prima persona, ma come detto prima, l'ho trovata poi in contraddizione con le scelte operate dall'autore per quanto riguarda i personaggi, gli argomenti trattati e la meticolosità con cui si sofferma a raccontarci questi aspetti, entrando eccessivamente nel dettaglio. Non è certo tra i miei preferiti, ma Berendt è stato un giornalista prima di essere scrittore e non c'è dubbio che sappia scrivere. La fluidità in contrasto con la prolissità di cui si ammanta la narrazione è, in definitiva, l'unica cosa che salva il libro dall'essere un polpettone indigesto. 4/5

Personaggi

I personaggi sono, secondo me, l'aspetto su cui maggiormente si vede l'indecisione e l'incapacità dell'autore nel prendere una scelta narrativa e portarla a compimento fino in fondo. L'esempio più evidente sono due personaggi con un potenziale estremamente alto, come Minerva e Chablis, che però Berendt non è riuscito a sfruttare affatto. Un vero peccato perché entrambi avrebbero potuto avere una presa sul lettore molto forte. 
Questa è anche la sostanziale differenza con il film (che al contrario del libro vi consiglio fortemente). Per una volta la pellicola cinematografica è stata superiore al romanzo proprio perché ha saputo, tramite tagli strategici e cambiamenti ponderati, esaltare la materia grezza della storia, dando valore a ogni personaggio e a ogni loro azione. 
Per quanto riguarda però i personaggi cartacei, a malincuore non posso assegnare più di un 2/5

 Vicenda

Come detto precedentemente, potenzialmente superba ma malamente orchestrata dall'autore, che non ha saputa sfruttarla appieno né valorizzarla in tutti i punti in cui avrebbe dovuto farlo. 3/5

(Cover:Molto bella ed evocativa, secondo me. Peccato che sia leggermente sgranata! 4/5)

Consigliato? Domanda difficile. Io (strano ma vero) consiglierei maggiormente il film rispetto al libro. Tuttavia bisogna ammettere che il libro non è un completo disastro anzi, aggirandosi in quel limbo in cui basta poco per promuoverlo o bocciarlo, direi che potete dargli una possibilità se vi piace il genere

Giudizio: 3/5



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