giovedì 4 settembre 2014

Recensione in anteprima - Phobia

Cari Lettori,
eccovi la recensione in anteprima del nuovo romanzo di Wulf Dorn, in uscita l' 11 Settembre per la Corbaccio.

PHOBIA
WULF DORN
CORBACCIO
324 PAGINE
16,60 €
ED. RILEGATA




Trama
(dalla copertina)

Londra, una notte di dicembre nel quartiere di Forest Hill. L’automobile del marito nel vialetto di casa. La chiave nella toppa. I passi che risuonano in corridoio. Rumori familiari per Sarah Bridgewater. Ma l’uomo che trova in cucina non è Stephen. Eppure indossa gli abiti di Stephen, ha la sua valigia, ed è arrivato fin lì con l’auto di Stephen. Sostiene di essere Stephen, e conosce delle cose che solo il marito di Sarah può conoscere. Per Sarah e per Harvey, il figlio di sei anni, incomincia un incubo atroce, anche perché lo sconosciuto scompare così come era apparso e nessuno crede alla sua esistenza, né la polizia è preoccupata del fatto che il marito risulti svanito nel nulla. Sarah sa che può contare solo su una persona: l’amico psichiatra Mark Behrend. Con il misterioso sconosciuto ha così inizio un duello psicologico, in cui ogni punto vinto o perso può significare riuscire a sopravvivere o venire brutalmente uccisi…

Commento Personale

Se mi seguite da un po' saprete certamente del mio amore per Wulf Dorn, di quanto io ami i suoi libri e di quanto l'eccitazione prenda il sopravvento su di me all'annuncio che un suo nuovo romanzo sarà tradotto in Italia. Fin dai tempi della Psichiatra - che se per caso non avete ancora letto vi consiglio di rimediare seduta stante - passando per tutti gli altri suoi romanzi, che annoverano tra gli altri psicothriller a mio parere davvero fantastici come Follia Profonda (anche questo consigliato caldamente), ogni nuovo romanzo dell'autore tedesco è un salto nel buio, un viaggio negli aspetti più neri e reconditi della psiche umana che inevitabilmente sono il fulcro delle storie di Dorn e del fascino che da esse scaturisce. Anche in questo caso perciò l'annuncio dell'imminente arrivo in Italia dell'ultima fatica dell'autore ha sortito su di me la solita dose di impazienza e di aspettative stratosferiche, che si sono immediatamente moltiplicate alla notizia che finalmente, tre romanzi dopo e quattro anni più tardi, Dorn sarebbe tornato a raccontare di Mark Behrend, protagonista de La Psichiatra. 
Phobia è stata una lettura strana, devo ammetterlo: ho divorato il libro in poco meno di un giorno, l'ho letto con una necessità e un'urgenza che percepisco solo quando sono in compagnia degli autori che ho amato molto. É stato come abbuffarsi di cioccolata e poi scoprire di non aver gustato per bene nemmeno un boccone, nonostante il gusto permanga ancora. Quando l'ho chiuso, con le ultime cinque parole che mi riecheggiavano nel cervello, ho pensato immediatamente che:
- il prossimo libro di Dorn sarà una bomba;
- devo avere tra le mani quel libro al più presto (a costo di imparare il tedesco);
- Wulf Dorn è un autore che non delude, mai.
E a distanza di qualche giorno dalla lettura sono ancora convinta di tutto ciò, fermamente convinta. Rielaborando la lettura però, Phobia si è rivelato essere un romanzo alquanto diverso da quello che mi aspettavo, ciò però - è bene sottolinearlo - non mi impedito di apprezzarlo ugualmente. Sopratutto non mi ha impedito di apprezzare una delle qualità che maggiormente stimo in Dorn in quanto scrittore: il suo sapersi reinventare, sempre e comunque. Mi è capitato nel corso della mia carriera da lettrice di leggere romanzi che riproponevano sempre la stessa sottotrama, libro dopo libro. Ecco, questo non è mai capitato nei thriller di Wulf Dorn e, nonostante debba ammettere che alcuni siano risultati migliori, più adrenalici e stupefacenti di altri, non si può negare che siano tutti ugualmente imprevedibili.
Come dicevo per quanto mi riguarda però, Phobia non rientra tra i libri di Dorn che più ho preferito in assoluto. Ho amato profondamente la prima parte, misteriosa e terribilmente inquietante, cupa e ricca di passaggi particolarmente suggestivi, sopratutto se letti di notte con solo una luce accesa (provare per credere). Ho anche apprezzato lo svolgimento e l'interazione tra i personaggi, il modo in cui l'autore reintroduce al lettore il personaggio di Mark e, per la prima volta in assoluto, il cambio di ambientazione: dalla Germania alla grigia Londra. Tuttavia non mi ha convinto il finale. Certo per essere inaspettato è stato inaspettato e originale. Come dicevo prima, Dorn è un autore capace di reinventarsi e di tirare fuori dal cilindro una magia dietro l'altra, un finale sempre diverso, una morale anche se stiamo parlando di thriller psicologici. Però quella vena di buonismo, quel voler quasi trovare una giustificazione, anche se non un'assoluzione, per il cattivo di turno non mi ha proprio convinto. Solo le ultime battute, le ultimissime frasi mi hanno fatto ritrovare l'autore che ho tanto amato e seguito assiduamente. 
Altro aspetto controverso del libro riguarda le fobie, le paure. Dal titolo mi sarei aspettata una maggior presenza di questo argomento all'interno del romanzo o meglio, mi sarei aspettata la presenza della paura e del tema ad essa collegata trattato nella maniera classica. Credevo infatti che il tema della paura sarebbe stato esplorato all'interno della vicenda che più ha che fare con la parte thriller del libro. Invece, senza smentirsi, l'autore ha scelto di trattarla in maniera differente, affrontandola più sotto forma di riflessione e di decisione che a sorpresa non coinvolge il personaggio principale, o almeno non solamente, ma bensì un coprimario.  Personalmente ho trovato questa scelta un pizzico bizzarra e, sebbene riconosca che questa opzione rientri perfettamente nello stile dell'autore e nel suo modo di rinnovarsi di cui sopra, sono anche piuttosto convinta che ciò abbia seriamente influito sulla tensione narrativa del romanzo. Non lo so, forse avevo davvero riposto aspettative troppo alte per questo libro, forse mi sono immaginata da sola un libro che non è mai stato scritto, ma purtroppo la sensazione che ne ho ricavato è stata che questo aspetto sia stato trattato un po' troppo superficialmente.
Ciononostante, come già accennato prima, tutti questi aspetti non mi hanno comunque mi impedito di apprezzare il romanzo e lo stesso Dorn come autore che, a ogni occasione, è comunque in grado di presentarsi al lettore con qualcosa di originale e imprevedibile. Forse mi aspettavo qualcosa in più, forse avrei preferito un finale più sconvolgente, ma non posso comunque dirmi delusa: sono sicura che quello che cerco arriverà di certo con il prossimo romanzo.

Coinvolgimento

Ottimo! Nonostante ci sono state alcune parti più lente e riflessive di altre, Phobia rimane comunque un thriller altamente godibile, che si leggere davvero tutto d'un fiato. Suspence, azione e mistero si mischiano per creare un'atmosfera davvero unica dalla quale è quasi impossibile staccarsi prima di arrivare al finale. 5/5

Stile

Personalmente adoro lo stile dell'autore. Lo ritengo estremamente adatto al tipo di libri che scrive. Descrittivo ed evocativo quanto basta, risulta estremamente fluido e dinamico, perfetto per essere letto velocemente tenendo il lettore con il fiato sospeso. I capitoli brevi aiutano nell'intento e garantiscono un alto coinvolgimento, così come anche i pov alternati, anche dalla parte del villain. La scelta del narratore onnisciente dà un senso di coralità senza però svelare nulla al lettore che rimane comunque ignaro fino alla fine. 5/5

Personaggi

Buoni e ben delineati. Sono stata molto contenta che l'autore abbia deciso di reintrodurre il personaggio di Mark Behrend e sono soddisfatta delle interazioni che ha creato con il personaggio di Sarah. Tuttavia, proprio la protagonista femminile non mi ha convinto fino in fondo. L'ho trovata manchevole sopratutto nella caratterizzazione pregressa per quanto riguarda le sue paure e fobie, che avrebbero dovuto essere al centro del tema trattato. Inoltre non ho amato il cattivo, lo psicopatico di turno, insomma quel personaggio che avrebbe dovuto portare con sé sconvolgimenti e colpi di scena da far cadere la mascella. L'inizio parte davvero molto bene, con scene inquietanti all'ennesima potenza e avvolte dal mistero, ma il finale non mi è piaciuto e sopratutto sono assenti quei colpi di scena stravaganti a cui l'autore aveva precedentemente abituato il lettore. 3/5

Vicenda

Stesso discorso dei personaggi. Parte bene, risulta interessante, ottimamente costruita e congegnata (sebbene in alcuni punti diventi un pizzico troppo riflessiva a discapito invece dell'azione). Tuttavia manca di quei colpi scena che hanno fatto di Dorn uno dei miei thrilleristi preferiti. Manca di quei stravolgimenti di vicenda di cui sopra che ti lasciano letteralmente senza fiato e ti inchiodano alla sedia. Peccato davvero! 3/5

(Cover: Come sempre tutte le cover italiane di Dorn sono molto curate e belle, e questa non fa eccezione. Non posso però non dare il voto a quella orinale, che oltre a essere estremamente inquietante riprende anche un particolare del romanzo. 4/5)


Consigliato? Sì, consigliato agli amanti di Dorn che, come me, non possono fare a meno di leggerlo e non si perderebbero mai un suo libro. Se invece cercate un modo per avvicinarvi ai lavori dell'autore tedesco, vi consiglio caldamente di partire da altro.

Giudizio: 4/5




12 commenti:

  1. Adoro i suoi libri in particola La psichiatra e Follia profonda, non vedo l'ora di averlo tra le mie mani.

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    1. Concordo, La psichiatra e Follia profonda sono anche i miei preferiti in assoluto ^^ Spero che ti piaccia :)

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    2. Lo ho fnito ieri sera e m ha lasciato molto l'amaro in bocca. Tutte le cose che ho amato dell'autore qui mancano, il tema follia è totalemnte assenza, la tenzione solo all'inizio con la comparsa dell'uom misterioso, poi scomapre anche lei

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    3. Di certo l'autore ha scritto di meglio, su questo non ci piove! Dorn sa anche scrivere bene a mio avviso, perciò in generale non ne è uscito fuori un libro brutto, certamente manca i suoi finali ad effetto, che in La psichiatra e in Follia profonda ti lasciavano davvero senza parole! :/ Speriamo nel prossimo!

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    4. Ragazzi...se avete letto Phobia,spiegatemi l'ultima frase del libro vi prego :(
      ahahahahha...non riesco ad arrivarciiiiii...

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  2. Letto anch'io, a giorni la recensione :) Io lo metterei subito dopo La psichiatra in ordine di gradimento. Mi ha convinto la morale di fondo e mi ha intrigato la parte iniziale. Forse bisognava approfondire di più la parte di Mark che resta solo un aiutante. Mi ha ricordato un po' Saw l'enigmista, anche se le motivazioni che spingono ad agire l'antagonista alla fine sono discutibili...

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    1. Io l'ho trovato invece al livello di Il mio cuore cattivo. Un bel thriller, ben scritto e ben strutturato ma Dorn, secondo me, sa fare decisamente di meglio! :D Verrò a leggere da te cosa ne pensi!

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  3. Voglio leggere qualcosa di Wulf Dorn! Leggo recensioni positive da ogni parte!

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    1. Assolutamente allora devi iniziare a leggere qualcosa di suo. Se posso consigliarti, ti direi di partire dalle origini: La psichiatra :)

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  4. Ho letto tutti i libri che mi sono piaciuti da morire...però l'ultima frase di Phobia..il bigliettino che legge Mark alla fine..quello non l'ho capito.....mi sfugge...qualcuno può spiegarmelo per cortesia..?! :)

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