sabato 31 agosto 2013

Recensione - Come il mare d'inverno

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

COME IL MARE D'INVERNO
SUSANNA KEARSLEY
SPERLING & KUPFER
394 PAGINE
19,90 €
ED.RILEGATA




Trama
(dalla copertina)

Carolyn McClelland, autrice di romanzi storici di successo, è alle prese con il nemico più temibile per chi fa il suo mestiere: il blocco dello scrittore. Decide quindi di andare a trovare la propria agente in Scozia, sperando in qualche utile consiglio. Un giorno, girovagando in cerca d'ispirazione, viene magneticamente attratta dalle rovine di un castello a picco sul mare: è il castello di Slains, e Carolyn ne resta stregata. Quel luogo le dà un brivido sottile, non solo per la sua rude, aspra bellezza ma soprattutto perché le è in qualche modo, incomprensibilmente, familiare. Accantonando quella vaga inquietudine, stabilisce di farne il teatro del suo prossimo libro, una struggente e romantica vicenda ambientata ben tre secoli prima, ai tempi della sollevazione scozzese contro la Corona inglese. La protagonista sarà una donna, Sophia, innamorata di un ufficiale dagli occhi color del mare d'inverno, con cui vivrà una travolgente, tragica passione. Con l'intento di calarsi appieno nell'atmosfera, Carolyn si stabilisce in un cottage di quel pittoresco lembo di terra e allaccia una serie di conoscenze che si prestano volentieri a offrirle il proprio contributo. Tra questi, il padrone di casa e, soprattutto, l'affascinante figlio Graham. Appassionandosi sempre più alla protagonista Sophia, Carolyn si mette all'opera e di colpo tutto le viene fin troppo facile: dialoghi, vicende, ambienti sembrano prendere forma da soli e i personaggi paiono vivere di vita propria...


Commento Personale

Quando ho visto una copia di Come il mare d'inverno abbandonata in un angolo al supermercato e con un bollino sopra che reclamizzava un super sconto da applicare al prezzo di copertina, non ho letteralmente capito più niente! L'unico romanzo di Susanna Kearsley che, per ora, è approdato in Italia ha da sempre, e sottolineo sempre, esercitato un fascino tutto particolare su di me. Vuoi il titolo, che io trovo tremendamente romantico e carico di aspettative; vuoi il fatto che il risvolto di copertina prometta amori all'ultimo sospiro tra venti di guerra, capitani di fregata fuori legge e castelli a picco sul mare; vuoi che l'ambientazione è quella della Scozia della prima rivolta giacobita ma io, quando ho focalizzato che tutto ciò si trovava nello stesso romanzo, non ho più resistito alla tentazione di portarlo a casa con me, staccarmi dal mondo e immergermi nella lettura. Mi sono convinta di avere tra le mani il mio prossimo libro feticcio, quello che avrei sbandierato a destra e manca per mesi e mesi consigliandolo anche ai vicini di casa e di cui avrei parlato ininterrottamente persino nel sonno, ma il ritorno alla realtà è stato trai i più amari  e peggio digeriti nella mia carriera da lettrice. Perchè? Semplicemente perchè l'autrice aveva tra le mani una storia con un potenziale a dir poco fantastico, un romanzo che avrebbe potuto essere un vero gioiellino, e invece lo ha rovinato- e sottolineo, con un moto di stizza, rovinato- facendo scendere il tutto alla pari di un romanzetto di edicola. Poco, praticamente nulla, sono riuscita a salvare del testo, se non le ambientazioni. Ma, mi viene da pensare, con una certa cattiveria, che non è certo merito dell'autrice se la Scozia ha dei paesaggi così belli e così evocativi, e dunque il mio plauso va solo ed esclusivamente alla decisione della Kearsley di aver scelto questo scenario così bello come sfondo per la sua storia. Stop: i pregi del romanzo per me terminano qui! Scarso il mio coinvolgimento nella storia che nonostante si articoli su due piani temporali non ha la grip nè l'attrattiva di altri romanzi costruiti con lo stesso artificio. Si capisce fin da subito il parallelismo che l'autrice vuole creare e onestamente leggere due volte le stesse azioni dopo un po' mi ha portato all'esasperazione! Insomma, sotto questo aspetto l'autrice avrebbe certamente potuto fare di più, ingarbugliare meglio la vicenda per esempio, creare più aspettativa, intorbidire meglio il tutto, costruire qualche mistero, mettere su una specie di indagine e, insomma, movimentare decisamente il tutto! Non parliamo poi dei personaggi che dire che ho trovato stereotipati è dire poco! Nessuna attrattiva da parte mia è stata suscitata, nè per quelli femminili, nè per quelli maschili. Soprassiedo inoltre sullo sfondo storico che la Kearsley è riuscita a descrivere e semplificare peggio di una partita a nascondino tra bambini! Non si è avvicinata nemmeno lontanamente alla complessità della cosa, nè è riuscita a renderle giustizia in termini di interesse, riuscendo solamente a tratteggiare una cospirazione nazionale con interessi in gioco, invidie, tradimenti, insabbiamenti e molto altro ancora in maniera penosa. Sebbene riconosca lo sforzo da lei compiuto e le ricerche condotte sull'argomento, che a tratti emergono dalla narrazione, la resa del tutto non mi è comunque piaciuta. Ma il meglio del romanzo, e anche l'inatteso, mi è stato riservato sul finale, che giuro di non aver capito nemmeno adesso! Ho riletto più volte il capitolo conclusivo, sperando di aver capito o interpretato male ma (sarò scema io) non sono riuscita a capirlo! E se quello che ho letto è corretto, lasciatemi dire che questo è forse il finale peggiore che abbia mai letto in un libro che rientra nella categoria "romantico". 
In conclusione dunque, avevo grandi speranze e aspettative per questo romanzo: credevo che sarebbe stata un'ottima lettura, mentre invece si è dimostrata non soltanto mediocre ma anche deludente in molti punti che avrebbero potuto, al contrario, essere scritti con più cura e riservarmi così un maggior coinvolgimento. Mi dispiace davvero perchè avrei davvero voluto dare un giudizio diverso al romanzo e avrei seriamente voluto che il libro mi piacesse, ma i fatti per me sono chiari: Come il mare d'inverno è un romanzetto scialbo e abbastanza insulso che nemmeno si avvicina alle emozioni che avrei voluto provare durante e trovare nella lettura. A me non è piaciuto, ma sono in ogni caso contenta di averlo letto perchè mi ha confermato ancora una volta come la Scozia sia una terra ricca di magia e amore e questa è una sensazione che mi porterò dentro ancora per un po'!

Coinvolgimento

Basso e assolutamente non costante. Ogni volta che credevo di aver intrapreso un buon ritmo, questo veniva spezzato in qualche modo dalla narrazione. Lo stile pedante di certo non aiuta in ciò e la mancanza assoluta di un numero minimo di artifici per ingraziarsi l'attenzione del lettore fa risultare il libro un enorme polpettone indigesto. Nemmeno la parte storica, ricca di svolte e tradimenti, non ha potuto nulla contro la noia che assale dopo le prime pagine!Prevedibile praticamente su ogni aspetto della trama, alla fine mi sono ritrovata a contare le pagine che mi separavano dalla fine, il che non è mai un buon segno. 2/5

Stile

Pedante e noioso. L'unica cosa che salvo sono le descrizioni, ma - come ho detto precedentemente- non sono del tutto sicura che il merito sia da attribuire all'autrice! Soprassiedo sui dialoghi tremendi e sulle situazioni impossibili che a volte si sono create tra i personaggi perchè non basterebbero righe e righe per spiegarle adeguatamente. Come già rimarcato, è completamente assente qualunque tipo di artificio per rendere la lettura più intrigante agli occhi del lettore e questo è un vero peccato perchè avrebbe potuto davvero fare la differenza. Inoltre ho trovato la narrazione spesso e volentieri superficiale, con troncature temporali, a volte, fastidiosissime! 2/5

Personaggi

Gridano stereotipizzazzione da ogni pagina! Prevedibili e in qualche modo noiosi nel loro agire che risulta quasi sempre troppo scontato! I personaggi femminili non mi sono piaciuti: li ho trovati lagnosi e quasi sempre intenti ad autocommiserarsi, per non parlare delle scelte incomprensibili della protagonista sul finale!!! Quelli maschili, invece, li ho trovati inutilmente ripieni di testosterone (il che va bene in generale, ma solo se nella giusta dose). 2/5

Vicenda

Nel complesso l'ho trovata davvero molto ricca di potenziale, ma sfruttato in maniera del tutto inadeguata . Ogni risvolto che l'autrice avrebbe potuto rendere interessante e accattivante è stato reso, al contrario, ordinario e prevedibile. Neppure il dramma tra i personaggi, che è comunque presente in dose abbastanza massiccia,  riesce e risultare credibile e, in qualche modo, adeguato. 
Nel complesso dunque, alquanto deludente. 3/5

(Cover: Non mi piace moltissimo perchè la trovo abbastanza banale. E' vero che c'è il mare, ma lo avrei decisamente preferito in burrasca o comunque più cupo e tenebroso. Mi piace invece la ragazza che guarda con aria sognante. 3/5)



Consigliato? Forse sono stata un po' troppo cattivella nel giudicare il libro, ma il risentimento verso il romanzo, che non si è dimostrato all'altezza delle aspettative, è stato acuito dalla delusione. Avrei davvero voluto che il romanzo mi piacesse di più, ma così non è stato. Onestamente non lo consiglierei, ma il mio è un giudizio controcorrente dato che ai più è piaciuto.

Giudizio: 2.25/5


giovedì 29 agosto 2013

Eutherphe XX0 (27)



Cari Lettori,
ben ritrovati a una nuova puntata di Eutherphe, la rubrica del blog che assegna a ogni lettura la sua soundtrack!

Ebbene sì, dopo tantissimo tempo, riprendo questa rubrica che, lo confesso, non mi stanco mai scrivere (sebbene non sempre aggiorni! :P) Ormai è diventata quasi un'abitudine leggere con un sottofondo musicale e mi diverto, sempre più, a cercare canzoni che possano abbinarsi con la il libro e la storia, rendendola, in qualche modo, più più profonda!

Per questa puntata vi parlo di una recente lettura su cui avevo moltissime aspettative, ma che purtroppo per un sacco di motivi non è riuscita a imporsi nella mia testa. Ve ne parlerò meglio nella recensione, che arriverà presto (che novità per la sottoscritta essere in ritardo, eh?!!) però posso dirvi che del romanzo salvo, incondizionatamente, le ambientazioni che sono davvero fantastiche! E proprio loro mi hanno ispirato la ricerca della canzone, che sembra davvero essere stata scritta per il libro!
Il romanzo in questione è Come il mare d'inverno di Susanna Kersley, mentre la canzone è di Loreena McKennith, The old ways.
Mi raccomando, come sempre, fatemi sapere se avete letto il libro, se vi è piaciuto, se conoscete la canzone e i vostri pensieri a riguardo! :)

Buona lettura e buon ascolto!




martedì 27 agosto 2013

Recensione - Unwind

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

UNWIND- LA DIVISIONE
NEAL SHUSTERMAN
PIEMME
409 PAGINE
19,90 €
ED. RILEGATA
(#1 Unwind)



Trama
(dalla copertina)

La seconda guerra Civile, che passò alla storia come la Guerra Morale, fu un conflitto lungo e sanguinoso, combattuto negli Stati Uniti su un'unica questione: l'accettazione o meno dell'aborto. Per mettervi fine, venne approvata una serie di emendamenti nota come Legge sulla Vita, che accontentò sia lo schieramento abortista, sia quello antiabortista. La Legge stabilisce che la vita umana è intoccabile dal momento del concepimento fino a quando un bambino compie tredici anni. Fra i tredici e i diciotto, però, i genitori possono decidere di abortire in modo retroattivo a condizione che, tecnicamente, la vita dell'adolescente non finisca. A questo scopo, tutti gli organi del ragazzo verranno impiantati in persone in attesa di trapianto, le quali manterranno una memoria del donatore. Il processo tramite cui il ragazzo viene allo stesso tempo eliminato e tenuto vivo si chiama Divisione. È una pratica largamente accettata dalla società. Connor ha sedici anni, Lev tredici e Risa quindici. Tutti e tre hanno uno stesso destino: essere Divisi. Tutti e tre vogliono sfuggire a questo destino, e sono pronti a combattere.

Commento Personale

Dai tempi di 1984 e di Fahrenheit 451, se c'è una cosa di cui sono fermamente convinta è che una buona distopia- tratteggiata con cura e costruita intelligentemente- può fare riflettere in maniera migliore che qualunque discorso o argomentazione convincente si possa addurre riguardo un particolare tema di discussione. Leggere, vivere in qualche modo- seppur solo attraverso la fantasia, e comunque per un tempo ristretto e limitato- sulla propria pelle quello che da potenzialmente superiore e più evoluto si trasforma in qualcosa di totalmente opposto- il concetto di distopico, insomma- è, almeno per quanto mi riguarda, uno dei metodi migliori che conosca per ragionare e far ragionare (soprattutto se, come in questo caso, consideriamo il target per il quale il libro è pensato). Naturalmente, l'elemento chiave di tutto il discorso è la qualità; nella scrittura e nei contenuti, ma anche l'originalità e - neanche a dirlo- la bravura dell'autore/autrice. Unwind di Neal Shusterman è un concentrato di tutte queste caratteristiche e, ad oggi, si colloca certamente tra le migliori distopie che io abbia mai letto. L'argomento attorno a cui ruota la vicenda non è certo da poco e, un plauso va a Shusterman per averlo scelto e trattato in maniera così superba e intelligente. Unwind tratta infatti di aborto e non sono certo io a dover sottolineare quanto questo tema sia tutt'oggi (il libro è del 2007) ancora discusso e dibattuto. La questione è insanabile e, come tutte le questioni etiche e/o morali, anche di difficile catalogazione: cosa è giusto e cosa non lo è? Qual è il parametro che si può adottare per giudicare, la linea di demarcazione oltre la quale si cade nell'errore? Ed è proprio su questi interrogativi che la distopia affilata e pungente dell'autore gioca in maniera a dir poco sconvolgente: per mettere finalmente d'accordo le due parti- abortisti e antiabortisti - si è scelto di rendere legale l'aborto retroattivo. Tra i tredici e i diciotto anni i genitori posso decidere di dividere il proprio figlio, che continuerà a vivere- seppur su un altro piano- donando il suo corpo (con annessi organi) a persone bisognose. Mi fermo qui e non mi addentro ulteriormente sulle profonde e disturbanti implicazioni che questa idea ha e che nel libro sono ampiamente considerate e trattate, perchè già così la sconvolgente realtà del mondo creato dall'autore dovrebbe colpire come un macigno in caduta libera la mente del lettore. Io confesso di esserne rimasta completamente stregata e avvinta fin da subito, anche se ci ho messo un bel po' di tempo prima di decidermi a  leggere il libro; ma una volta cominciato sono rimasta completamente legata alle pagine per tutta la lunghezza della vicenda, irrimediabilmente assorbita dal mondo evocato dall'autore. Ma la bravura di Neal Shusterman non si ferma a questo perchè, oltre ad ever magnificamente tratteggiato le conseguenze e le storture di questa visione condendola con altri aspetti ugualmente raccapriccianti (come la pratica della Cicogna), non si è tirato indietro nemmeno davanti alle difficoltà di narrazione che la sua distopia comportava: il capitolo 61, in particolare, è stato uno dei capitoli più angoscianti, terrificanti e agghiaccianti che io abbia mai letto in tutta la mia vita. Con uno stile impeccabile e assolutamente perfetto per un distopico,tanto da farmi salire i brividi lungo la schiena, l'autore ha nascosto sotto una coltre di normalità e di routine perfettamente pianificata (e per questo forse ancora più da brividi)  tutto il core della sua idea, riuscendo così a crearmi un groppo nel cuore e nella mente talmente impossibile da ignorare che mi ha reso impossibile la continuare la lettura! Avendomi dato la misura della qualità della scrittura di Shusterman, quel capitolo è stato davvero il climax dell'intero romanzo, ed è qualcosa che credo non dimenticherò tanto facilmente!!! 
E' un peccato che il resto della serie, di cui a breve in patria uscirà il terzo capitolo, non sia ancora giunto in Italia (e onestamente dubito che mai arriverà! :/) perchè per quanto mi riguarda Unwind è stato un romanzo davvero indimenticabile e di indiscusso pregio, assolutamente da leggere e rileggere; e credo per questo che anche i seguiti - che ho intenzione di leggere in lingua- non mi deluderanno!

Coinvolgimento

Già solo per i temi trattati il mio coinvolgimento è sempre stato alle stelle, ma una volta iniziata la lettura ho divorato il libro in poco più di due giorni, merito anche di una trama altamente dinamica e scorrevole, e di uno stile piacevolmente asciutto contrassegnato da capitoli brevi ma intensi. Veramente ottimo! 5/5

Stile

Stile asciutto e lineare, senza troppe descrizioni, che posso certamente descrivere come puntuale e preciso, nonchè perfetto per un distopico. Buona la scelta dei molteplici POV che permettono al lettore una visuale più corale e danno al romanzo un tocco dinamico. Unica vera e propria pecca (ma che rientra assolutamente nei miei gusti personali) l'uso del presente che in alcuni passaggi mi ha dato veramente dato fastidio in certi passaggi! 4/5

Personaggi

Fantastici! Perfettamente tratteggiati e descritti, assolutamente verosimili. Ognuno di loro incarna un aspetto della società distopica e ho veramente amato il percorso di maturazione e crescita che l'autore ha scelto per ognuno di loro. I tre protagonisti iniziano la loro avventura come bambini, ma la terminano come uomini e donne che hanno visto il mondo e ne sono stati cambiati. Lev è certamente il mio preferito, sebbene tutti quanti abbiano conquistato un pezzettino del mio cuoricino di lettrice. 5/5

Vicenda

Originalissima e ben narrata. Piena di colpi di scena, di svolte narrative e assolutamente dinamica. L'autore non si tira indietro nemmeno nelle scene più crude o un po' più violente e questo da un tocco di realismo in più. Insomma, se non si fosse ancora capito, a me è piaciuta tantissimo! 5/5

(Cover: Molto simile all'originale se non fosse che  sono stati cambiati i colori. In ogni caso mi piace, ha un che di misterioso che si adatta perfettamente al romanzo. Inoltre, come tutte le edizioni della Piemme Freeway, il libro è molto curato in tutti i dettagli. Peccato solo per il prezzo, forse un po' troppo alto! 4/5)



Consigliato? Assolutamente! Se amate i distopici questo non potete perdervelo. E se non li amate, fateci lo stesso un pensiero! Pensare, ragionare e leggere un buon libro non è mai tempo perso!

Giudizio: 4.75/5


venerdì 23 agosto 2013

Recensione - L'ipotesi del male

Cari Lettori,
ecco la recensione del giorno!

L'IPOTESI DEL MALE
DONATO CARRISI
LONGANESI
432 PAGINE
18,60 €
ED. RILEGATA



Trama
(dalla copertina)

«Hai mai desiderato scomparire?» C’è una sensazione che tutti, prima o poi, abbiamo provato nella vita: il desiderio di sparire. Di fuggire da tutto. Di lasciarci ogni cosa alle spalle. Ma per alcuni non è solo un pensiero passeggero. Diviene un’ossessione che li divora e li inghiotte. Queste persone spariscono nel buio. Nessuno sa perché. Nessuno sa che fine fanno. E quasi tutti presto se ne dimenticano. Mila Vasquez invece è circondata dai loro sguardi. Ogni volta che mette piede nell’ufficio persone scomparse – il Limbo – centinaia di occhi la fissano dalle pareti della stanza dei passi perduti, ricoperte di fotografie. Per lei, è impossibile dimenticare chi è svanito nel nulla. Anche perché la poliziotta ha i segni del buio sulla pelle, come fiori rossi che hanno radici nella sua anima. Forse per questo Mila è la migliore in ciò che fa: dare la caccia a quelli che il mondo ha dimenticato. Ma se d’improvviso alcuni scomparsi tornassero con intenzioni oscure? Come una risacca, il buio restituisce prima gli oggetti di un’esistenza passata. E poi le persone. Sembrano identici a prima, questi scomparsi, ma il male li ha cambiati. Alla domanda su chi li ha presi, se ne aggiungono altre. Dove sono stati tutto questo tempo? E perché sono tornati? Mila capisce che per fermare l’armata delle ombre non servono gli indizi, non bastano le indagini. Deve dare all'oscurità una forma, deve attribuirle un senso, deve formulare un’ipotesi convincente, solida, razionale… Un’ipotesi del male. Ma per verificarla non c’è che una soluzione: consegnarsi al buio.

Commento Personale

Devo ammettere che, quando ho incominciato la lettura de L'ipotesi del male, hanno cominciato a formarsi nella mia testa anche una serie di interrogativi piuttosto sgradevoli a cui rispondere. Dopo l'avventura con La donna dei fiori di carta, che definire disastrosa per me è quasi un eufemismo,  la paura di non ritrovare mai più tra le pagine uno dei miei autori italiani preferiti di thriller era tanta; e per questo motivo ho rimandato così tanto la lettura di questo suo ultimo lavoro, almeno fino a quando la curiosità non ha avuto -infine- la meglio. Con mia grande soddisfazione però, posso dire che tutte le mie paure si sono rivelate più che infondate: Donato Carrisi è tornato! Eccome!!! Per quanto mi riguarda infatti, l'ultima fatica dello scrittore pugliese si è dimostrata, ancora una volta, all'altezza delle mie aspettative: ha saputo regalarmi ore di puro intrattenimento, riempendomi di tensione e togliendomi il fiato, come ogni buon thriller che si rispetti dovrebbe saper fare. Nonostante abbia creduto, almeno per un attimo, di aver tra le mani un romanzo su un argomento abusato- come può essere la dicotomia tra bene e male-e che per questo motivo non avrebbe potuto aggiungere nulla di nuovo sotto il panorama, alla fine mi sono dovuto seriamente ricredere e mentalmente bacchettare per la mia poca fede, perchè Carrisi è riuscito- ancora una volta- a sorprendermi! Con una storia intrigante e con un plot che riempie di significato il termine svolta narrativa L'ipotesi del male mi ha totalmente conquistata, togliendomi il fiato più volte e pure il sonno su alcuni passaggi. Per non parlare del finale!!!
Non aggiungo altro, non dilungo ulteriormente il mio pensiero perchè Donato Carrisi, a mio avviso, non ha bisogno di lodi sperticate nè di complimenti esagerati: leggete i suoi thriller e capirete da soli se merita o meno! :)

 Coinvolgimento

Ottimo. Ancora una volta Carrisi ha saputo scegliere un argomento estremamente interessante su cui far ruotare il suo romanzo: gli scomparsi. E di nuovo ha saputo dare lustro e originalità a un tema già molto trattato e letto, sopratutto in questo genere, come l'eterna lotta tra il bene e il male. La curiosità di sapere cosa si sarebbe inventato questo volta e il volere essere stupita ancora più di quanto non abbia fatto in passato, è stata per me la molla più potente per continuare a girare le pagine, ma molti altri elementi - come lo stile e i personaggi- hanno contribuito a rendere la lettura scorrevole e molto coinvolgente. 5/5

Stile

L'ho già detto in precedenza per altri suoi libri, ma lo ripeto volentieri: io adoro lo stile di Carrisi. Trovo che riesca a coniugare alla perfezione la sinteticità  doverosa per un thriller  senza però rinunciare all'evocazione di scene che, per me, risultano sempre molto vivide.
In definitiva perciò, ho trovato lo stile estremamente scorrevole e fluido, perfetto per il romanzo e di gran presa sul lettore. 5/5

Personaggi

Se avete letto Il Suggeritore sarete contenti di sapere che potrete ritrovare anche in questo romanzo il personaggio di Mila e anche quello di Goran più, naturalmente, altre nuove figure tutte molto interessanti da leggere e ben integrate nel romanzo. Personalmente ho trovato i protagonisti della vicenda estremamente ben delineati e caratterizzati sia con i loro punti di forza che, sopratutto, con le loro debolezze. Avendo letto il libro precedente poi, mi è piaciuto molto come Carrisi abbia creato per Mila una certa "evoluzione", diretta prosecuzione del cammino intrapreso ne Il Suggeritore. Un plauso va inoltre, secondo me, attribuito all'autore per aver gestito molto bene un personaggio femminile tutt'altro che facile da muovere, senza averlo mai -durante tutto il romanzo- sminuito o traviato completamente.5/5 

Vicenda

 Bella e originale. Drammatica e profonda. Inaspettata e assolutamente godibile, a tratti angosciosa e leggermente inquietante. Ma sopratutto piena di colpi di scena del tipo che devi rileggere la pagina per essere sicura di aver capito bene.
Non aggiungo altro perchè se vi piacciono i thriller sono sicura che troverete L'ipotesi del male davvero di vostro gradimento. 5/5

(Cover: Caruccia. Inizialmente non mi diceva nulla, poi leggendo il libro mi sono leggermente ricreduta. Ora posso dire di trovarla abbastanza in linea con l'argomento trattato e con la trama. Tutto quel rosso però continua a non convincermi pienamente, secondo me ci si poteva impegnare di più! 3/5)

Consigliato? Assolutamente! Se amate i thriller è d'obbligo dare una possibilità a Carrisi. Se avete amato Il Suggeritore, questo vi piacerà sicuramente! E anche se non amate i thriller, a mio parere, potete comunque tentate di dare una lettura al romanzo (non ci sono scene traumatiche perciò è adatto anche a chi è facilmente impressionabile) se volete provare un brivido lungo la schiena!

Giudizio: 5/5



lunedì 19 agosto 2013

Recensione - La collina delle fate

Cari Lettori
ecco la recensione del giorno!

LA COLLINA DELLE FATE
DIANA GABALDON
TEA
450 PAGINE
9,00 €
ED. ECONOMICA
(# 5 La Straniera)




Trama
(dalla copertina)

La collina è chiamata Craigh na Dun, la collina delle fate, e gli abitanti della zona dicono che è un posto magico. Claire Randall ha scoperto perché. Il suo terzo viaggio nel tempo - dal 1968 al 1768 - le ha permesso di ritrovare e riabbracciare il suo amato Jamie. Altre avventure li attendono: questa volta diretti verso le Indie occidentali e le colonie americane, devono affrontare il rapimento della nipote di Jamie, i pirati, una strega e sopravvivere a sciabole e a una tempesta tropicale.

Commento Personale

Con una confusione assoluta nel cuore e nella mente comincio a scrivere questo pensiero senza sapere se riuscirà a prendere una forma coerente o meno, nè se sarà adeguatamente in grado di spiegare i miei sentimenti su questa lettura.
Parto con il dire che Diana Gabaldon è una delle mie autrici preferite in assoluto. Il suo romanzo d'esordio, La straniera, è da sempre uno dei miei preferiti, il primo che mi viene in mente quando qualcuno mi chiede di consigliargli un buon libro, il primo che si riaffaccia alla memoria quando scavo nelle mie letture alla ricerca di emozioni forti e intense e indimenticabili. A lungo mi sono chiesta da cosa dipendesse questa mia ossessione per la storia dei due protagonisti, ma non sono mai riuscita a darmi una risposta univoca. Forse quando l'ho letto, diversi anni fa ormai, ero particolarmente predisposta in maniera positiva o forse, effettivamente, il libro è davvero bello e merita tutta la mia ammirazione. Non lo so e, a dirla tutta, neanche mi interessa conoscere la verità; se chiedo in giro ad altre persone che hanno letto il romanzo  i pareri sono contrastanti, come è giusto che sia d'altro canto quando si parla di letture, ma per me c'è un solo dato di fatto: La Straniera è - e rimarrà- uno dei romanzi più belli che io abbia letto! Anche il secondo libro, che qui in Italia è arrivato diviso in due parti, è stato molto bello e intenso da leggere e, senza dubbio, posso affermare che è stato il cemento che ha solidificato il mio sodalizio con questa autrice.
 E' difficile dunque, anzi difficilissimo, per me dire che, in qualche modo, c'è stato qualcosa in questo romanzo che non ha saputo soddisfarmi a pieno. E' complicatissimo per i miei processi mentali togliere dal piedistallo- sul quale io stesso l'avevo piazzata- l'autrice che forse più in assoluto ho elogiato nella mia carriera di lettrice, ma non posso ignorare l'evidenza dei fatti, per quanto mi piacerebbe tuttavia. La collina delle fate, così come il suo predecessore - Il cerchio di pietre che compongono in originale il terzo libro- anche se in maniera più blanda, va detto, hanno perso lo smalto, quella scintilla unica, perfetta e a quanto sembra difficilmente ripetibile, che ha reso i precedenti libri dei capolavori ai miei occhi. Vuoi che Jamie e Clare hanno ormai la loro età, e che questa è forse un tantino troppo lontana da me per ritrovare in loro qualcosa di condivisibile; vuoi che l'ambientazione non è più quella della magica e affascinante Scozia che così tanto ho amato; vuoi che la Gabaldon ha uno stile di cui tutto si può dire meno che non sia prolisso, ma a questo libro è mancato qualcosa. Ecco, l'ho detto!!! Nonostante in generale possa affermare che mi sia piaciuto, non posso però non dire che in alcuni punti ho fatto un po' di fatica a leggerlo e che, a fine lettura, mi sono ritrovata alquanto spossata dallo sforzo di essere giunta in fondo alle cinquecento pagine del romanzo. So che forse sto mettendo le cose in maniera un po' troppo melodrammatica e che comunque il punteggio finale del romanzo è alto, ma per me è davvero inconcepibile (o per lo meno, lo era fino ad oggi) dare un voto che non sia il massimo alla Gabaldon!
 Ancora non ci credo di aver scritto questo su di lei, ma la verità è esattamente quella che ho detto: La collina della fate è stato un buon romanzo, pieno di avventura e di romanticismo, ma non ai livelli dei precedenti che rimangono ineguagliati. In ogni caso, sono troppo affezionata all'autrice e ai personaggi per lasciar perdere la serie; la curiosità ancora mi tenta ed è per questo che continuerò ancora a leggere la loro storia, anche se non potrò evitare di guardare al passato con un pizzico di rimpianto.

Coinvolgimento

Buono ma non ai massimi livelli a cui sono arrivata leggendo questa autrice. Le cause, dal mio punto di vista, sono molteplici. In primis però posso essere ragionevolmente sicura dicendo che l'argomento principale non era di mio interesse. I romanzi con navi, pirati, guardie marine e tempeste tropicali non sono mai stati i miei preferiti! Rimane in ogni caso un libro godibile, nonostante la mole, grazie sopratutto ai personaggi e alla vicenda di fondo in generale sempre ben trattati all'interno del romanzo. 4/5

Stile

Non sono mai stata una detrattrice dello stile della Gabaldon, anzi! Personalmente adoro gli stili corposi e descrittivi che ai più  possono risultare pedanti, ma che a me appaiono solamente minuziosi! In effetti, descrittivo e minuzioso sono due aggettivi che ben descrivono lo stile dell'autrice il quale, mischiato alla prerogativa di una storia originale e accattivante, nonchè romantica e avventurosa, ha fatto scaturire qualcosa di veramente unico in precedenza. Qui, come detto precedentemente, ho ritrovato lo stile inalterato a confronto di una vicenda, al contrario, non così eccellente. Tuttavia lo stile è, e rimane, tra i miei preferiti: scorrevole e incantatore. Merito anche dell'ottima traduzione. 5/5

Personaggi 

A costo di sembrare di parte, non obiettiva nonchè patetica, lo devo premettere per forza: io amo dal profondo del cuore Jamie e Clare, sono una delle coppie più belle di cui abbia mai letto! Jamie Fraser, a distanza di cinque anni dal nostro primo incontro, abita ancora i miei sogni! E Clare è un personaggio a cui è impossibile non affezionarsi o non entrarci in sintonia. Ma tuttavia, benchè mi duole dirlo, devo ammettere di aver trovato anche i personaggi un tantino sottotono: nonostante la caratterizzazione sia stata buona, non posso dire di averla trovata eccellente o, per lo meno, continua. A tratti infatti, ho trovato la Gabaldon più concentrata sull'azione che sulla psiche, aspetto che invece ha sempre tenuto in gran conto nei precedenti libri. Davvero un peccato! 4/5

Vicenda

Lo dico? Io ho trovato la storia principale una sorta di brodo riscaldato. Bene, l'ho detto! 
Dopo quello che era successo ne Il cerchio di pietre l'autrice aveva bisogno di un motivo per traslare i due protagonisti dalla Scozia alle Americhe. Ma la mia domanda è: erano necessarie altre cinquecento pagine? E la mia risposto è: no. Il tutto poteva- secondo il mio modesto parere- essere benissimo accorciato e incorporato nel libro precedente. In ogni caso, dato che il libro l'ho letto, vi dico la mia opinione: pur tra gli aspetti che non mi hanno convinto più di tanto- in primis tutta la storia della pirateria e delle navi ecc- devo ammettere però, di aver trovato la storia, con mia sorpresa, particolarmente avventurosa ed...esotica al punto giusto. Certo, mi ha fatto un certo effetto leggere di Jamie Clare fuori dalla Scozia, ma dato che devo abituarmici a quanto pare, tanto vale che cominci da subito! In generale, l'autrice ha sopperito piuttosto bene certe lacune con una buona dose di avventura e di scorrevolezza. 4/5

(Cover: In linea con le precedenti in questa edizione. Non brilla per bellezza ma nemmeno è orribile. Questa in particolare mi dice niente, ma per lo meno si richiama alla altre cover della serie. 4/5)

Consigliato? Sicuramente non il migliore libro dell'autrice. Diana Gabaldon può dare decisamente di più! Consigliato se amate la serie e per trovare una conclusione alle vicende de Il cerchio di pietre.

Giudizio: 4.25/5


giovedì 15 agosto 2013

Quattro Letture Estive

Cari Lettori,
come promessovi eccomi con la mia opinione su quattro letture che ho affrontato durante questo periodo di latitanza  e frequenza sporadica della blogosfera :)



Dopo mesi di letture molto leggere a causa di impegni  che mi hanno tenuto occupata la mente ho avuto una specie di rigetto fisiologico per il genere YA e company e mi sono dunque direttamente buttata sui thriller/gialli senza esitare un attimo di più! Il primo che ho preso in mano è stato La verità sul caso Harry Quebert del giovane e talentuoso Joel Dicker, pubblicato in Italia dalla Bompiani allo stratosferico prezzo di 19,90 € per 774 pagine. Ho puntato il romanzo fin dalla sua uscita in libreria e dal momento stesso in cui sono riuscita a metterci le mie manine sopra non vedevo l'ora di iniziarne la lettura, che mi sembrava estremamente promettente e decisamente in linea con i miei gusti. Purtroppo ho dovuto aspettare di avere sufficiente tempo libero per dedicarmici completamente e l'inizio delle vacanze mi è stato in effetti il momento migliore per iniziarne la lettura. Sono partita con aspettative altissime e quasi impossibili da soddisfare, ma tutto sommato La verità sul caso Harry Quebert è stato in grado si colmarle praticamente tutte. Joel Dicker ha uno stile davvero fantastico, ti scivola addosso senza mai risultare pesante o noioso o pedante. E credetemi se vi dico che mai, nemmeno una volta, in più di settecentocinquanta pagine la lettura è stata un peso! La narrazione è magnificamente gestita, perfetta nella sua coralità e ottima in relazione agli eventi raccontati. Non si disdegnano colpi di scena ben costruiti, sopratutto nella parte finale del libro, e diverse svolte narrative disseminate per tutta la lunghezza del romanzo. L'autore ha fatto un lavoro minuzioso, certosino e davvero lodevole creando una storia altamente godibile, infarcita di deliziose massime strettamente legate a doppio nodo con il mondo dei libri (davvero una chicca, credetemi!). Anche  i personaggi  non sono da meno:  risultano tutti fantastici e tutti quanti godono della stessa accuratezza usata dall'autore per la vicenda. A modo loro sono tutti un po' i protagonisti di questa tortuosa e letale - è il caso di dirlo- storia, e Dicker è stato veramente geniale nel creare i loro personali drammi e mischiarli adeguatamente con l'intreccio centrale del romanzo. Ottima anche la scelta stilistica di usare più pov e calare così il lettore direttamente nella testa del personaggio di turno.
C'è comunque un però che nonostante tutto mi sento di sottolineare: il ritmo narrativo. Mi sono infatti resa conto a lettura inoltrata che il libro può facilmente essere classificato come noir/giallo piuttosto che come thriller e questa differenza di velocità narrativa è stato davvero l'unico neo che non mi ha convinto completamente; anche se alla fin fine si tratta più di gusti personali che di altro. Nonostante la storia rimanga infatti godibile per tutta la durata del libro, alcune parti le ho trovate però decisamente più veloci di altre, nelle quali Dicker si è "perso" in dettagli tutto sommato inutili alla fine della risoluzione (ma non invece alla contestualizzazione) e allo stesso modo questi passaggi sono risultati più incisivi degli altri, almeno per quanto mi riguarda. Non mi lamento comunque più di tanto perchè il romanzo rimane in ogni caso altamente godibile anche in questo modo, anche se probabilmente  uno ritmo da thriller sarebbe stato più in linea con i miei gusti.
La verità sul caso Harry Quebert rimane in ogni caso un romanzo di altro pregio, caldamente raccomandato se volte leggere un bella storia oltre che un ottimo noir.

Giudizio: 4.75/5 



Non paga di emozioni forti mi sono buttata subito dopo su un thriller con la T maiuscola. Uno di quei libri che ti inchioda letteralmente alla sedia e alle pagine,  un romanzo che è stato impossibile mettere giù prima di aver girato l'ultima pagina e anche allora mi ha lasciato un brivido lungo la schiena con il suo finale a dir poco incredibile. Una delle più belle e al contempo terribili letture dell'anno e perfetto- non trovo altro aggettivo per definirlo- per i giorni di calura estiva in cui l'ho letto. Un libro che dovete tassativamente leggere se amate il genere e che presto diventerà anche un film. L'amore bugiardo, pubblicato dalla Rizzoli al prezzo di 18,00 € per 460 pagineè un libro fantastico, un thriller mozzafiato, un page turner incredibile che sa mischiare in maniera eccellente il realismo alla finzione. Non mi dilungherò troppo sulla genialità dell'intreccio e su quanto intelligentemente sia stato portato avanti dell'autrice, nè su quanto i colpi di scena siano stati davvero fantastici e traumatizzanti per la sottoscritta (che non aveva assolutamente sospettato niente di tutto quello che accadeva!). Bello e perfetto dunque, sotto tutti i punti di vista: è così che scelgo di definire l'ultima fatica di Gillian Flynn che magistralmente ha gestito tutti i fili di una vicenda che ridefinisce a pieno il concetto di "matrimonio in crisi."
 Una sola ultima raccomandazione: non lasciatevelo sfuggire!

Giudizio: 5/5


Mentre mi davo ai thriller come se non ci fosse un domani, la mia mente da lettrice già si preparava alla prossima lettura, passando in rassegna i vari titoli della mia enorme TBR pile. C'è stato poco da fare, quando mi sono ricordata di avere in attesa l'ultimo libro della saga di Black Friars, ho immediatamente capito che sarebbe stata la mia prossima lettura. Subito dopo averlo iniziato tuttavia, ho pensato immediatamente di rimetterlo giù e rimandarne la lettura, perchè ero perfettamente consapevole delle conseguenze che la fine della serie avrebbe avuto sulla mia psiche. E così è stato. Leggere le cinquecento pagine de L'ordine della Croce è stato al contempo malinconico e gioioso. Sono state le cinquecento pagine più incredibili e dolce amare dell'anno perchè nonostante le divorassi, come accade per ogni cosa uscita dalla penna di Virginia, dall'altro lato sapevo che inesorabile mi trasportavano verso la fine, nella quale avrei dovuto tassativamente lasciare per sempre i personaggi  e il loro mondo che sin dall'inizio dell'avventura mi ha tenuto così tanta compagnia . E' difficile spiegarvi la simbiosi che si è creata in questi quattro anni tra me e i libri della De Winter: le mie estati non saranno più le stesse senza l'attesa per l'uscita di una nuova avventura nel magico mondo della Vecchia Capitale; mi mancheranno tutti i personaggi, anche se so che posso sempre darmi alla rilettura (cosa che ho assolutamente intenzione di fare!), e mi mancheranno in maniera altrettanto intensa i sospiri che solo la lettura di questa serie ha saputo regalarmi.
Non serve aggiungere molto altro, ormai credo si sia capito quanto abbia amato L'ordine della croce (edito Fazi, 18,00 € per 506 pagine) e tutta la serie in generale, quanto io sia irrimediabilmente innamorata dello stile e dei personaggi (Bryce in testa!) senza possibilità alcuna di ritorno. Se ancora non vi siete avvicinati a questa lettura, vi consiglio caldamente di farlo perchè non ne rimarrete delusi, ma attenzione: crea dipendenza!!!

Giudizio: 5/5


Infine, dopo aver superato il lutto per la fine della serie di Black Friars, mi sono data nuovamente al genere YA, ma questa volta in lingua. Da un po' di tempo infatti occhieggiavo con insistenza il secondo libro della serie Legend di Marie Lu: Prodigy. Legend era stato un buon distopico ma mancava di qualcosa, di una qualche scintilla che lo proiettasse in pieno tra i libri incredibili, quelli insomma che sanno rubarti un pezzettino del cuore. Al contrario invece, ho trovato Prodigy nettamente superiore al suo predecessore. Il secondo libro della serie parte esattamente dove Legend si era interrotto e da qui sale in un crescendo di emozioni davvero fantastiche e scene a dir poco epiche (e molto cinematografiche). La storia d'amore tra Day e June è messa ancora una volta alla prova dalle circostanze avverse, il dubbio mina costantemente il loro rapporto per gran parte del romanzo, sopratutto ora che per gran parte della vicenda sono divisi e impegnati a combattere la Repubblica ciascuno a modo loro; e non un triangolo ma un bel quadrato amoroso attende il povero lettore ignaro e i due protagonisti! Inoltre, colpi di scena a  più non posso e un finale strappalacrime per minimizzare condiscono il tutto, rendendo  Prodigy davvero un ottimo libro. Nonostante gli ottimi implementi raggiunti dall'autrice devo però confessare che mi aspettavo qualcosina in più in termini di approfondimenti per quanto riguarda la società distopica. Sopratutto per le Colonie, che in questo capitolo giocano un ruolo fondamentale, avrei decisamente preferito una maggior presenza di dettagli in merito alla loro organizzazione e magari anche alla loro storia. Buoni come sempre invece i personaggi e la loro caratterizzazione; stesso discorso  anche per quanto riguarda lo stile che trovo perfettamente in linea con il romanzo e molto incisivo per il tipo di scrittura.
E ora, dato il finale del libro, non posso far altro che contare i giorni che mi separano da Champion, il terzo e ultimo romanzo della serie!

Giudizio: 5/5



martedì 13 agosto 2013

Wanted - Cronache di una blogger latitante

Cari Lettori,
buon giorno!! Pensavate che mi fossi dimenticata di voi? Che me ne fossi andata al mare senza nemmeno avvertirvi? I più malefici avranno persino fantasticato di essersi liberati della sottoscritta per sempre, e invece no! Sono qui e batto un colpo per farvi sapere che sono viva e vegeta, in salute e che non mi hanno rapita gli alieni!! :)


Come avrete certamente notato il blog è caduto in una specie di stallo temporaneo e naturalmente la colpa è solo ed esclusivamente mia! Ma cosa è successo? Dove sono stata?
 La risposta è molto semplice! Innanzitutto c'è stato il caldo atroce, quella calura così tremenda che ti riduce inevitabilmente all'apatia coatta dato che non si può fare niente altro, pena il rischio di morte per disidratazione, men che meno avvicinarsi a un pc bollente. Per me poi, che soffro terribilmente il caldo e che l'anno potrebbe ridursi a una sola unica immensa stagione invernale, è stato un periodo da dimenticare e potrete perciò ben immaginarvi in che condizioni versavo! Per darvi un'idea credo che un'ameba accasciata su un divano avrebbe avuto più vitalità di me in quei giorni. Per fortuna ora - almeno qui- l'estate è tornata a livelli sopportabili e ogni tanto si alza una bella arietta fresca, direttamente giù dalle montagne! 
A fine Luglio inoltre - esattamente quando ha fatto più caldo, dato che su questi aspetti le tempistiche universitarie sono sempre perfette -.- - ho affrontato anche l'ultimo esame che mi separava dalla laurea e ora posso felicemente gridare ai quattro venti di essere una tesista!!!!! Non sapete, o forse si, che gran peso mi sono tolta dal petto. Improvvisamente mi sono sentita leggera, felice, orgogliosa di me e sopratutto....libera!! :)

Dunque, da ingenua quale ero, credevo che da Agosto in poi avrei avuto finalmente molto più tempo libero da dedicare a quella meravigliosa attività che risponde al nome di vacanza (leggasi non fare nulla tutto il giorno) e invece, quasi per una sorta punizione dantesca, mi sono ritrovata coinvolta in ventisettemila attività. Mia mamma, per esempio, ha giustamente deciso che non poteva più aspettare e mi ha trascinata in un giro in città per trovare l'abbigliamento secondo lei più adatto al giorno della mia futura discussione di laurea. In effetti ha avuto anche ragione dato che, se fosse dipeso me, ci sarei andata in jeans e maglietta. Perciò ora ho un completo fiammante, con tanto di trampoli (non chiedetemi come deambulerò quel giorno perchè non ne ho idea nemmeno io), che a sua dire mi fa molto "donna in carriera". Ah, le mamme!!! < 3

Contemporaneamente a tutto ciò sono stata impegnata insieme a F. nell'organizzare la mia meritata vacanza. Naturalmente in casa Drummond si fanno le cose all'incontrario e quindi se tutti vanno in ferie in estate, noi ci prenotiamo una bella vacanza in autunno inoltrato!! :D D'altra parte però io preferisco così. Per quel periodo infatti mi sarò lasciata alle spalle praticamente tutto e sarò così libera di godermi a pieno il meritato relax! Non vedo l'ora!!

Tutto ciò per dirvi che dato che la maggior parte del viaggio è pianificata e sistemata, i vestiti comprati e la tesi pronta per essere scritta, la mia esistenza dovrebbe - e qui il condizionale è d'obbligo- ritornare a una parvenza di routine.

E arriviamo quindi anche a parlare delle noti dolenti. Naturalmente in tutto questo tempo non ho potuto fare a meno di leggere i miei adorati libri! In teoria sarei anche in una sorta di Piano per il Ridimensionamento degli Acquisti Compulsivi auto-impostomi  anche se comunque le nuove entrate non mancano mai! (Mica è colpa mia se mi regalano i libri!!). Comunque insieme ai libri che ho letto si sono accumulate anche diverse recensioni e siccome sono pigra, contando che mediamente per scrivere una recensione ci metto due orette scarse se ho l'ispirazione e considerando inoltre che ho  quattro libri di cui parlarvi, ho pensato di riunire tutte e quattro le recensioni in un unico post nel quale, ovviamente, troverete un'opinione di massima. Lo so  che non è il massimo, ma dato che i libri mi sono piaciuti ci tenevo almeno a lasciarvi qualche commento che la lettura mi ha ispirato. In questo modo conto di rimettermi in pari e riprendere così con le recensioni normali e la consueta attività di blogger.Fatemi sapere :)

Perfetto, credo di avervi detto tutto! 
A presto!



domenica 4 agosto 2013

Recensione - L'angelo

Cari Lettori,
ecco finalmente la mia opinione su questo romanzo!

SHADOWHUTERS LE ORIGINI - L'ANGELO
CASSANDRA CLARE
MONDADORI
475 PAGINE
17,00 €
ED.RILEGATA
(#1 The Infernal Devices)



Trama
(dalla copertina)

Tessa Gray, orfana sedicenne, lascia New York dopo la morte della zia con cui viveva e raggiunge il fratello ventenne Nate, a Londra. Unico ricordo della vita precedente, una catenina con un piccolo angelo dotato di meccanismo a molla, appartenuto alla madre. Quando il fratello maggiore scompare all'improvviso, le ricerche portano la ragazza nel pericoloso mondo sovrannaturale della Londra vittoriana. Sarà rapita, ingannata, sfruttata per la sua straordinaria capacità di trasformarsi e assumere l'aspetto di altre persone. La salveranno due Shadowhunters, Will e Jem, destinati a combattere i demoni, nonché a mantenere l'equilibrio tra i Nascosti e fra questi e gli umani. Tessa sarà costretta a fidarsi. Si unirà a loro nella lotta contro i demoni per poter imparare a controllare i propri poteri e riuscire finalmente a trovare Nate. Ma tutto ciò la porterà al cuore di un arcano complotto che minaccia di distruggere gli Shadowhunters, e le farà scoprire che l'amore può essere la magia più pericolosa di tutte.

Commento Personale

Cassandra Clare è la mia personale croce e delizia della lettura! Se mi seguita da un po' saprete certamente quanto sia capace di entusiasmarmi di fronte a una sua nuova avventura, per poi cercare di tirarmi fuori a forza la voglia per prendere in mano un altro libro una volta conclusa lettura del precedente. In altre parole, leggo i libri della Clare, mi piacciono anche molto, ma poi una volta conclusi o me li dimentico subito dopo aver richiuso il volume, o (e non so cosa sia peggio) non ho fisicamente-  e nemmeno mentalmente- la forza di leggere un altro capitolo della serie in coda all'altro. Così, complici tutte le recensioni rigorosamente positive che girano in rete, mi sono buttata sulla serie prequel - The Infernal Devices- di cui L'angelo è appunto il primo volume. Come è andata? Decisamente meglio di quanto potessi aspettarmi! E, cosa ancora più importante, ho ancora voglia di leggere il secondo libro, nonostante abbia appena terminato il suo predecessore.
Onestamente però la Clare ha giocato molto d'astuzia: come si fa infatti a non amare la Londra Vittoriana, condita con vaghi accenni di steampunk qui e lì, e con in mezzo un bel triangolo amoroso ingarbugliato?! La risposta è che non si può! Ovviamente. E quindi ecco che anche la sottoscritta è caduta vittima dell'incantesimo, come era forse prevedibile immaginare. Inoltre, a differenza di altri lettori, dei quali ho letto diverse critiche a riguardo in rete, non mi ha dato fastidio la velata somiglianza dei personaggi de L'angelo con quelli di Città di ossa. Non posso negare che non ci siano o che non le abbia percepite, nè che in effetti non siano un punto in ombra rispetto al libro ma ripeto, la cosa non mi ha disturbato tanto quanto invece avrei creduto.
Perchè allora non ho assegnato il massimo punteggio? Perchè onestamente la grande genialità di cui ho tanto sentito parlare riguardo all'autrice- e riguardo questa particolare trilogia- io non l'ho trovata. O per lo meno, non in questo libro. Certo, la storia è molto bella, scorrevole e intrattiene il lettore splendidamente. Sì, l'ironia condisce al momento giusto i passaggi più frivoli e il dramma non è risparmiato in altri, donandole così un valore aggiunto. La tensione amorosa  c'è e si percepisce anche molto bene e, a onor del vero, il triangolo sembra costruito altrettanto bene; ma quel qualcosa che ti inchioda al libro e ti incatena ai personaggi sinceramente non l'ho trovato. Quel tocco di genialità è mancato, secondo me. Ovviamente mi auguro invece, con tutta me stessa, di imbattermi in esso nei successivi capitoli, che mi dicono tra l'altro essere uno migliore dell'altro, ma per ora non posso far altro che rimanere ferma della mia idea: la Clare è una buona narratrice, sa intrecciare bene i fili di una vicenda, sa ricamarla ugualmente bene, ma non è riuscita a renderla unica. 
E dunque il mio verdetto finale è che L'angelo è un buon romanzo urban fantasy, è scritto bene e sa intrattenere. La storia scorre, la lettura è piacevole, gli elementi originali ci sono, i Nephilim e il mondo creato da Cassandra Clare sono interessanti, ma è mancato quel qualcosa per rendere davvero unico e incredibile il tutto! Spero naturalmente di ricredermi in seguito! :)

Coinvolgimento

Buono e costante per tutta la durata del romanzo. La storia affascinante  e lo stile fresco e scorrevole dell'autrice unitamente con personaggi che sono un piacere leggere, mi hanno permesso un buon coinvolgimento nella vicenda. Unica pecca (se così vogliamo chiamarla) i capitoli a volte troppo lunghi. 4/5

Stile

Fresco semplice e lineare, perfettamente in linea con il tipo di romanzo. Ho apprezzato tantissimo l'ironia, sempre collocata nei punti e nei momenti giusti, dall'autrice. Buonissimi anche i dialoghi che mi sono sembrati perfettamente in linea con l'ambientazione del romanzo e mai banali. 5/5

Personaggi

In generale molto buone le caratterizzazioni di tutti loro, sia primari che secondari, e gli intrecci che la Clare ha deciso di instaurare tra loro. Il triangolo mi ispira parecchio sopratutto perchè mi sembra ben costruito e solido; prevedo interessanti evoluzioni future. Non posso negare però di non aver riscontrato delle similitudini con l'altra trilogia dell'autrice: in particolare su Will, Tessa e Jessamine, nonostante ciò non sia stato per me un elemento troppo negativo. Inoltre, alcune dinamiche che i personaggi intraprendono nel corso della narrazione sono facilmente intuibili ben prima del loro sviluppo.
In generale quindi, i personaggi sono risultati buoni. 4/5

Vicenda

Interessante, intrigante e a tratti ben costruita. Buona la sostanza urban fantasy su cui si basa ma anche qui, non  eccellente. Forse le mie aspettative erano troppo alte o forse mi sono lasciata influenzare troppo dai commenti altrui, ma mi sarei davvero aspettata qualcosa di più. Anche in questo caso ripongo la mia fiducia sui successivi volumi. Gli intrecci sono originali, i twist ci sono e sono anche buoni, ma la sostanza mi è sembrata sempre un po' la solita minestra riscaldata. Ottime invece le contaminazioni con un pizzico di steampunk che ho adorato. 3/5

(Cover: Io proprio non capisco questa mania di cambiare le cover, giuro. Per la Clare poi, bisognerebbe fare un discorso a parte! Per carità non è la peggiore (Città di vetro credo che le batta tutte in quanto a schifezza) ma non capisco perchè si sia dovuto cambiare la cover originale che era molto bella e piena di particolari inerenti al romanzo. E quei tra graffi?! Qualcuno mi spieghi  da dove sono usciti!!! 3/5)



Consigliato? Sì, se avete amato la Clare nella sua precedente doppia trilogia troverete sicuramente ciò che avrete amato. L'angelo è anche un ottimo modo per conoscere la l'autrice se ancora non l'avete fatto dato che, per me,  è superiore a Città d'ossa in quanto a inizio di serie. Potreste trovarlo di vostro gradimento anche se cercate un UF ambientato nella Londra Vittoriana.

Giudizio: 4/5