ben ritrovati con il secondo appuntamento per questo mese con le recensioni cumulate :)
Come sempre spero che i miei pensieri possano interessarvi e tornarvi utili per guidarvi nelle prossime letture! E mi raccomando, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate e se anche voi avete letto questi libri o se programmate di farlo!
Il primo libro di cui voglio parlarvi è una lettura che ho terminato ormai da parecchie settimane e per la quale avete espresso più volte tanta curiosità a riguardo. Di certo la curiosità e le aspettative piuttosto alte facevano parte anche del mio stato d'animo quando ho comprato, superfiduciosa di avere tra le mani un epic fantasy della migliore specie, Malice, la guerra degli Dei. Il prologo mi aveva immediatamente convinta tanto da non badare nemmeno alla cifra astronomica del prezzo di copertina, per non parlare poi del voto altissimo raggiunto dal libro su Goodreads e dalla miriade di commenti positivi degli utenti che definivano Gwynne come l'erede di Martin. Tralasciando i paragoni azzardati e come sempre poco corrispondenti alla realtà (non ho mai pensato di trovarmi per le mani il nuovo Trono di Spade) mi sento comunque in dovere di sottolineare che l'esordio dell'autore inglese non mi ha convinto affatto. É evidente, forse anche troppo, lo sforzo di Gwynne di condurre una narrazione corale: nel libro infatti sono presente moltissimi (e ci tengo a sottolinearlo) pov, anche di personaggi che vivono insieme la stessa avventura e che quindi ci viene raccontata due volte. L'enorme numero di personaggi che vive tra queste pagine però non è affatto ben gestito e la conseguenza più immediata che ho riscontrato è stata quella di una completa e totale confusione. Per buona parte dell'inizio, personalmente, non sono riuscita a stare dietro ai personaggi. Mi confondevo in continuazione, scambiandoli tra di loro, non capendo chi era chi e perché stesse facendo quella determinata azione. La caratterizzazione debole e lacunosa poi, non aiutava in questo senso, facendo sembrare - a parte alcune eccezioni - tutti i personaggi molto simili tra di loro. Anche la vicenda non mi ha fatto impazzire. Per entrare nel vivo degli eventi bisogna andare oltre la metà effettiva del libro (che conta più di settecento pagine) e anche una volta raggiunto questo traguardo comunque ci si trova davanti a fatti ed eventi molto confusi. Ho apprezzato lo sforzo dell'autore di creare una vicenda movimentata e ricca di colpi di scena, ma purtroppo il più delle volte tutto ciò si è concretizzato con intrighi talmente elaborati da perdere il loro fascino e il gusto della sorpresa.
Ultimo ma non ultimo va fatto un doveroso appunto sui personaggi che se da una parte, una volta raggiunto il finale del romanzo, si cominciano ad apprezzare decisamente più che all'inizio, dall'altro impiegano davvero troppe pagine per entrare nella mente del lettore e rimanerci. Mi è piaciuto moltissimo il personaggio di Corban, ad esempio, e quello di Nathair, ma purtroppo non posso dire lo stesso del villain della situazione che ho trovato pieno di potenziale ma assolutamente mal gestito e caratterizzato.
In definitiva perciò non posso non negare la mia delusione riguardo l'esordio narrativo di Gwynne. Mi aspettavo decisamente di più sotto tutti i punti di vista. Riconosco comunque il potenziale che ancora è presente nella storia e nel finale, che mi è piaciuto e per questo spero di poter dare una seconda occasione all'autore in futuro. Per il momento però non posso non esimermi dal consigliarvi di spendere i soldi del prezzo di copertina per altro!
Coinvolgimento: 3/5
Stile: 3/5
Personaggi: 3/5
Vicenda: 3/5
Giudizio: 3/5
Ultimo ma non ultimo va fatto un doveroso appunto sui personaggi che se da una parte, una volta raggiunto il finale del romanzo, si cominciano ad apprezzare decisamente più che all'inizio, dall'altro impiegano davvero troppe pagine per entrare nella mente del lettore e rimanerci. Mi è piaciuto moltissimo il personaggio di Corban, ad esempio, e quello di Nathair, ma purtroppo non posso dire lo stesso del villain della situazione che ho trovato pieno di potenziale ma assolutamente mal gestito e caratterizzato.
In definitiva perciò non posso non negare la mia delusione riguardo l'esordio narrativo di Gwynne. Mi aspettavo decisamente di più sotto tutti i punti di vista. Riconosco comunque il potenziale che ancora è presente nella storia e nel finale, che mi è piaciuto e per questo spero di poter dare una seconda occasione all'autore in futuro. Per il momento però non posso non esimermi dal consigliarvi di spendere i soldi del prezzo di copertina per altro!
Coinvolgimento: 3/5
Stile: 3/5
Personaggi: 3/5
Vicenda: 3/5
Giudizio: 3/5
Il secondo romanzo di cui vi parlo è anche questo un fantasy, più tendente al dark che all'epic per essere precisi. Primo di una serie ormai quasi fuori catalogo, anche questo è un romanzo d'esordio che grazie al successo ottenuto ha proiettato l'autore nell'olimpo degli autori fantasy maggiormente apprezzati degli ultimi tempi. Il nome di Brent Weeks è infatti conosciutissimo in patria e all'estero, al contrario dell'Italia dove invece è stato per lo più ignorato. Onestamente non ne capisco il motivo perché, per quanto mi riguarda, ho trovato La via delle tenebre estremamente promettete, ben scritto e molto molto intrigante. Ho apprezzato la storia, l'intreccio narrativo ben costruito e che non disdegna qualche buon colpo di scena sul finale, e sopratutto i personaggi. Weeks è stato in grado di creare un mondo complesso e tridimensionale nel quale muove personaggi accattivanti e godibili che riescono a rendere la città di Cenaria se possibile ancora più verosimile e tridimensionale. Le sfaccettature dei personaggi, l'ambientazione e la vicenda corale e complessa fanno del libro di Brent Weeks un buon fantasy che da subito cattura l'attenzione del lettore per non lasciarla andare se non sul finale, l'elemento dark poi rende il tutto un po' più condito e maggiormente apprezzabile. Mi è piaciuta anche la presenza di una storia d'amore, non troppo marcata certo e per nulla smielata, ma che comunque ha avuto la sua parte e importante all'interno del romanzo. A tal proposito, mi preme anche sottolineare che ho molto apprezzato la presenza di personaggi femminili forti e indipendenti, paragonabili alle loro controparti maschili (particolare questo non sempre presente in tutti i fantasy), che hanno reso la narrazione ancora più intrigante e godibile, almeno per me.
L'unica nota stonante del romanzo è stata la traduzione davvero pessima e mal curata da parte della casa editrice. Si vede che non c'è stata revisione e, a parte i classici refusi, è evidente che alcune frasi non hanno proprio senso, forse perché sono state tradotte letteralmente dall'inglese senza però rendere l'idea in italiano. Purtroppo questo fatto ha influito particolarmente sulla lettura perché alcuni passaggi sono risultati particolarmente difficili da capire o da seguire, compromettendo la fluidità e la scorrevolezza della narrazione.
Per concludere però non posso non negare di aver ampiamente apprezzato il libro di Weeks. Ovviamente ho intenzione di recuperare i restanti due volumi e di proseguire nella trilogia, anche perché i pareri a riguardo sono molto entusiasti e io non vedo l'ora di sapere come continueranno le vicende del protagonista.
Coinvolgimento: 4/5
Stile: 3/5
Personaggi: 5/5
Vicenda: 5/5
Giudizio: 4.25/5