con piacere vi annuncio che il blog si è spostato, con un altro nome ma contenuti identici, a questo indirizzo:
Spero vogliate essere dei miei anche in questa nuova avventura.
Vi aspetto! :)
Il primo libro di cui voglio parlarvi è il finale di una delle serie rivelazioni, almeno per quanto mi riguarda, di questo 2014. La rivelazione dell'antica carta è infatti il quinto e ultimo romanzo della serie Fever uscito dalla penna dell'autrice americana Karen Marie Moning. Se mi seguite da un po' saprete quanto, nel corso di questi mesi, abbia apprezzato questa saga che in qualche modo è riuscita a farmi riappacificare e riavvicinare al genere urban fantasy/paranormal romance. 




Il secondo romanzo invece è il sequel di uno ya che era riuscito particolarmente a stupirmi durante la lettura. Siege and storm, inedito per il momento in Italia, è infatti il secondo libro della Grisha Trilogy dell'autrice statunitense Leigh Bardugo che ha avuto un enorme successo e un ottima accoglienza da parte del pubblico dei lettori. Il primo romanzo, Shadow and Bone era riuscito a portarsi a casa un voto più che decente, per quanto mi riguardava, essendo riuscito a conquistarmi grazie a un colpo di scena a metà romanzo particolarmente ben assestato che aveva capovolto gli equilibri e donato dinamicità e una nuova prospettiva all'intero libro e sui personaggi. Proprio questi ultimi, e in particolare il Darkling era, a mio avviso, uno dei punti cardini del libro, in grado di tenere il lettore (e me) incollato alle pagine, di coinvolgerlo e di caratterizzare in maniera originale e inedita l'intera storia della Bardugo che diversamente non avrebbe certo brillato per audacia nella trama.


Il primo libro di cui voglio parlarvi è una lettura che ho terminato ormai da parecchie settimane e per la quale avete espresso più volte tanta curiosità a riguardo. Di certo la curiosità e le aspettative piuttosto alte facevano parte anche del mio stato d'animo quando ho comprato, superfiduciosa di avere tra le mani un epic fantasy della migliore specie, Malice, la guerra degli Dei. Il prologo mi aveva immediatamente convinta tanto da non badare nemmeno alla cifra astronomica del prezzo di copertina, per non parlare poi del voto altissimo raggiunto dal libro su Goodreads e dalla miriade di commenti positivi degli utenti che definivano Gwynne come l'erede di Martin. Tralasciando i paragoni azzardati e come sempre poco corrispondenti alla realtà (non ho mai pensato di trovarmi per le mani il nuovo Trono di Spade) mi sento comunque in dovere di sottolineare che l'esordio dell'autore inglese non mi ha convinto affatto. É evidente, forse anche troppo, lo sforzo di Gwynne di condurre una narrazione corale: nel libro infatti sono presente moltissimi (e ci tengo a sottolinearlo) pov, anche di personaggi che vivono insieme la stessa avventura e che quindi ci viene raccontata due volte. L'enorme numero di personaggi che vive tra queste pagine però non è affatto ben gestito e la conseguenza più immediata che ho riscontrato è stata quella di una completa e totale confusione. Per buona parte dell'inizio, personalmente, non sono riuscita a stare dietro ai personaggi. Mi confondevo in continuazione, scambiandoli tra di loro, non capendo chi era chi e perché stesse facendo quella determinata azione. La caratterizzazione debole e lacunosa poi, non aiutava in questo senso, facendo sembrare - a parte alcune eccezioni - tutti i personaggi molto simili tra di loro. Anche la vicenda non mi ha fatto impazzire. Per entrare nel vivo degli eventi bisogna andare oltre la metà effettiva del libro (che conta più di settecento pagine) e anche una volta raggiunto questo traguardo comunque ci si trova davanti a fatti ed eventi molto confusi. Ho apprezzato lo sforzo dell'autore di creare una vicenda movimentata e ricca di colpi di scena, ma purtroppo il più delle volte tutto ciò si è concretizzato con intrighi talmente elaborati da perdere il loro fascino e il gusto della sorpresa. 


Il secondo romanzo di cui vi parlo è anche questo un fantasy, più tendente al dark che all'epic per essere precisi. Primo di una serie ormai quasi fuori catalogo, anche questo è un romanzo d'esordio che grazie al successo ottenuto ha proiettato l'autore nell'olimpo degli autori fantasy maggiormente apprezzati degli ultimi tempi. Il nome di Brent Weeks è infatti conosciutissimo in patria e all'estero, al contrario dell'Italia dove invece è stato per lo più ignorato. Onestamente non ne capisco il motivo perché, per quanto mi riguarda, ho trovato La via delle tenebre estremamente promettete, ben scritto e molto molto intrigante. Ho apprezzato la storia, l'intreccio narrativo ben costruito e che non disdegna qualche buon colpo di scena sul finale, e sopratutto i personaggi. Weeks è stato in grado di creare un mondo complesso e tridimensionale nel quale muove personaggi accattivanti e godibili che riescono a rendere la città di Cenaria se possibile ancora più verosimile e tridimensionale. Le sfaccettature dei personaggi, l'ambientazione e la vicenda corale e complessa fanno del libro di Brent Weeks un buon fantasy che da subito cattura l'attenzione del lettore per non lasciarla andare se non sul finale, l'elemento dark poi rende il tutto un po' più condito e maggiormente apprezzabile. Mi è piaciuta anche la presenza di una storia d'amore, non troppo marcata certo e per nulla smielata, ma che comunque ha avuto la sua parte e importante all'interno del romanzo. A tal proposito, mi preme anche sottolineare che ho molto apprezzato la presenza di personaggi femminili forti e indipendenti, paragonabili alle loro controparti maschili (particolare questo non sempre presente in tutti i fantasy), che hanno reso la narrazione ancora più intrigante e godibile, almeno per me. 




Il libro che abbiamo scelto per le prossime quattro puntate della rubrica è E liberaci dal padre, edito da Tea ( 390 pagine per 9,50 €). Qui di seguito le nostre impressioni sulla prima parte!