ben ritrovati con il
Come sempre spero che i miei pensieri possano interessarvi e tornarvi utili per guidarvi nelle prossime letture! E mi raccomando, non dimenticate di farmi sapere cosa ne pensate e se anche voi avete letto questi libri o se programmate di farlo!
* Parte Prima
Il primo libro di cui voglio parlarvi è il finale di una delle serie rivelazioni, almeno per quanto mi riguarda, di questo 2014. La rivelazione dell'antica carta è infatti il quinto e ultimo romanzo della serie Fever uscito dalla penna dell'autrice americana Karen Marie Moning. Se mi seguite da un po' saprete quanto, nel corso di questi mesi, abbia apprezzato questa saga che in qualche modo è riuscita a farmi riappacificare e riavvicinare al genere urban fantasy/paranormal romance.
In generale posso sicuramente dire che anche questo quinto volume non ha affatto deluso le mie aspettative. Complessivamente infatti posso affermare di aver trovato questa conclusione una degna fine per le vicende della protagonista Mac e di tutti i fantastici personaggi a cui l'autrice è riuscita a dare vita e che inevitabilmente sono entrati nel mio cuore di lettrice. Ne La rivelazione dell'antica carta ho ritrovato con piacere tutti gli elementi che mi erano piaciuti nei precedenti romanzi come, ad esempio, i personaggi e la lora caratterizzazione ben riuscita, l'ambientazione magica ed evocativa e naturalmente la presenza dell'ironia, marchio ormai di serie che in contrapposizione ai passaggi più tragici è certamente uno dei punti di forza del libro dal momento che dona un certo spessore psicologico non sempre comune in questo genere di letteratura. In più La rivelazione dell'antica carta ha dalla sua una vicenda particolarmente movimentata e intrigante, pregna di rivelazioni e sconvolgimenti più o meno inaspettati. Moltissimi infatti sono i colpi di scena, alcuni davvero magistrali (quelli su Barrons, ad esempio, sono stati apprezzatissimi dalla sottoscritta), che si susseguono a un ritmo incalzante e vertiginoso, rovesciando certezze su certezze che il lettore credeva di aver acquisito durante i volumi precedenti e che portano dritti allo sconvolgente finale in cui non si può non rimanere a bocca aperta, almeno per qualche minuto! Sotto questo punto di vista perciò non ho davvero (e come potrei!) nulla da rimproverare all'autrice.
Ma c'è purtroppo un però, che nonostante tutto devo assolutamente menzionare e non posso esimermi dal non sottolineare. Perché se da una parte ho apprezzato tantissimo i contenuti, dall'altra non posso non sottolineare la controparte che proprio non mi è piaciuta: lo stile. In questo quinto volume (e ci tengo a sottolineare che è una caratteristica particolarmente marcata di solo questo romanzo) la Moning ha uno stile a tratti davvero troppo descrittivo e lento che, sopratutto nella prima metà, oscilla pericolosamente verso la noia, o almeno così è stato per me. Per entrare nel vivo dell'azione, dei colpi di scena e dei rovesciamenti narrativi, che sono davvero il fiore all'occhiello di questo romanzo e la sua peculiarità, La rivelazione dell'antica carta impiega infatti davvero troppe pagine rischiando di perdere l'attenzione e la concentrazione del lettore in più punti. É vero che superata la metà la situazione migliora nettamente, ma personalmente ammetto di aver fatto parecchia difficoltà ad arrivare a quel punto.
Per concludere quindi, come già detto precedentemente, La rivelazione dell'antica carta si è rivelato essere un' ottima chiusura di serie. Personalmente posso sinceramente ritenermi soddisfatta del finale e della "conclusione" scelta dall'autrice per ciascuno dei personaggi. E confesso anche di essermi sentita un pelo disorienta quando, girata l'ultima pagina, mi sono accorta di aver terminato una serie pregevole. La rivelazione dell'antica carta non sarà il libro migliore della pentalogia, a mio avviso, ma certamente non posso non consigliarlo agli amanti della serie: un'imprescindibile letture che ancora una volta, nonostante tutto, da prova della bravura dell'autrice.
Coinvolgimento: 4/5
Stile:4/5
Personaggi: 5/5
Vicenda: 5/5
Giudizio: 4.5/5
Il secondo romanzo invece è il sequel di uno ya che era riuscito particolarmente a stupirmi durante la lettura. Siege and storm, inedito per il momento in Italia, è infatti il secondo libro della Grisha Trilogy dell'autrice statunitense Leigh Bardugo che ha avuto un enorme successo e un ottima accoglienza da parte del pubblico dei lettori. Il primo romanzo, Shadow and Bone era riuscito a portarsi a casa un voto più che decente, per quanto mi riguardava, essendo riuscito a conquistarmi grazie a un colpo di scena a metà romanzo particolarmente ben assestato che aveva capovolto gli equilibri e donato dinamicità e una nuova prospettiva all'intero libro e sui personaggi. Proprio questi ultimi, e in particolare il Darkling era, a mio avviso, uno dei punti cardini del libro, in grado di tenere il lettore (e me) incollato alle pagine, di coinvolgerlo e di caratterizzare in maniera originale e inedita l'intera storia della Bardugo che diversamente non avrebbe certo brillato per audacia nella trama.
Purtroppo tutto questo non si applica a Siege and Storm, che ho trovato oltre ogni modo noioso e insipido. Nel sequel della trilogia in questione infatti, mancano tutti gli elementi che avevano apportato aria di novità al libro precedente. Il Darkling è praticamente assente per tutto il libro e nonostante ci sia l'inserimento di un nuovo personaggio dalla grandi potenzialità, la Bardugo non è stato in grado di coglierne nessuna, relegando questo personaggio all'ombra della protagonista che qui è oltre ogni dire insopportabile. Alina, la protagonista del romanzo, non ha mai brillato per originalità durante tutto il primo libro- questo va detto- ma la mia speranza era che, con l'evolversi della storia e i vari avvenimenti del primo libro, avrebbe finalmente maturato in questo secondo capitolo. Inutile dire che tutte le mie aspettative si sono infrante capitolo dopo capitolo. Come dicevo, ho trovato questo sequel molto insipido e sopratutto assolutamente privo di contenuti. Un classico libro di collegamento all'interno di una trilogia, che spiana la strada per il finale ma che di fatto non racconta, non coinvolge e non trasmette nulla per più di trecento pagine.
Personalmente ho fatto una fatica tremenda per terminarlo, solo la mia testardaggine nel finire un libro iniziato in ogni caso (non amo interrompere la lettura a metà) mi ha permesso di arrivare al finale. Ho contato tutte le pagine che mi separavano dal finale e a ogni capitolo terminato tiravo un sospiro di sollievo perché ero un passo più vicino a terminare il romanzo. Nemmeno la promessa del finale mi ha riacceso la curiosità. Mi spiace davvero dirlo ma purtroppo l'autrice mi aveva esasperato a tal punto che ormai praticamente nulla avrebbe potuto farmi cambiare idea (e infatti non c'è stato nessun capovolgimento narrativo a smentirmi). Purtroppo per quanto riguarda Siege and Storm non riesco a salvare nulla: dai personaggi assolutamente privi di interesse nel migliore dei casi e irritanti nel peggiore; alla trama e alla vicenda inconsistente e priva sopratutto di svolgimenti originali non ho trovato nulla che mi piacesse davvero e mi permettesse di godermi la lettura.
Grande delusione dunque per questo secondo libro pieno di potenzialità assolutamente mancate una per una. Mio malgrado sono rimasta talmente tanto delusa da questa storia che per il momento non ho nemmeno la volontà, né tantomeno la curiosità di leggere il terzo e ultimo libro. E non so se ne avrò la voglia in futuro. Per quanto mi riguarda quindi, a malincuore, mi sento di bocciare questo sequel e di sconsigliarvene la lettura.
Coinvolgimento: 1/5
Stile: 3/5
Personaggi: 2/5
Vicenda: 2/5
Giudizio: 2/5